Normandia, apice e crisi del romanico

E’ in Normandia che il romanico evolve improvvisamente. E’ nella terra del Nord che chi segue il percorso dell’architettura medievale vede chiaramente – come fosse in piedi sul bordo di un precipizio – la chiesa romanica trasformarsi, e perdersi, e diventare altro. Bisogna andarci, quindi, in Normandia. E ci si va secondo la seguente precisa prescrizione.

C’è una regione da visitare: la Normandia, appunto. E c’è un tempo preciso da respirare, che sta a cavallo tra l’XI e il XII secolo, e c’è una precisa epopea da scoprire, quella cioè di Guglielmo il Conquistatore. C’è anche un luogo preciso, il luogo in cui tutto avviene, e questo luogo è Caen, la capitale della Normandia, la capitale di Guglielmo. E infine, c’è una ragione per cui si compie il viaggio, ed è semplicemente la seguente: le chiese della Normandia di Guglielmo costituiscono l’avamposto più radicale dell’architettura romanica, e già sognano il gotico. Questa tesi, allora, si dimostra andando a Caen, dove ogni pietra racconta del Conquistatore che, da lì, dalla Normandia, partì per conquistare l’Inghilterra, e che lì, tra una cosa e l’altra, costruì due chiese molto grandi, che sono appunto ad un passo dal grande salto, e che ne generarono altre altrettanto estreme.

Sta tutto insieme e tutto si tiene, con coerenza. Di come Guglielmo volle fortissimamente conquistare l’Inghilterra, e di come ci riuscì con un’impresa tra le più ardite e pittoresche della storia dei regni, è tutto scritto in quel bellissimo romanzo che è l’Arazzo di Bayeux. La tradizione poi ci racconta l’obiettivo con cui Guglielmo costruì le due grandi abbazie che dominano Caen – Saint-Etienne per i monaci, per le monache La Trinité -: lo fece per assolvere ad un voto, come tutti sanno; ma intanto, mentre ancora non si era nel XII secolo, i suoi architetti pensarono in entrambe le chiese, tutti insieme, i quattro ingredienti del gotico: le volte a crociera costolonate, le torri di facciata e quella sul capocroce, l’alzato a più fasce sovrapposte nelle pareti interne, la parte absidale pronta a fiorire a raggiera. Mancava solo l’arco acuto per…

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Caen, la parte absidale dell’abbazia di Saint-Etienne

Caen è questo: la città di Guglielmo, la città delle due grandi abbazie normanne. Vista la capitale (e letto il “libro di storia” che sta, come si diceva, poco distante, a Bayeux), si faccia il giro delle chiese normanne minori. Si visiti la soave e linda Lessay; e poi Bernay, a lungo stalla, e sala da ballo, e caserma dei pompieri; e ancora la possente e monca Cerisy-la-Foret; senza impegno, se si vuole, si vada anche a vedere Fecamp e la grande e tarda abbazia di Boscherville: in tutte queste chiese imparentate si ritroveranno molti dei sapori assaggiati a Caen e tipici del romanico normanno.

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Cerisy-la-Foret, l’abbazia monca 

Nel viaggio attraverso la fredda e ventosa Normandia di Guglielmo, una tappa la si dedichi a quella perla che è Mont-Saint-Michel. Sapendo che sarà indimenticabile, ma marginale: pausa e parentesi rispetto all’obiettivo e al programma iniziale. Si termini il viaggio, invece, davanti al capolavoro che tutto riassume: è l’abbazia di Jumièges, infatti, che, pur ridotta ad una rovina, mostra a chiunque la visiti l’essenza vera della rivoluzione degli architetti di Normandia: facciata turrita e slanciata, pilastri come nervi, coerente volta a crociera (se ancora ci fosse); e il coro già gotico, come una margherita pienamente sbocciata, che fra un istante comincerà ad appassire.

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Il grande scheletro bianco di Jumièges

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Una settimana è sufficiente: in sette giorni si può visitare il romanico di Normandia con agio e soddisfazione. Ci si vada d’estate: il clima è fresco, l’Oceano attrae e ripaga. La regione non è particolarmente vasta: si stabilirà il campo-base a Caen, o nei dintorni, e da lì ci si muoverà di volta in volte nelle diverse direzione; oppure si progetti e segua un itinerario, che comunque tocchi le sette località irrinunciabili – oltre a Caen, si vedranno almeno Bayeux, Lessay, Bernay, Cerisy-la-Foret e Jumièges, a cui va aggiunta Mont-Saint-Michel – nessuna delle quali è decisamente lontana dalla costa atlantica. Ci si sposterà dentro un paesaggio tutto sommato uniforme e sempre piacevole; particolarissima, e piena di fascino triste, l’area intorno a Jumièges, tutta anse e verdi insenature, che non poteva non assurgere a parco naturale.

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Non solo le Normandia: nella vasta piana padana – la “Lombardia” medievale – dodici delle grandi chiese costruite nel tempo romanico competono in magnificenza, autorità e splendore. Before Chartres le osserva e ne descrive il cuore, in un nuovo delizioso volumetto: LE GRANDI “chiese di città” DELLA PADANIA ROMANICA.

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Sono tantissime le meraviglie romaniche della Borgogna. Molte ne ha descritte questo blog; e molte oggi sono raccolte, in un itinerario su e giù per la regione francese, nel volumetto LA BORGOGNA ROMANICA IN SEI GIORNI, una vera e propria guida, un vero e proprio diario di viaggio.

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E se cerchi il modo di vedere tutta la Catalogna con gli occhi di Before Chartres, ora trovi un itinerario completo che mette insieme gli appunti di questo blog per una delle più interessanti regioni del romanico. Una vera e propria guida, un vero e proprio diario di viaggio. Lo trovi qui: LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

5 pensieri su “Normandia, apice e crisi del romanico

  1. Paolo Salvi

    Condivido ogni parola, visto che in 9 giorni ho fatto lo stesso viaggio, toccando le stesse medesime tappe nel luglio 2017.
    La Normandia per me voleva dire CAEN, l’abbaye des hommes e l’abbaye des femmes; erano anni che era in cima alla lista dei miei desideri: Poi BAYEUX col suo straordinario “arazzo” (non lo è in realtà); JUMIEGES, la San Galgano francese, rovina sublime ed altrettanto evocativa. Son tornato a LE-MONT-SAINT-MICHEL ed ho scoperto quanto sia bella ROUEN, con le sue medievali case a graticcio.
    Ho mangiato sul porto pittoresco di HONFLEUR che sta alla Francia, come Portofino sta
    all’Italia. Mi sa che ci tornerò ancora…

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  2. Marisa Foi (da Fb):
    Grazie. Qualche anno fa abbiamo girato la Bretagna andando a scovare i suoi tesori più nascosti. Siamo partiti, diciamo dal sud risalendo la costa ovest e nord…facendo una puntata a Mont Sant Michel e a Charters… Che meraviglie… Me ne sono innamorata… E spero presto di tornare per rivedere e scoprire nuove Bellezze.. Ecco il vostro itinerario mi aspetta per completare il “cammino”. Grazie per tener viva la storia e l’amore che tanti uomini hanno segnato.

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