No, Zillis non è un album di figurine

Si può andare a Zillis come fanno molti, semplicemente per guardare il particolarissimo soffitto in legno, pieno zeppo di personaggi e figure e scene dipinti nel tempo romanico. Ci si può accontentare di cercare i più noti tra i 153 riquadri, come certi simpatici mostri marini, o i tre cavalli in attesa sotto il portico: in effetti, le grandi tessere del soffitto di San Martino sembrano prestarsi di buon grado ad essere fotografate così, come fossero figurine di un album d’altri tempi in cui quel che conta è trovare la più rara, che sia quella del portiere Pizzaballa o l’altra, del “feroce Saladino”.

Ma del soffitto di Zillis, notevolissima opera datata alla prima metà del XII secolo, è bello scoprire il senso e l’ordine, e la logica con cui il racconto si dipana lungo tutto il susseguirsi delle scene. Così, chi conduce la visita nella chiesetta svizzera a ragione si premura di fornire – anche a chi è distratto, obiettivo all’insù, a cercar mostri e re magi – almeno alcune essenziali informazioni di orientamento.

La chiesetta e il soffitto

Primo. I pannelli del soffitto, tutti delle stesse dimensioni, sono disposti in 17 righe da 9 riquadri ciascuna. Probabilmente non è una coincidenza che in totale siano 153, proprio come i pesci tirati su dagli apostoli nelle reti della “pesca miracolosa”.

Secondo. I 48 riquadri che costituiscono il perimetro del soffitto rappresentano il mare popolato di scene di pesca (c’è un nesso con i 153 pesci di cui si diceva?) e animali e mostri acquatici; in quelli posti proprio agli angoli, stanno invece quattro angeli che trattengono i quattro venti. Il mare e i cieli, anche a Zillis, circondano la terra. L’intero soffitto è quindi un universo, un mondo contenuto entro i propri confini fatti d’oceani vasti, di creature mitiche e di potenze superiori. Racchiusa dentro questo bordo acqueo e soprannaturale – quanto lontano doveva essere il mare, per un pittore svizzero del XII secolo! – c’è dunque la terra, la vita dell’uomo; e diventa ancora più interessante vedere come la sintetizzano i 105 riquadri rimanenti.

Terzo. Esclusi come si è detto i 48 riquadri del bordo, le rimanenti scene – che si leggono, dal coro verso l’ingresso, in ordine successivo come si leggono le righe di un libro – rappresentano la vicenda della salvezza, dagli antenati regali di Gesù fino al momento in cui, durante la passione, il Messia è coronato di spine (e vedremo il perché). La terra intera, la vita del mondo, il senso stesso dell’esistenza umana coincidono, nel soffitto di Zillis, con la lunga storia dell’amore di Dio per l’uomo, con la redenzione promessa dall’eternità e realizzatasi in Cristo (una guida dettagliata nel sito della Biblioteca Cantonale dei Grigioni). A sottolineare la centralità del progetto divino sull’uomo, salvato attraverso l’incarnazione e il sacrificio del Figlio di Dio, una cornice speciale “marca” i riquadri della fila di centro e della riga mediana: si disegna così una grande croce che attraversa tutto il soffitto.

Quarto. L’ultima riga del “libro” di Zillis rompe lo schema: gli ultimi sette riquadri, infatti, raccontano le vicende di san Martino, a cui la chiesetta è dedicata. E la cosa stupisce non poco, anche perché i sette riquadri dedicati a Martino stanno proprio là dove ci si poteva aspettare di trovare le ultime decisive istantanee della vita terrena del Cristo: interrotta come in un fermo immagine a quell’imposizione della corona di spine che chiude la riga precedente, la storia di Gesù avrebbe potuto e dovuto invece proseguire con la via crucis, la crocefissione, la deposizione, il sepolcro vuoto, il “noli me tangere”, il Risorto con Tommaso al Cenacolo, l’ascesa al cielo… tutti fatti evangelici cruciali, che a Zillis non sono raccontati.

