Quelli della chiesa di Santiago “il Vecchio”, a Zamora, sono tra i capitelli più fotografati e più discussi del romanico. Uno in particolare contiene una sarabanda di figure ed evidenti allusioni sessuali, tanto che qualcuno l’ha definito il “capitello dell’orgia”; anche negli altri però appaiono esplicite rappresentazioni erotiche. E insomma: lo stile primitivo e popolare dei rilievi e lo stato di conservazione della pietra, non perfetto, rendono difficile sciogliere in modo definitivo il groviglio delle scene; e però, che questi rilievi siano almeno un poco “osé” è difficile nasconderlo.
La piccola chiesa, nota anche come “Santiago de los Caballeros” o “Santiago de las Eras”, è stata a suo tempo costruita in area rurale, e ancora oggi sorge fuori dal perimetro dalla città, pur se per poche decine di metri. Semplicissima nella struttura e praticamente priva di decorazioni scultoree all’esterno, ha un’unica navata rettilinea e spoglia che però va a sfociare in un presbiterio sorprendentemente ricco: l’abside infatti è messa in risalto da un imponente giro di archivolti, retti su ciascun lato da tre semicolonne con i relativi capitelli; pochi metri più avanti, tra la zona presbiteriale e la navata vera e propria, sorgono addossati alle pareti due pilastri che forse avrebbero dovuto reggere un arco trasverso; e appoggiate ai due pilastri, due semicolonne sono completate da due grandi capitelli.


Gli otto pezzi sono stati scolpiti probabilmente dalla stessa mano e, caratterizzati da uno stile primitivo, possono essere attribuiti al XII secolo iniziato da poco. Già nei sei capitelli dell’abside appaiono alcune figure che dobbiamo considerare quanto meno inattese, a partire da una coppia avvolta in un abbraccio equivoco che sta a sinistra dell’abside: si può anche provare a immaginare, come ha fatto qualche studioso, che siano Adamo ed Eva avvinghiati dal Serpente; a molti invece pare chiaro che la mano della donna vada a reggere il membro dell’uomo, anche se quest’ultimo è stato eliminato in modo brutale.
Nella triade di capitelli che stanno a destra, un’altra figura di donna sorprende chi osserva: è come accovacciata e tiene le braccia incrociate sul davanti; evidente è però la vulva, che sbuca da sotto la tunica. Certo: non è affatto raro che gli organi genitali siano rappresentati in bella mostra su portali, capitelli e canecillos: in Italia ricordiamo le raffigurazioni “erotiche” per cui sono famose le pareti esterne della chiesa di Cortazzone, e in Spagna gli esempi di mensole spregiudicate sono tantissimi, e alcuni ancora più espliciti; stupisce però che rappresentazioni del genere si trovino, qui nel Santiago el Viejo di Zamora, all’interno dell’aula, e tanto vicini alla parte più sacra della chiesa.


I pezzi più notevoli sono però i due capitelli posti, l’uno di fronte all’altro – li vediamo qui nelle bellissime foto del sito arteguisas.com – all’inizio dell’area presbiteriale. Il primo è particolarissimo perché diviso in due fasce, una sottostante con decorazione vegetali e un’altra più in alto con la scena vera e propria; e in questa zona superiore si dispiega una lotta in cui due figure umane si avvinghiano ad altre che invece sono animali, anche se non riconoscibili con certezza: leoni? cani? orsi?



Il secondo capitello è a dir poco unico, ed è quello che ha fatto innamorare molti commentatori, tanto che anche sul web è riproposto spessissimo, in siti differenti, con i più disparati tentativi di spiegarne il significato.
L’intera superficie del pezzo è coperta di figure: a sinistra c’è un uomo che monta un cavallo, e che però, a sua volta, è sovrastato da un altro personaggio che pare essergli salito sulla schiena; al centro due uomini con le braccia avvinghiate sembrano saltimbanchi che reggano una piramide umana, e sopra di loro in effetti, in alto al centro sta una donna, affiancata poi a destra da un’altra figura femminile velata, e a sinistra da un piccolo personaggio a testa in giù, che forse cade da dov’era salito; nel lato destro, infine, due altre donne sono sovrastate da due altri uomini, ed anche qui non si capisce se stiano facendo un esercizio di acrobazia o se sia in corso – è innegabile che uno dei due uomini esibisce un pene gigantesco, pur mutilato, e che una delle due donne sembra mostrare la vagina – quell’orgia che secondo alcuni è il vero soggetto dell’intero capitello.
Per quel che vale la sua opinione, Before Chartres vede anche in questi due capitelli la riproposizione di una specifica tematica, già incontrata ad esempio nei rilievi di Santa Maria di Uncastillo, in Aragona, quella cioè del mondo folle e incontrollato e onnipresente, nel medioevo, degli spettacoli di strada in cui, per lo spasso delle folle, si mescolavano acrobazie e animali addomesticati, e danze, ed equilibrismi, ed esibizioni sconce. E’ probabile che nel capitello di sinistra, quindi, siano rappresentati domatori che tentano di imbrigliare un orso – secondo la ricostruzione fatta con dovizia di dettagli da romanicodigital.blogspot.com – e che in quello di destra si concentrino effettivamente esercizi di saltimbanchi da sagra paesana, conditi di eccessi e volgarità.
Nel bel libro di Hesse, Narciso e Boccadoro, ambientato nei secoli del medioevo, uno dei protagonisti condivide alcuni dei suoi giorni con gli ambulanti di un circo: anche nel romanzo ritorna, come propria dell’ambiente degli attori di strada e dei teatranti, la stessa commistione tra spettacolo e trasgressione che troviamo nel capitello del Santiago. Commistione che a quel tempo era prorompente ed inevitabile; commistione che conviveva senza remore con la fede e la paura, invadendo molto spesso i sagrati e dando prova di sé all’ombra delle chiese; commistione che, chissà per quale strano caso, qui a Zamora fa un passo in più, entra nella navata, e addirittura si avvicina, provocante, allo spazio più sacro delle liturgie quotidiane.
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Fausto Bellini (da Fb):
Anche a Cortazzone, come scrivete, ci sono figurazioni sulle pareti che fanno pensare a orge e a festini sconci. Forse erano simboli e richiami alla fertilità.
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Sandra Conti (da Fb):
La Castiglia è proprio una terra speciale per chi ama il medioevo. E’ ricchissima di chiese romaniche piene di figurazioni, portali, capitelli… Una regione interessantissima dal punto di vista storico e artistico.
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Francesca Mermati (da Fb):
Fantastico… la chiesa dove il Cid fu ordinato cavaliere
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Ormai non destano più meraviglia questi capitelli dalle raffigurazioni ostentatamente erotiche, che paiono a noi così anomali e fuori contesto, ma che nell’epoca romanica erano tutt’altro che desueti anche se non proprio esposti nella navata, ma relegati all’esterno, nei cannecillos, nelle mensole o in luoghi simili.
Resta però il mistero che li avvolge circa il significato intrinseco.
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Benito Recchilongo (da Fb):
Si direbbe che lo scultore si sia anche divertito … contando sul fatto che i fedeli non avrebbero potuto notare tutti i particolari, data la distanza da cui osservavano i capitelli.
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Giovanni Rossetti (da Fb):
Le pietre nascondono il viaggio dell’ uomo con lo Spirito. Nel silenzio, si possono ancora sentire i passi silenziosi degli uomini curvi ad ogni implorazione.
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