La chiesa guerriera in alto a Loarre, avamposto degradato a retroguardia

Si potrebbe pensare che sia un vantaggio, per una chiesa, essere costruita sotto l’ombra protettrice di un castello; e seguendo questo ragionamento, della chiesa di Loarre, sorta all’interno delle mura di un maniero fortificato a più di mille metri d’altitudine, potremmo dire che fu tra le più fortunate. La sua vicenda, però, ebbe un esito ben diverso da quello atteso.

L’accesso al castello e la vista sulla piana circostante
La roccaforte dalla pianura

Nel medioevo alto, la rocca di Loarre segnava, assieme ad altre simili, una linea immaginaria che tagliava in due l’Aragona: era cioè uno degli avamposti delle difese dei cristiani di fronte all’avanzata dei musulmani, i primi schiacciati con le spalle al muro contro i Pirenei, ma sostenuti dalle terre fedeli al di là dei monti, i secondi giunti fino alla vicina città di Huesca, e in continua avanzata, contrastata, appunto, dalla strenue resistenza e da un certo qual sistema di fortificazioni, di cui anche Loarre faceva parte. In questa guerra come di trincea, ad un certo punto i musulmani riuscirono anche a conquistarne la rocca, e a farla propria per un decennio. Nel 1070, però, in uno di quei continui blitz di cui è fatta la storia della reconquista, il re Sancho Ramirez, ripreso il controllo del castello, ne inaugurò la seppur breve epoca d’oro: risale agli anni immediatamente successivi, infatti, l’ampliamento della cittadella fortificata, che assunse in sostanza la struttura che ammiriamo anche oggi.

Collocato in posizione forte sulla piana, con i Pirenei alle spalle, il castello di Loarre per un breve lasso di tempo divenne una sorta di faro davanti al mare; ed fu proprio quello il momento in cui si costruì la nuova chiesa, dedicata al Salvatore e a San Pietro, la cui alta abside marca in modo così vigoroso il profilo del maniero; a questa chiesa, in cui Sancho Ramírez insediò un collegio di canonici agostiniani, fu dato il titolo e il ruolo di cappella reale; e il castello tutto, dotato di terre e di beni, divenne tra le più importanti residenze regie, avamposto potente e ricco, simbolo della ferrea volontà di riprendere tutta l’Aragona, e di restituire alla cristianità tutta la penisola iberica.

L’interno della chiesa

Sembrò allora che lo stretto legame con la guerra e la sua evoluzione potesse garantire ricchezza e centralità alla chiesa e al castello di Loarre, diventati un po’ il centro del mondo; al contrario, solo pochi anni dopo, e proprio per i successi conseguiti dalla reconquista, la rocca e la cappella si scoprirono marginali: cacciati i musulmani dalla città di Huesca, i cristiani spostarono di qualche decina di chilometri il confine da presidiare; i reali si inventarono una nuova cittadella fortificata, quella di Montearagón, con una nuova cappella reale, e sacrificarono la centralità del castello di Loarre proprio al servizio dell’edificazione della nuova residenza.

La chiesa di Loarre, abbandonata dai canonici, e presto ridotta a inutile capolavoro in una roccaforte di retroguardia, ha vissuto un lento declino fino ai restauri dell’epoca moderna, che ce l’hanno restituita nelle forme e con i decori di quel decennio di splendore nella seconda metà dell’XI secolo. La cappella, affiancata da una scalinata coperta e imponente, si inserisce in modo strettissimo nell’articolazione del castello e dell’intera fortificazione, e quasi ne costituisce l’ingresso. La struttura esterna dell’abside è davvero bellissima, realizzata e decorata secondo gli stilemi del romanico aragonese, e si erge alta divisa in tre piani sovrapposti, quello delle fondamenta, quello che all’interno ospita la cripta e quello del presbiterio. La chiesa poi ha un’aula unica, coperta da una vasta cupola e completata dalla zona presbiteriale leggermente soprelevata; il giro dell’abside, dietro all’altare, è un susseguirsi di arcatelle, rette da colonnine e capitelli: l’articolazione delle pareti è preziosa e molto equilibrata; l’apparato decorativo è ricco, anche se forse un po’ ripetitivo e privo di singoli pezzi di particolare rilevanza.

Il giro dell’abside e alcuni capitelli

La visita al castello di Loarre resta un passaggio irrinunciabile per chi percorra l’Aragona del romanico. La storia del castello diventa ancor più affascinante quando, dai bastioni, si osservano le terre stese ai suoi piedi come un tappeto; e ci si rende conto di quello che è forse il pregio più grande di questa chiesa guerriera, cioè il modo in cui gli architetti sono riusciti ad integrarne la vasta struttura – la navata è alta quasi 14 metri, la cupola 20, il muro esterno dell’abside arriva quasi a due metri – con il resto della fortificazione, in uno spazio complesso ed elevato che la cappella, sorprendente protagonista in questo teatro aspro e bellicoso, riempie ancor più di fascino e di bellezza.

Archeggiature e capitelli del presbiterio

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