Hagetmau: nella cripta senza chiesa, san Pietro e la sua fuga dal carcere

Nell’angolo meridionale dell’Aquitania – poco più a sud si innalzano i Pirenei, e al di là dei monti è già terra basca – dell’abbazia antica di Saint-Girons resta solamente la cripta: complesse vicende, nel corso dei secoli, hanno portato alla distruzione di tutti gli edifici monastici, compresa la chiesa abbaziale, definitivamente abbattuta nel secolo scorso. Quasi a farsi perdonare di questo secolare scempio, e finalmente consapevole del proprio dovere e del proprio interesse, la comunità di Hagetmau oggi protegge e valorizza con dedizione questo scrigno seminterrato e sorprendente – ricordate altri luoghi in cui si possa andare a visitare una cripta romanica orfana della propria chiesa? – e i capitelli che in esso sono custoditi. Il più bello dei quali narra di Pietro, di quando fu messo in carcere, e di come un angelo del Signore lo liberò dai vincoli e dalla prigionia.

L’angelo libera Pietro e, sotto, i soldati di guardia (foto: Alain Guët)

Vale la pena di soffermarsi sotto questo capitello che, dicono, è scolpito anche dove non vediamo, e impropriamente, quindi, è stato collocato, durante chissà quale restauro, su una delle semicolonne contro la parete. Il rilievo narra della liberazione miracolosa di quello che, nato pescatore, diventerà la pietra fondante della comunità dei cristiani, e lo fa seguendo il preciso racconto degli Atti degli Apostoli. Nel capitolo 12 si dice infatti che “il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro”. Il testo racconta dei due piccoli eserciti che si contrastano a distanza mentre il primo degli Apostoli è prigioniero: da una parte, all’ingresso del carcere, “quattro picchetti di quattro soldati ciascuno” fanno la guardia; nel frattempo “dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui”. E mentre si contrastano così le volontà degli uomini, si avvera il miracolo: è notte, e Pietro sta dormendo, legato con due catene, piantonato da due soldati che il capitello rappresenta a sinistra; ed ecco che, come si vede nella scena di destra,

gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

L’angelo (barbuto?) libera san Pietro

Un’iscrizione incerta – FREREA QVID CUSTODES / MIRVM SIC CEDVNT / HOSTIA PETRO SOLVE/RE ANGELUM PETRUM – corre sulle arcate che sovrastano le due scene e i personaggi, e ci conferma quale sia l’episodio narrato; con i suoi errori di ortografia, ci permette inoltre di verificare che, come spesso accadeva nel tempo romanico, anche lo scultore di Hagetmau aveva qualche problema con la lingua colta. E vorremmo approfondire anche da dove vien fuori questo angelo che arriva in soccorso di san Pietro: se non abbiamo dubbi che faccia parte delle schiere celesti, viste le iscrizioni, e viste le ali che si spiegano dietro la sua schiena, è certamente la prima volta che vediamo il viso di un messo divino contornato dalla peluria tipica delle gote dei maschietti… Che si tratti, anche qui, di un errore, della leggerezza di uno scalpellino non troppo ferrato in teologia?

Il capitello di Lazzaro (foto: Alain Guët)

Un altro capitello istoriato, qui ad Hagetmau, narra della vicenda del povero Lazzaro, che mendica le briciole alla tavola del ricco Epulone e poi viene portato in cielo dagli angeli. Ma sono forse ancora più originali ed interessanti, tra gli altri capitelli, quelli in cui si rappresenta la lotta tra uomini e animali, ed è particolarmente inusuale e affascinante la scena in cui personaggi in piedi si contrappongono a grandi uccelli dal becco minaccioso, e a questo becco sembrano voler sottrarre il nutrimento; belle anche le raffigurazioni di uomini che sembrano venir inghiottiti da giganteschi leoni mentre un personaggio in piedi li tiene per i capelli. Uccelli, felini, animali in lotta tra loro, eleganti decorazioni floreali completano il repertorio iconografico dei capitelli della cripta, che vengono attribuiti ad un gruppo ristretto di scalpellini, attivo nel XII secolo avanzato.

La cripta, anche per la coerenza stilistica dei quattordici capitelli – quattro sulle colonne che reggono la volta e i rimanenti alle pareti -, ha un fascino innegabile. Quasi sopravvissuta, orfana, come si diceva, della chiesa che la sovrastava, profuma di nuovo: si avverte la cura con cui è stata restaurata, che però non stona con lo stile elegante e caldo dei capitelli; piace, e fa ben sperare, il modo in cui Hagetmau si stringe intorno a questo suo tesoro intimo, e lo fa vivere con visite, pubblicazioni ed iniziative.

Una visita guidata nella cripta (foto: tourismelandes.com)

.

Dodici tra i più interessanti capitelli del tempo romanico – da quelli di Sant’Antimo e di Mozac a quelli di Retortillo e di Clermont-Ferrand , riletti con gli occhi di Before Chartres, sono stati raccolti tutti insieme nel volumetto pubblicato per i lettori più fedeli. Vedere per credere: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI.

.

Un’altra rassegna di capolavori: altri venti capitelli, tra i più belli scolpiti nel tempo romanico, sono raccolti in questo volumetto. Before Chartres li guarda e li racconta con la consueta curiosa attenzione, e con quell’entusiasmo che, di fronte a pezzi così eccezionali, è inevitabile: CAPITELLI ROMANICI, altri VENTI CAPOLAVORI.

.

Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? C’è un itinerario che, organizzato su una settimana, tocca i luoghi e le realizzazioni più affascinanti: è diventato un volumetto, che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

.

5 pensieri su “Hagetmau: nella cripta senza chiesa, san Pietro e la sua fuga dal carcere

    1. Questa cripta dedicata a Saint-Girons, Magda, si trova ad Hagetmau, in Aquitania, oggi nella regione detta Landes. C’è un altra località chiamata Saint-Girons nell’Ariège, regione collocata molto più ad est, anche se sempre vicina ai Pirenei. E l’abbazia di Combelongue sorge effettivamente vicino a quel Sant-Girons, non vicino ad Hagetmau.

      "Mi piace"

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Una cripta stupenda, ben restaurata e conservata dalla popolazione locale. Magnifici i capitelli istoriati di una fattura alquanto raffinata.
    Appare molto strano, del tutto inusuale la raffigurazione barbuta di un angelo.
    Possibile che sia questa la corretta interpretazione?

    Non sono mai stato nelle Landes anche se l’anno scorso di rientro dalla Navarra le ho sfiorate visitando nei Pirenei Atlantici i borghi di Saint-Jean-Pied-de-Port, Oloron-Sainte-Marie e Lescar e le loro magnifiche chiese romaniche.
    Hagetmau dista meno di 50 km da quest’ultima.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Paolo Salvi Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.