Il giorno in cui Pietro finalmente capì

Scolpito con una semplicità che fa innamorare, ecco il capitello della pesca miracolosa. L’episodio è noto, ma è quasi raro nei capitelli istoriati del tempo romanico: lo siamo andati a trovare a Bourg-Argental, presso Lione, gioiello nascosto in un portale anch’esso poco noto e anch’esso molto bello.

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Il capitello della “pesca miracolosa” (foto: Oliver Blaz da hiveminer.com)

Si narra qui della seconda pesca miracolosa – la prima, nel Vangelo di Luca, è collocata all’inizio della predicazione del Maestro – che avviene, secondo il testo di Giovanni (Gv 21, 1-14), nel breve tempo sospeso tra la crocifissione di Gesù e la sua ascensione. È il periodo, per i discepoli, del disorientamento: hanno già incontrato due volte il Cristo risorto, ma restano nella loro mente le scorie pesanti del dramma della passione e del supplizio di quello che ai loro occhi doveva essere il nuovo re. Disorientato forse più di tutti, Pietro, pur senza convinzione, è tornato… a lavorare:

Si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero gli altri: “Anche noi veniamo con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca, ma quella notte non presero nulla.

Incerti, inadatti, straniati, i discepoli restano al largo per tutta la notte, inutilmente. Poi Gesù appare sulla riva. Li chiama, e chiede loro se hanno qualcosa da mangiare. Incapaci di riconosce la voce e la sagoma di Colui con cui hanno camminato per anni – ma com’è possibile? – di nuovo comunque ascoltano il suo consiglio, di nuovo calano le reti, e di nuovo queste si riempiono per miracolo.

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore”. Simon Pietro appena udì che era il Signore si strinse la veste attorno ai fianchi perché era svestito e si gettò in mare.

La pesca miracolosa, ancora una volta, più che un miracolo è un’epifania, una rivelazione, un’improvvisa illuminazione: le reti piene fanno scattare il link. Sulla barca un apostolo senza barba – sarà forse Giovanni, “quel discepolo che Gesù amava”, che poi è l’autore del testo? – indica con il dito, e sembra accendere la luce; Pietro, che non sarà una roccia, ma quanto ad entusiasmo non è secondo a nessuno, è il più pronto ad accogliere il Signore che si rivela: sceso dall’imbarcazione, camminando a piedi nell’acqua lo ha già raggiunto.

Il lato del capitello di Bourg-Argental, così, mostra Pietro e Gesù faccia a faccia sulla riva. L’incerto, inadatto, straniato ex pescatore ha ritrovato quella che è diventata, evidentemente, la sua nuova ragione di vita: Pietro infatti (e con lui tutti i cristiani) coglie ormai il senso della propria esistenza solo nell’intimità con il Maestro, a cui non sa più rinunciare: e se il capitello, purtroppo mutilo, non ci mostra più i suoi occhi riaperti, a dire come in fianco a Gesù tutto cambia basta l’aureola, che ne cinge il capo, unico tra i discepoli del rilievo.

La pesca miracolosa raccontata a Bourg-Argental non è stata forse la prima, per Simone il pescatore, ma fu certamente l’ultima. Da quel momento in poi Pietro, finalmente e dopo tanti sbandamenti – non a caso il testo di Giovanni fa seguire immediatamente il famoso dialogo in cui il Signore lo costituirà primo pastore della Chiesa – è pronto a farsi pietra portante, e pescatore di uomini.

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Il portale di Bourg-Argental

Il capitello della pesca miracolosa sostiene, a destra, la lunetta del portale di Bourg-Argental, gruppo scultoreo di gran pregio e di gran fascino. Scolpito nel XII secolo, e pieno di scene e dettagli ingenui eppure poetici, l’intero portale è quel che resta della chiesa medievale della cittadina a sud-ovest di Lione. Smontato nel XIX secolo, è stato ricollocato, con qualche aggiunta – le due colonne più esterne e la parte superiore – realizzata per l’occasione.

Nella lunetta, la parte superiore richiama l’Ultimo Giorno, con la nuova venuta di Cristo, mentre quella inferiore narra a ritroso le vicende dall’Annunciazione alla visita dei Magi. Belli e coerenti gli archivolti e gli altri capitelli; molto consumate le figure che erano tutt’uno con le quattro colonne di sostegno.  

