Alba Fucens: era tempio, ora è chiesa

Anche se poi, tutto intorno, l’Abruzzo offre a chi cerca il tempo romanico un’intera collana di pietre preziose, la sua gemma più nobile è la chiesa di San Pietro in Albe, tempio mirabile dove classicità e medioevo si sciolgono l’una nell’altro.

San Pietro in Albe è forse la più “classica” tra le chiese romaniche, e quasi si direbbe la più “pagana”, portatrice fiera di una discendenza d’antiche origini nient’affatto rinnegate. Posta su di un colle sopra il nucleo romano di Alba Fucens, la chiesa è cresciuta sui resti del tempio che sorgeva in quella posizione, dedicato ad Apollo. Non si fatica a riconoscere questa derivazione classica: quanto è dura e scostante all’esterno, infatti, tanto San Pietro in Albe è splendida all’interno, per la mirabile sequenza di colonne classiche e per i capitelli di pregevolissima fattura e di puro disegno corinzio. E mentre tutti questi elementi rimandano ad un’età e ad un’eleganza che non è davvero quella del medioevo, nell’aula inondata da una luce diafana tutte le tonalità del giallo e del grigio si schierano nel disegno nobile della navata; il marmo sotto i piedi diventa seta, o antica piscina, lucida per i riflessi del tempo e della luce.

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Come in molti altri casi, ad Alba Fucens la metamorfosi da tempio a chiesa data ai primi secoli dell’era cristiana; ma qui tutto sembra ancora in corso, in un lentissimo progredire, tanto dolce ed elegante si presenta questo interno ai suoi visitatori. E in questa raffinata spazialità giocano un ruolo decisivo gli arredi cosmateschi, un mirabile ambone e un’elegante iconostasi. Rivestiti di mosaici e marmi, dove predomina il rosso, accompagnato da un blu intenso e bordato dal luccichio dell’oro, si stagliano a loro agio, dialogando con le colonne antiche in perfetta corrispondenza; ma allo stesso tempo, interrompendo il lineare procedere dei colonnati, innestano nella navata il gusto romanico della complessità ed introducono quell’attitudine, di nuovo romanica, a disegnare spazi compositi più che lineari. E se San Pietro in Albe non è più solo “classica” e non è più solo paleocristiana, è proprio per la presenza, nel cuore della navata, di questi elementi d’arredo così belli e così… medievali.

Anche ad Alba Fucens, allora, come nella vicinissima Rosciolo, chi adora il romanico trova di che bearsi: si resta nel dubbio, se sia più bello riposare qui, nella luce senza tempo di San Pietro in Albe, o andare ad ascoltare, nella chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, i gemiti di un romanico altrettanto affascinante ma opposto, esuberante come un adolescente in crisi.

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La navata e l’ambone

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AlbaFucensItinerarioL’Abruzzo è terra splendidamente romanica. Oltre alla chiesa chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, “là dove scolpirono i novizi”, luogo imperdibile della magia romanica, offre all’appassionato del medioevo before Chartres – cioè prima del gotico – Santa Maria Assunta a Bominaco, maestosa sui colli, Santa Maria del Lago a Moscufo, fatta di pietre piccole e nobilitata dall’ambone scolpito da Nicodemo; San Liberatore alla Maiella, con la sua mole possente e squadrata; e ancora San Clemente a Casauria, la gran cattedrale; San Pelino a Corfinio, dalle linee nobili e regolari. L’ultima tappa, infine, sarà quella di Alba Fucens, con la sua “pagana” San Pietro in Albe.

Before Chartres presenta un itinerario vasto e per quanto possibile completo in un altro articolo. E se c’è qualche giorno in più da dedicare al viaggio, meglio non sconfinare in Umbria e resistere alle sirene della Toscana; le Marche piuttosto, possono presentare una deviazione di grande interesse: anche solo con San Vittore alla Chiuse, San Claudio al Chienti a Corridonia, con Santa Maria “a pie’ di Chienti” a Montecosaro, con Santa Maria di Portonovo sulla costa, con Santa Croce al Chienti.

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Centocinquantun pagine per raccontare l’Abruzzo, una terra fiera, in cui l’arte romanica è fiorita rigogliosa. Raccolgono e raccontano le grandi chiese e le grandi abbazie isolate, l’arte vivacissima di Ruggero, Roberto e Nicodemo, e i loro splendidi arredi pieni di girali, mostri, animali e piccoli uomini nudi, e ancora i portali e gli architravi, gli amboni e i cibori… Il viaggio nell’Abruzzo romanico, non delude mai, e così non delude il nuovissimo volumetto ITINERARI alla scoperta DEL ROMANICO IN ABRUZZO, che raccoglie gli appunti di viaggio di Before Chartres.

