La strana fama dell’asino di Balaam

C’è una scena ricorrente – e non ci si spiega il perché – tra le mille scolpite sui capitelli romanici: mette insieme un vecchio barbuto, un somarello e un angelo. Questa scena stranamente famosa spunta a diverse latitudini: troviamo infatti la rappresentazione “dell’asina di Balaam” a Saulieu e ad Autun in Borgogna, ma anche a Jaca, a Carrion de Los Condes e a Nimes; splendida la versione che si può ammirare in un angolo del portale della chiesa di San Leonardo a Siponto.

BalaamSaulieu
Balaam a Saulieu

Non c’è episodio biblico così marginale, eppure così spesso narrato, così frequentemente scolpito nel medioevo. Vediamo la storia: Balaam è un profeta dell’Antico Testamento, bizzoso e incerto come quasi tutti i profeti; il Libro dei Numeri racconta che per convincerlo a tradire Israele, il re di Moab lo manda a cercare e a chiamare; Balaam, dubbioso, consulta il Signore, che gli impone di non andare. Ma il re di Moab di nuovo gli invia messi per convincerlo, promettendogli grandi ricchezze. Balaam di nuovo chiede al Signore. Allora Questi gli si manifesta, e gli dà un permesso di andare… che però ben presto si rimangerà. Mentre Balaam infatti viaggia in sella alla sua asina verso la terra di Moab, l’angelo del Signore gli si para dinnanzi con in mano la spada. Pare che l’unica a vedere l’angelo sia l’asina, che quindi frena e devia; Balaam infuriato ed ignaro si accanisce sulla povera bestia che allora, per miracolo divino, comincia a parlare, e a lamentarsi del trattamento ricevuto. Nel contempo Dio concede anche a Balaam di vedere l’angelo: il profeta comprende, si pente, chiede se deve tornare indietro. Ma l’angelo gli ordina di proseguire, intimandogli di fare, quando sarà presso il re di Moab, solo il volere del Signore. Balaam andrà, incontrerà il re nemico, non accoglierà la sua proposta di tradire Israele, che anzi benedirà a gran voce.

BalaamJaca
Balaam a Jaca

Resta poco chiaro il senso di questo episodio della Bibbia. E resta la domanda iniziale, e cioè perché mai questa storia torni così spesso nell’iconografia del Medioevo, ponendo tanto in vista uno dei profeti minori, che infine, con la sua asina, appare nei capitelli romanici – e ripetutamente anche in posizione chiave nei portali – più spesso del grande Elia, più spesso del famoso Giona.

P.S.: Una via per comprendere ce la suggerisce, letto questo post, la bellissima Pagina Fb “In Medio Aevo”:

Balaam non solo non maledice Israele ma pronuncia una profezia: “Io contemplo, ma non vicino, un astro sorge da Giacobbe, e uno scettro s’eleva da Israele, che colpirà Moab da un capo all’altro e abbatterà tutta quella razza turbolenta”.
Gesù è la stella mattutina, come ci dice Pietro nella sua seconda lettera al capitolo 1:19, è il sole di giustizia (Malachia 4:2). Le profezie parlano del suo scettro, a indicare la provenienza regale di Gesù in quanto discendente del re Davide, e del suo impero che non avrà fine, come preannuncia il profeta Daniele.
A questo punto ci viene in aiuto Origene che così si esprime su Balaam in una omelia sul libro dei Numeri: “Se le sue profezie furono inserite da Mosè nei sacri libri, quanto più furono descritte da quelli, che allora abitavano la Mesopotamia, presso cui Balaam era sommamente onorato e che consta essere stati suoi discepoli nella magia? Da lui si dice discendere la schiatta e l’istituzione dei Magi nelle parti dell’Oriente”.
Ecco quindi che l’immagine dell’angelo con la spada che ferma Balaam permette, confrontata con quella dei Magi in visita a Gesù sull’altro capitello, una esegesi profetica inequivocabile.
A questo punto sarebbe interessante scoprire se nelle altre riproduzioni conosciute della scena si trova, in posizione contigua, la visita dei Magi alla Sacra Famiglia.