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La lunetta del portale (foto: Oliver Blaz da hiveminer.com)

Leggi anche, sempre su questo capitello: QUANTO MISTERO IN QUEI PESCI NASCOSTI

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Non c’è, questo capitello della Pesca miracolosa, nel volumetto sui capitelli romanici che Before Chartres propone, finalmente “in carta”, ai suoi lettori più fedeli. E però ce ne sono altri dodici – anzi, per la verità ce ne sono altri quattordici – che hanno la pretesa di essere altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI

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Le storie della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

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Dai rilievi di Silos ai capitelli di Aguilar de Campoo e di Tudela, dagli affreschi di Mustair a quelli di Sant’Angelo in Formis: è specialissimo il nuovo volumetto di Before Chartres, che raccoglie sedici episodi del Vangelo trasformati in capolavori dagli artisti romanici: LE STORIE dei Vangeli NELL’ARTE ROMANICA.

9 pensieri su “Il giorno in cui Pietro finalmente capì

  1. Fiorenza

    Sei il più affascinante scrittore d’arte che io conosca. Chi sei? Quali sono i tuoi studi, oltre all’arte? Ti leggo con vaghezza e ti rileggo ad altri. Buona giornata.

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    1. Grazie, Fiorenza! Chi sono è detto, in poche parole, in testa a questo blog:

      “…mi proverò quindi a spiegare le radici e l’essenza dell’arte romanica, per quanto questo sia possibile a chi, come me, ha letto molto, ha visto di persona forse poco, ma certamente si è posto molte domande, e ha creduto di trovare risposte…”.
      Nessuna pretesa di catalogazione: anche se da trent’anni ogni mio viaggio ha per meta un sito romanico… il cammino è ancora lungo, lo so bene. Ma “capire” sì, “capire” il tempo romanico, questo sì è l’obiettivo. Ogni lettura – e sono state molte – permette di comprendere le radici, le “regole”, i perché di un’arte speciale e magica; e ogni visita, per chi sa vedere, diventa un tassello in questo percorso di comprensione.
      Mantovano di nascita, veneziano d’adozione, giornalista e professionista della comunicazione, racconto anche qui, in beforechartres.blog, per appunti non casuali, il mio peregrinare tra campanili e portali. Lo faccio attraverso due percorsi: quello più consueto delle singole visite (nella sezione I luoghi romanici) e quello più meditato che prova a fissare appunto “le regole” del linguaggio romanico (nella sezione I concetti romanici).
      Buon viaggio a chi viaggia con me nel medioevo “prima di Chartres”, e grazie davvero per la compagnia che mi fate.

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  2. Fiorenza

    La tua cultura, che dev’essere vasta, si sente. Scrivi molto bene anche degli aspetti, oltre che storici, spirituali. Trovare un tuo scritto è iniziare bene la giornata, e meglio ancora leggerlo al marito. Siamo padovani e abbiamo lavorato per anni a Venezia (con i mantovani collaboriamo ad una Onlus). Purtroppo anziani ma con tanta voglia di emozionarci attraverso l’arte. Buona giornata.

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  3. Aldo Valentini (da Fb):
    Giulio Giuliani, gli amici sanno che un cuoricino è poco perchè mi hai veramente toccato il cuore, a confermare che si riferisce al brano citato c è la rete strapiena di pesci a destra della barca ” gettate la rete a destra della barca”…. Una delle pagine più belle della buona novella.

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  4. Paolo Salvi

    Come sempre sublime.
    Davvero affascinante questo portale e soprattutto questa lunetta, così originale, così nettamente spartita in due registri, non me ne sovvengono altre di tal guisa.§
    Quel Cristo in mandorla, quasi come schiacciato ma avvolto tra i simboli del tetramorfo.
    E sotto, elegante loggia che accoglie le fasi più eclatanti della venuta del Nuovo Mondo.
    Per contro trovo quasi fumettistica l’elaborazione scultorea, forse ingenua,ma ben calibrata nella copertura degli spazi.

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  5. Aldo Valentini (da Fb):
    Giulio Giuliani, mi hai veramente toccato il cuore. A confermare che si riferisce al brano citato c’è la rete strapiena di pesci a destra della barca ”gettate la rete a destra della barca”… Una delle pagine più belle della buona novella. Un altro importante momento della vita di questi uomini che da quel momento diventano veramente pescatori di uomini. In miliardi ci siamo fidati di quanto hanno testimoniato costoro a costo della vita, su Colui il solo che ha parole di vita eterna. E non ho trascurato anche l’altra tua sottolineatura sui due pesci alla base del Cristo.

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