Nessuno ricorda il Cristo di Tuscania?

Tuscania è l’archetipo della vaga Italia medievale. Si fa beffe di chi prova a datarne la costruzione, infatti, la basilica di San Pietro. Capolavoro di un’indefinita “Età di Mezzo” mediterranea, il suo fascino (Before Chartres ne svela i segreti in un altro articolo) aumenta proprio per questa sua collocazione incerta ed “estesa” attraverso i secoli del lungo Medioevo.

Medievale lo è per certo. Ma poi la chiesa di San Pietro potrebbe essere insieme antica e tarda: c’è chi tende a farne un prototipo risalente addirittura all’VIII secolo, chi la dice costruita dopo il Mille, e chi invece la considera figlia dell’autunno del romanico, e ne fa il simbolo di quella cultura artistica italiana che, troppo ricca di ben altre culture, ancora nel Duecento, mentre altrove il gotico fioriva, rifiutava la volta in pietra insieme a tutta la lezione più strutturalmente romanica.

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San Pietro, il lato e l’abside

Sta nel mezzo, e si muove tra gli estremi, Tuscania. Con le colonne e i capitelli di spoglio della cripta, dal sapore quasi ancora romano, dialoga il ciborio, datato precisamente al 1093;  il tetto fatto di capriate lignee, secondo la lezione antica, si specchia in un pavimento in pietra dal sapore pienamente romanico; e ad una parte absidale abbarbicata sulla rocca come un rude castello feudale risponde il portale della facciata, attribuibile alla lezione cosmatesca, e cioè probabilmente al XIII secolo già avviato.

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Una delle rare foto a colori dell’abside prima del crollo

San Pietro di Tuscania ha inoltre perso per sempre uno degli elementi che poteva caratterizzarne meglio la datazione, legandola ad un momento specifico del medioevo: la sua abside centrale possedeva infatti un grande affresco – un Cristo in gloria, o forse ascendente al cielo, tra gli angeli e gli apostoli – questo sì decisamente databile ai decenni del pieno tempo romanico, tra la fine dell’XI e la prima metà del XII secolo. Già in precedenza mal conservato e già mancante di alcune parti, l’affresco è andato sostanzialmente perduto nel 1971, quando un terremoto fece collassare l’abside. La parte alta del catino absidale oggi è vuota; e del Cristo maestoso non c’è più traccia nella chiesa, come se non ci fosse modo alcuno di riproporlo, con un restauro, con una ricostruzione, con una copia. A ricordarci com’era – la lezione di Tahull risuona a vuoto a Tuscania! – restano alcune fotografie, in gran parte in bianco e nero: ben poca cosa se pensiamo che il crollo è avvenuto meno di cinquant’anni fa, e non in un momento imprecisato dell’Età di Mezzo.

San Pietro a Tuscania – così bella, comunque, da essere stata scelta più volte come set cinematografico – non ha perso il fascino che esercita da sempre. Agli osservatori più consapevoli resta il desiderio di dominarne di più e meglio la storia e la cronologia; desiderio che oggi, perso anche l’affresco del Cristo potente, appare ancor meno realizzabile.

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San Pietro a Tuscania, la navata

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L’itinerario attraverso le dodici absidi affrescate più belle del romanico è raccontato, a partire dagli appunti di Before Chartres, in un nuovo bellissimo volumetto: si intitola DODICI meravigliose ABSIDI ROMANICHE, è tutto a colori, ed è un vero e proprio viaggio nelle meraviglie artistiche del tempo medievale.

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La chiesa di San Pietro a Tuscania è spettacolare. Ma il tempo romanico è ricco di chiese collocate, come questa, ai confini del cielo. Belle come San Pietro, e però inerpicate in cima ai monti, o comunque lontane, difficilmente raggiungibili, altre dodici splendide chiese stanno nel volumetto che Before Chartres ha dedicato – finalmente “in carta” – ai più spettacolari nidi d’aquila del romanico. Lo trovi qui: DODICI CHIESE isolate DEL TEMPO ROMANICO.

19 pensieri su “Nessuno ricorda il Cristo di Tuscania?

    1. Fabrizio Diomedi (da Fb):
      La custode mi ha confermato che i pezzi ci sarebbero, conservati in cassette….ma siccome non si tratta di Giotto o di Caravaggio, a chi importa di ricollocare un malconcio affresco di un anonimo del medioevo?

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  1. Valeria Cantoni (da Fb):
    Ho visitato Tuscania alcuni anni fa e all’epoca San Pietro era ancora “prigioniera” delle impalcature per il restauro, tuttavia la sua bellezza emozionante era pienamente intuibile. Quanto alla cittadina, è un capolavoro.

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  2. Luca Borgia (da Fb):
    Purtroppo, almeno stando ai miei lontani ricordi (2010), le due basiliche di Tuscania sono tanto belle quanto mal valorizzate. Restauri perenni, aperture legate soprattutto ai volontari. E dire che un mare di persone dall’estero giungono qua per vederle. Ho letto dei frammenti recuperati, ma chissà in che condizioni saranno…
    Almeno si potrebbe pensare di ricollocare i frammenti su un supporto, con una delle poche foto rimaste a fianco, da piazzare in chiesa, per dire…ma se non l’hanno mai fatto finora difficilmente lo metteranno in cantiere, mi sa: non so se per mentalità o totale mancanza di fondi (credevo fossero del Fondo edfici di culto ma forse non è così).

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    1. Non credo si tratti di un problema di fondi. Credo invece ad un’inerzia tutta italiana… 😦 E c’è anche un po’ di snobismo: l’Italia è la patria del bello, e non si accetterebbe mai una “copia” in una chiesa come San Pietro. Ma, come dici tu, dalla copia rifatta al nulla ci sarebbero molte altre possibilità per riproporre comunque l’affresco.

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  3. Exl Lama (da Fb):
    Sono stato a Tuscania l’anno scorso. Il Comune si dovrebbe VERGOGNARE per la manutenzione (inesistente) dell’area prospiciente San Pietro e anche Santa Maria Maggiore. “Leziosa” la baracca, evidentemente posseduta dall’amico dell’amico, circondata da erbacce e “protetta” (chi se la ruba) da un cancello arrugginito, posta proprio davanti a San Pietro!

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  4. Laura LaLunga Martinotti (da Fb):
    Scoperta per caso viaggiando in camper in cerca di medioevo. Ci ha aperto una gentilissima signora che era li per pulire un po’. Ci è sembrato incredibile che un tesoro simile fosse ignorato da chi invece dovrebbe valorizzarlo. L’unica nota positiva: visto il totale disinteresse, le manomissioni e i restauri non hanno inquinato l’energia pura di medioevo che all’interno si respira.

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  5. Paolo Salvi

    I tuoi ripetuti post su Tuscania mi ricordano costantemente che è giunta ormai l’ora di ritornarci. Poche sono le città non capoluogo di provincia che possono vantare due capolavori d’eccezione sul piano architettonico come San Pietro e Santa Maria Maggiore.
    Bel problema quello della ricostruzione o ricollocazione dei frammenti superstiti del Cristo in gloria della calotta absidale.
    Di norma sono contrario alle copie che sostituiscono parti originali da collocare nei musei.
    Ma qui le cose sono diverse: è stato un terremoto a demolirlo, non la mano dell’uomo, per cui non avrei obiezioni a ricollocare i pezzi superstiti, collegandoli con idonee ridipinture per ridare l’insieme dell’opera.
    Le tecniche non mancano e le capacità neppure.

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