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Il capitello dedicato a Balaam e alla sua asina nel portale della chiesa di San Leonardo a Siponto

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San Leonardo

La chiesa di San Leonardo “in Lama Volara” presso Siponto è un piccolo gioiello realizzato probabilmente tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. Cenobio dei religiosi agostiniani, crebbe in fama e potere per tutto il Duecento: nel 1261 diventa importante centro di riferimento dell’Ordine teutonico, aperto verso la Terrasanta nel pieno delle vicende per la reconquista del Santo Sepolcro e dei luoghi sacri. Il portale che accoglie, in posizione di preminenza proprio a sostegno dell’architrave, il capitello dedicato a Balaam e alla sua asina, è una splendida realizzazione, uno dei capolavori della scultura romanica di Puglia.

Impossibile, visitando San Leonardo, trascurare la chiesa sorella di Santa Maria, a una ventina di chilometri di distanza, antica cattedrale di Siponto, con il portale duecentesco anch’esso finemente scolpito, la raffinata architettura e l’area archeologica circostante.

Le storie della Bibbia – da Adamo ed Eva alle gesta di Sansone, dalle vicende dei Profeti al sacrificio di Isacco… – hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

Non c’è, il bellissimo capitello con Balaam e la sua asina, nel volumetto sui capitelli medievali che Before Chartres propone ai suoi lettori più fedeli. E però ce ne sono altri dodici – anzi, per la verità ce ne sono altri quattordici – che hanno la pretesa di essere altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: “DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI”

20 pensieri su “La strana fama dell’asino di Balaam

  1. Anna Profumi (da Fb):
    Da grande animalista mi sta molto a cuore la povera sorte dell’asina. Per il resto una metafora sull’ubbidienza alla parola del Signore con tutto ciò che ne concerne. Per chi crede un’ulteriore lezione di vita.

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  2. Liudmila Pirojenko (da Fb):
    La soluzione forse si dovrebbe cercare nei testi dell’epoca: se lo stesso episodio ispira un po’ dappertutto dovrebbe sicuramente uscire qualcosa nelle cronache.
    Periodo di costruzione dev’essere XII-XIII secolo, anche se non ho ancora controllato. L’angelo è sempre vestito da guerriero. Secondo me deve essere legato alle crociate.

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    1. Il capitello di Siponto, che sta a sinistra, sotto l’architrave del portale, risale infatti al XII secolo. L’angelo che brandisce la spada è elemento di tradizione biblica… e poiché la scena è stata scolpita molte volte in molti luoghi con la medesima iconografia, non andrei a cercare collegamenti con la Crociata.

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  3. Loretta Bertoni

    Penso che sia prefigurazione del Cristo che si reca a Gerusalemme su un’asina, che fa la volontà del Padre suo nonostante la tentazione di allontanare da se il calice del sacrificio.

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  4. Giuseppe

    Nel corso del mio dottorato di ricerca ho studiato la distribuzione di tale iconografia, che risulta molto più insistente lungo I principali itinerari di pellegrinaggio. Se ne può dedurre un archetipo dei fedeli in viaggio, allo stesso modo del Viaggio dei Magi con cui spesso fa il paio – come a Siponto e in tanti altri siti romanici-.

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  5. Edoardo Bellotti (da Fb):
    E’ una iconografia interessante: ricordo di aver visto la scultura sui capitelli del Monastero di San Zoilo e a Carrion de los Condes. Questi luoghi sono sul Camino de Santiago e la profezia di Balaam e’ associata alla Stella di Davide (Il Messia). Forse anche questa raffigurazione e’ associata alle allegorie del camino del credente verso Santiago e, spiritualmente, al seguito della Stella che e’ Cristo. Inoltre l’angelo che ferma Balaam impone a lui di riflettere e riconsiderare le vere ragioni del suo viaggio ovvero, fuor di metafora, al credente e’ richiesto di motivare il suo cammino verso Santiago. Ma forse questa e’ speculazione che andrebbe verificata su testi devozionali dell’epoca.

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  6. Secondo una certa Tradizione Balaam viene identificato con Zarathustra: “…da lui (Balaam) si dice discendere la schiatta e l’istituzione dei Magi nelle parti dell’Oriente” (Origene). Questo giustifica la rilevanza che tale figura assume nei portali ed il sovente abbinamento con i Re Magi della natività.