Tra le ipotesi che spiegano questo inatteso epilogo, due meritano attenzione. Si può mettere in conto che le ultime scene della vicenda del Cristo siano andate distrutte, e che siano state sostituite da altre provenienti magari da un’altra parte di soffitto identico, magari realizzata sopra il coro, e ora perduta; l’ultima riga dedicata a Martino sarebbe quindi una soluzione di ripiego adottata durante una delle campagne di “restauro” del soffitto, che non è stato certo esente da interventi di questo tipo – si ricordi che nella fascia esterna sono collocati 13 pannelli rifatti in epoca moderna, riconoscibili perché “doppi”, cioè realizzati copiando uno degli esistenti -. C’è anche però chi considera originale l’attuale disposizione dei pannelli, anche di quelli dell’ultima fila dedicati a san Martino. Per gli studiosi che seguono questa ipotesi, nel soffitto di Zillis la storia del Cristo si ferma all’imposizione della corona di spine per una precisa scelta teologica: si intende evidenziare come tutta la storia della salvezza del mondo, che si apre con le teste coronate dei precursori del Messia, si chiude infine, e viene infine redenta, con una corona di passione e di martirio, quella posta sul capo di Gesù, agnello sacrificale, re e vittima, morto e risorto, uomo e Dio.

Si alzino ora finalmente le fotocamere, che lavoreranno con un briciolo di consapevolezza in più. Agli appassionati fotografi Before Chartres dà un ultimo consiglio. E’ quello di non dimenticare la lettura continua – come nella pagina di un libro, si diceva – che va fatta del soffitto di Zillis: molti episodi – ad esempio le peripezie dei Re Magi, o la strage degli innocenti che è raccontata con cinque scene successive – occupano due o più riquadri e vanno quindi letti e raccontati nello loro complessità. Riproducendo e riproponendo insieme le diverse scene che narrano una stessa vicenda, evitiamo di isolare immagini che lette da sole non hanno compiutezza e diventano davvero “figurine”. Diamo così una mano al pittore di Zillis, il quale molto deve aver patito, condizionato dai rigidi confini quadrati in cui il suo soffitto ha costretto la narrazione: raccontando Zillis a strisce più che a quadrati, restituiamo un senso più pieno al suo racconto della salvezza del mondo; che non è affatto banale, che non è affatto “povero”, che non è affatto popolare come una visita affrettata può far credere.

Le scene dedicate alla vicenda dei Magi

8 pensieri su “No, Zillis non è un album di figurine

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Sandro Berganti (da Fb):
    Una descrizione molto interessante, che aiuta proprio a non banalizzare la visita nella bellissima chiesetta svizzera. Anche il museo che è stato allestito nelle vicinanze permette di gustare meglio il bellissimo soffitto.

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  2. Giulio Giuliani ha detto:

    Antonella Fabriani Rojas (da Fb):
    Stupendo. Mi ha ricordato altri soffitti a riquadri come quello di palazzo Steri, Palermo, che poi divenne sede regia. Manfredi Chiaramonte (m. 1391), Conte di Caccamo e Modica, Duca di Gerba, Vicario della Regina Maria e Ammiraglio, in occasione delle sue nozze con Eufemia Ventimiglia aveva fatto dipingere dai pittori Cecco di Naro, Simone da Corleone e Pellegrino Dareno tra il 1377 e il 1380 il soffitto ligneo della Sala Magna con scene bibliche, leg-gende medievali, episodi dei cicli letterari carolingio, troiano e bretone arricchite con didascalie. La cosa mi interessava perchè ci sono storie argonautiche che è di mio grande interesse per ragioni di studio. Ma palazzo Steri è di un secolo più tardo.
    Piuttosto io mi domando quanto fossero leggibili queste storie dal basso, che già è scomodo dalle pareti, considerando pure che la vista cala a tutti ad una certa età e per quanto morissero giovani, comunque c’erano quelli che superavano il mezzo secolo e pure di più.

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      Ha almeno dieci anni… I restauri a Zillis sono tutto sommato frequenti: il sito della Biblioteca Cantonale dei Grigioni dice che i pannelli sono stati “restaurati nel 1939-40 e nello stesso periodo riordinati in una nuova sequenza da Erwin Poeschel; consolidati nel 1971-72, nel 1994 e nel 2003-04”. A questi interventi si aggiunge evidentemente quello che hai “incrociato” tu…

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  3. Paolo Salvi ha detto:

    Splendido edificio, praticamente unico nel suo genere. Molto belle le raffigurazioni riportate che lasciano vedere nel dettaglio diverse tavolette decorate.
    Come ho già detto in altre occasioni la Svizzera mi manca tutta e a Zillis in particolare conto di andarci quanto prima. Grazie a queste tue preziose suggestioni.

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