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Anche la terra alta tra Milano e i Laghi è una regione ricchissima di tesori romanici. Un itinerario in dieci tappe racconta le realizzazioni più preziose – da Arsago Seprio ad Almenno San Bartolomeo, da Gravedona a Galliano a Civate – in questa terra che vide operare i “maestri comacini”: DIECI PERLE romaniche TRA MILANO E I LAGHI

16 pensieri su “Alba Fucens: era tempio, ora è chiesa

  1. Stefano Angelini (da Fb):
    Caro Giuliani, da buon idiosincratico verso il manierismo tardorinascimentale e ciò che ne seguì, da tempo meditavo di fare, prima di morire (sic…), un tour delle più belle cattedrali del gotico francese. Poi mi sono imbattuto nei suoi avvincenti racconti, nei quali mi pare di capire che il Gotico, da Saint Denis in avanti fu uno stravolgimento. Ma uno stravolgimento in “peggio” dei canoni fino ad allora adottati, tanto che, lei stesso, se ho ben compreso, invoglia chi ha sete di “autentico” ad abbeverarsi alla fonte del Romanico piuttosto che a quella del Gotico… Mi piacerebbe capire, per sommi capi, in cosa consistette quella rivoluzione, o meglio, cosa ci andammo a perdere. Grazie.

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    1. Il tour delle cattedrali gotiche va fatto, caro Angelini, e lo farò anch’io, prima o poi, perché anche l’arte gotica è lo specchio magnifico di un’epoca. Ma il Romanico… Il Romanico è un’epoca che non ha eguali, lo sentiamo tutti. E io sono convinto che la sua unicità dipenda da un preciso motivo: il tempo romanico è l’unica epoca storica che non immagina un possibile sviluppo futuro, ma vive in attesa della Fine. O meglio: non vive con l’ansia di un’evoluzione – più commercio, più tecnologia, più sapere – ma con l’ansia di un “collasso”, che sara poi rinascita. Quest’ansia per una fine che arriva, e che porta un mondo nuovo indipendente dal fare e dal brigare degli uomini, produce la meravigliosa arte romanica; poi si scioglie poco dopo il Mille, anzi un secolo più tardi, quando l’uomo medievale “si rassegna a continuare a vivere” e ricomincia a costruire il proprio presente e il proprio possibile futuro. L’epoca gotica è questo: è la ripresa di un’evoluzione che torna nelle mani degli uomini, e che sarà poi Rinascimento, splendore, Illuminismo, progresso… Tutte cose belle e giuste. Ma la magia di un mondo sospeso sul nulla – o fermo in attesa dal tutto – sta solo nell’epoca romanica.

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      1. Stefano Angelini (da Fb):
        Ora ho capito ciò che intende, e che condivido. Nelle sue parole traspare, oltre la nozione, un grande pathos, e ce ne vuole di questi tempi dove sono tanti gli eruditi, quelli che ti spiegano tutto davanti ad una Madonna in trono, soprattutto particolari non sostanziali, ma tralasciano il messaggio vivo che viaggia da secoli, e che, hic et nunc, l’artista voleva che cogliessimo, proprio noi, oggi, secoli dopo. Voleva che entrassimo in comunione e… ci commuovessimo. Grazie.

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  2. Lorenzo Ceramiche (da Fb):
    Grazie. Attraverso le sue parole ho immaginato di essere pellegrino in questi scrigni di beltà. Nel vedere le foto non si può rimanere insensibili alla maestosità, raffinatezza e dolcezza dei luoghi. Spero di riuscire ad andare a gustare tanta magnificenza e godere di quel profumo che solo l’arte del periodo può dare.

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  3. Anna Rozzi

    Scoperta per caso tanti anni fa, la porto ancora nel cuore per il forte senso del divino che trasmette, per tutte quelle emozioni che mi ha donato. Sono di Ascoli Piceno e sui nostri monti, i Sibillini, si possono e purtroppo potevano dal 24 agosto dello scorso anno, incontrare tanti piccoli romotori lungo il percorso che da Norcia portava al mare, piccoli gioielli, più rustici è poveri, ma anche loro carichi di quell’atmosfera che solo una forte devozione da dare. Grazie e complimenti.

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  4. Miri Gio (da Fb):
    Abbiamo fatto con la scuola di Spada medievale CRISMA un seminario proprio in questa Chiesa, che emana luce e misticismo. Bellissima intorno la tipologia naturale che giustifica,attraverso le triangolazioni energetiche,la posizione e la sua magia. Ci ha riportato un ricordo impresso nel cuore.

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  5. Silvia Trevale (da Fb):
    Un’altra perla d’Abruzzo. Veramente affascinante per la bellezza della decorazione e per il fatto di incorporare un antico tempio. Queste sono le cose che rendono unico in senso positivo il nostro paese. Mi associo alla segnalazione di Santa Maria in Valle Porclaneta, altro esempio di bellezza, un’immersione totale nel Medioevo

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  6. Paolo Salvi

    Tutti gli anni vado in quelle lande ed ogni vado o torno in queste chiese. Quest’anno in Abruzzo ho rivisitato le tre chiese dell’articolo; prima San Pietro in Albe con la sua preziosa iconostasi ed il pulpito cosmateschi; poi a poco più di 20 km, mi sono inerpicato nella valle chiusa di Santa Maria in Porclaneta, probabile capostipite di queste chiese romaniche abruzzesi; infine sulla via del ritorno al Nord, mi sono fermato al monastero di San Clemente a Casauria ed anche qui un pulpito spettacolare mi ha accolto. Era la seconda o terza volta che le visitavo, ma il pathos e le sensazioni di immersione in luoghi paradisiaci erano identiche alla prima volta che le ho viste.
    E ne conservo una ricchissima documentazione fotografica, grazie all’economia del digitale.

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  7. Pingback: ABRUZZO, LE GRANDI CHIESE E ABBAZIE ROMANICHE - Roccaraso Futura Associazione Culturale

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