L’angolo acuto più bello del romanico

Tra le belle chiese romaniche di Puglia, quella di Ruvo, che non è la più grande e non è la più nota, è però inconfondibile per la particolarissima facciata. La quale è disegnata sì secondo i criteri consueti del romanico – presenta infatti i tradizionali quattro salienti che in mille altri capolavori romanici, da Modena a Verona, da Bari a San Miniato al Monte, raccontano all’esterno i volumi della navata centrale e delle due navatelle – ma se ne allontana andando quasi a cercare, e a richiamare, altri luoghi e altri stili.

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La facciata della Cattedrale

Difficile dire l’originalità della facciata di Ruvo con parole più belle di quelle che usa Alfredo Petrucci: “Al pari di quella di Trani – scrive nel suo Cattedrali di Puglia – non presenta spartimenti verticali di paraste, o interruzioni orizzontali di piani e di cornici, ma è un tutt’uno di singolare effetto”. E a renderla unica è proprio una questione di angoli, come spiega Petrucci, secondo cui la facciata “trae motivo di elevazione da un eccezionale sviluppo dell’angolo di convergenza del frontone (…) per cui di ottuso, com’è al solito, si fa acuto, e le due linee che lo formano tardano ad avvicinarsi ed a raggiungere alfine il vertice”. Ed è proprio così. E’ proprio quell’angolo acuto in cui si innalza e si conclude la facciata che, detto in parole più povere, la distingue da tutte le altre: merito delle due linee spezzate che, una da destra e una da sinistra, salgono convergendo verso il vertice della facciata ma… “tardano ad avvicinarsi”, come se entrambe, invece di cercarsi l’una con l’altra, cercassero il cielo.

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Il portale centrale

E già che ce l’abbiamo tra le mani, questo storico volume del Petrucci, usiamolo per dire come si deve e con parole auliche e ispirate, le altre peculiarità di questa facciata. A cominciare dai tre portali nei quali “la decorazione scultorea della Cattedrale di Ruvo tocca il suo diapason”, e che “sormontati da tre grandi archi di scarico, di cui uno, quello centrale, sensibilmente depresso, e gli altri due, quelli laterali, a sesto leggermente acuto, sembrano voler raccogliersi e quasi far parte per sé, legati alla terra, in contrasto con la parte superiore che aspira al cielo”. Diciamo poi del vuoto soave che caratterizza l’intera parete sovrastante, in cui galleggia “come sperduto, un piccolo occhio a trafori, circondato da testine di angeli”; e infine diciamo della “gran rosa”, cioè il rosone là in alto che è, secondo il Petrucci, “per la finezza delle modanature e degli intagli ad ovuli e foglie d’acanto della cornice, il giro esatto e quasi mobile degli archetti trilobati che congiungono le razze ed i trafori fantasmagorici del dischetto centrale e dei piombi, uno dei più splendidi ed armoniosi dell’epoca”.

C’è anche chi non stravede per la facciata della Cattedrale di Ruvo. Il volume dedicato alla Puglia romanica edito da Jaca Book, Pina Belli d’Elia la introduce come “uno dei più noti e problematici edifici medievali della Terra di Bari, la cui fama (…) va forse al di là dei suoi meriti”. Il testo giustifica la “deformazione in acuto” della facciata, tanto decantata dal Petrucci, come semplice conseguenza di un innalzamento della navata mai però realmente completato, e di un allargamento della base per realizzare le cappelle laterali. Insomma: hanno provato a renderla più alta, e hanno allargato la base; e quindi “ne è conseguita – spiega Pina Belli D’Elia – un’elevazione particolarmente accentuata della navata centrale e al tempo stesso un’anomala estensione degli spioventi laterali della facciata, la quale ha finito per assumere una curiosa quanto caratteristica sagoma a capanna”.