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  7. Moretti Domenico (da Fb):
    Alcuni storici dell’arte vedono nei capitelli di San Leonardo a Siponto e nel suo gemello a Monte Sant’Angelo (al battistero di San Giovanni in Tumba) la scena di Cristo sull’asino e non Balaam e l’asino. A dimostrazione di ciò anche le palme che si notano in quello di San Leonardo. Effettivamente non la scarterei come ipotesi

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      1. Moretti Domenico (da Fb):
        Non saprei, l’ho sentita da diverse persone questa cosa, e alcuni di loro sono docenti Universitari di una certa fama. Parlavano del capitello di Monte Sant’Angelo, messo poi in relazione anche con quello di Siponto

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        1. Il personaggio a cavallo a Monte Sant’Angelo è di difficile lettura: ci sono studi che dicono che è la rappresentazione di Abramo che sale la montagna per sacrificare Isacco… In effetti, davanti all’uomo a cavallo, pare esserci un sacrificio, e solo più avanti un angelo, che potrebbe essere proprio quello che fermerà Abramo.

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  8. Antonella Fabriani Rojas (da Fb):
    Per una mia mancanza di cultura e di comprensione di un lessico religioso diverso dal letterario, spesso mi trovo di fronte ad episodi biblici che non capisco. Figuriamoci quando sono rappresentati in sintesi in un capitello. Non basta l’episodio riconosciuto a farne capire l’importanza. Penso che succeda perché noi non riceviamo più quella educazione (istruzione) religiosa che doveva essere comune affinché i fedeli cogliessero il senso di queste rappresentazioni. A volte mi dico pure, forse puerilmente, che così come accadeva per gli affreschi che servivano come libri istoriati per una catechesi, così anche avveniva per i capitelli e sculture. A meno che il discorso fosse rivolto a pochi, ma mi sembra strano in una chiesa. E’ vero pure che il sapere era elitario ma penso che ci fosse veramente una conoscenza diversa diffusa che permetteva di cogliere aspetti che noi ora non abbiamo più, per un modo di ragionare differente, per un accento a cose che oggi (in questi ultimi secoli, intendo) non interessano più. Il linguaggio come espressione del pensiero è proprio cambiato.

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  9. Paolo Salvi

    Sempre molto interessante, come il dibatto che si apre dopo il post. Non fosse per i tuoi post non conoscerei neppure la storia di Balaam e l’asina, che mai ho incontrato nel percorso di catechesi quando ero ragazzo.
    Molto interessanti per me sono i rimandi ed i collegamenti ad altre raffigurazioni simili, come anche i dubbi che sorgono di significati differenti.

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  10. Non andiamo a cercare “mezzogiorno alle 14.00” come dicono i francesi:
    Balak “re” (il nostro Ego tronfio), cerca di sedurre Balam (forse Bal-Am!) con uno dei grandi seduttori dell’essere umano, ossia il Possesso (gli altri due essendo la Fama e il Potere), per compiere un’operazione illusoria (di Magia Nera), nel maledire gli Israeliti (Esra-El = Aiutanti dell’Elevato, o l’Elevato che aiuta) per tenerseli a bada (ossia tenere a bada la proposta di umanizzazione e di spiritualizzazione!). L’Asina (e non l’asino come spesso si traduce), rappresenta la nostra Anima (l’asina che parla) che si rifiuta a delle operazioni di Magia Nera”, ossia a delle maledizioni, a delle azioni distruttive (l’Angelo armato di spada rappresenta le forze interiori costruttive, percepite dalle profondità dell’anima (l’asina che Balam cavalca e di cui non ha ancora piena coscienza), ragione per cu, in un primo tempo, sta dando seguito alle esigenze del “re”, il nostro spirito autocratico!.
    Suppongo che il motivo è apparso così spesso, perché corrisponde a un aspetto fondamentale della storia della cultura umana: Seduzione da parte della nostra mente per delle operazioni manipolatorie – Con ciò trasgressione delle Leggi umane e universali – Rifiuto di riconoscere l’aberrazione (per cui “si picchia l’Anima, “l’Asina”), si cerca di reprimerne le sue esigenze profonde (“…che la diritta via era smarrita”)
    Vedi anche il mito del Serpente, di Eva e di Adamo (all’inizio del Vecchio Testamento), non molto dissimile nel contenuto se non nella forma!
    Ecc. ecc. ecc.

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