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Un dettaglio del rosone

Tant’è: gli edifici che escono dagli schemi possono anche affascinare molti e scandalizzare qualcun’altro. Tra le tante perle che nella Puglia medievale brillano per la loro linearità pulita, in alcuni casi addirittura classica, la “cattedrale acuta” di Ruvo, costruita nell’ultimissimo giorno del tempo romanico, ha trovato il modo per distinguersi: ha scelto di puntare al cielo, di spingersi in alto, come in alto, fino al limite, si spinge il suo rosone… Poi poco importa, sembra dire la chiesa di Ruvo, se qualcuno, anche autorevole, mi guarda da sotto in su e storce il naso.

 

 

 

9 pensieri su “L’angolo acuto più bello del romanico

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Francesco Sala (da Fb):
    Degli 85 monumenti visti e documentati nelle Puglie questo è quello che amo di meno anche se è uno dei più famosi della Terra di Bari anche in campo internazionale. Forse è proprio quella improbabile cuspide e l’assurda inclinazione degli spioventi che mi hanno sempre lasciato perplesso e anche gli scritti della grandissima Pina Belli D’Elia hanno contribuito a questa mia impressione davanti al monumento.

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      Non sapevo che avrei toccato un tasto scoperto. Cominciando a scrivere di Ruvo, pensavo ad una chiesa bella e strana, ma via via ho colto nelle varie tesi quasi due partiti, due tifoserie. Di certo Ruvo non lascia indifferenti: mi piace sentire anche il parere altrui.

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  2. Giulio Giuliani ha detto:

    Pietro Marchetti (da Fb):
    Non so perché, ma fra tutte le cattedrali romaniche pugliesi che ho visitato anni fa in due settimane è quella che, vista dal vivo, è risultata un po’ inferiore alle mie aspettative. Forse perché più piccola di come me la ero immaginata? Bella in ogni caso, però per me la regina è indubbiamente Bitonto

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  3. Giulio Giuliani ha detto:

    Nicola Chirico (da Fb):
    Qualcosa dovevano escogitare per porla in evidenza stante la modesta composizione strutturale complessiva. Scherzo !!! Credo modestamente che la eccessiva inclinazione della facciata sia stata motivata dalla ristrettezza dell’ aula centrale che per evitare il senso di soffocamento ai fedeli presenti, ne ha richiesto il suo innalzamento. Questa verticalizzazione avrebbe richiesto di conseguenza l’adozione di misure di salvaguardia; per esempio la posa in opera dei contrafforti che nel caso in esame , molto probabilmente, hanno voluto sostituire con lo stesso (insolito) coronamento superiore della facciata. Mi sbaglio forse!!! Saluti.

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  4. Anonimo ha detto:

    E’ molto bella, la cattedrale di Ruvo. O almeno, pare tale a me. La facciata particolare si chiama a taglienti. Ce ne sono nella lombardia francescana. Ma non è questo che volevo dire. Ci si sposò mia nipote, tanti anni fa. Ed io che venivo dal Nord piena di prosopopea mi aspettavo una chiesa come tante. Mi incantò il colore denso e dorato dell’interno bellissimo, gli affreschi, l’eleganza armoniosa delle linee… La ricordo piena di gioia.

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  5. Paolo Salvi ha detto:

    Maestosa ed affascinante proprio per questa particolare facciata dai salienti così obliqui, scoscesi. Una delle chiese romaniche pugliesi più note, assolutamente con pieno merito.
    Purtroppo non l’ho ancora vista, che la zona intorno a Bari tutt’ora mi manca e quindi le conosco per studi e letture, ma non per visione diretta.

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  6. Giulio Giuliani ha detto:

    Pietro Marchetti (da Fb):
    Vista dal vivo tanti anni fa devo dire che mi ha un po’ deluso… me la attendevo più imponente invece – se non ricordo male – è più bassa di quanto mi aspettassi, nonostante quel puntare verso l’alto. Preferisco altre cattedrali romaniche pugliesi, ad esempio Troia. La perfezione assoluta poi per me è Bitonto,

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  7. Anonimo ha detto:

    Come modenese egoisticamente penso che la nostra cattedrale sua meravigliosa! Ammetto con piacere che sono stata molto colpita da questa originalità che purtroppo non conoscevo. Molto interessante ed unica!

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