Il diavolo è sconfitto, parola di Siones

Lo possiamo dire, che Santa María di Siones è la meno aggraziata tra le chiese a navata unica della Castiglia alta? Vista all’esterno, paga sicuramente dazio rispetto alla cugine di Tejada, di Rodilla e di Hontoria, insieme alle quali comunque costituisce un gruppo omogeneo, quasi una famiglia; e per di più la nostra Santa María, che pure sorge grigia in mezzo al verde in posizione amena, ha la fama di essere stata integrata nei secoli, e restaurata in tempo moderni così pesantemente da risultare, secondo alcuni, il frutto di una vera e propria “ricostruzione in stile romanico”. Il suo interno, però, è tra i più appassionanti dell’intera regione.

La chiesa, facciata e lato sud
L’abside

E’ opportuno allora non soffermarsi a lungo sulla struttura, effettivamente poco equilibrata, sui decori all’esterno dell’abside, molti dei quali probabilmente frutto di interpolazione successiva, e sui portali, fin troppo semplici e sobri e anche questi decisamente tardi – è ormai gotico quello principale, con i suoi capitelli a decori vegetali ripetuti in serie -; conviene semmai entrare senza troppi indugi, per farsi accogliere ed abbracciare dal clima quasi fatato di questo interno: la chiesa di Siones, infatti, appare nella sua parte orientale come popolata da una decorazione scultorea particolarissima, primitiva e pittoresca, del caldo colore di pietra viva; e le figure scolpite, numerose e varie, abitano, nel vero senso della parola, uno spazio dolcemente complesso, che per la sua singolare conformazione sembra disegnato proprio per accoglierle e dar loro rifugio.

La parte orientale della chiesa vista dalla navata (foto: Santi Mendiola)
La pianta della chiesa

Si allarga la navata, nell’ultima campata prima di sfociare nel presbiterio, in due navatelle: sono brevi, oltre che strette, e si affiancano allo spazio centrale solo in questa parte della chiesa, creando in pianta una sorta di transetto basso, ma configuradosi in realtà quasi come due gallerie cieche, una a destra e una a sinistra, separate dalla navata con piccole arcate, due per ogni galleria. Ed è intorno e all’interno di queste due navatelle cieche, oltre che nell’abside articolata in una doppia serie di archeggiature – sette nella parte superiore e sette in quella inferiore – con i relativi capitelli, che si concentra il florilegio della scultura appassionata di Siones. Ed è proprio all’interno delle due gallerie cieche, basse ed oscure, che sono custoditi nell’ombra i due rilievi più affascinanti della chiesa.

Sul lato breve, quello orientale, della galleria di destra, un piccolo pannello posto come dentro un’edicola mostra una figura femminile che afferra per i capelli un personaggio minore, e in questo modo lo maltratta: si tratta, secondo le più autorevoli letture proposte, della rappresentazione di una santa, santa Giuliana, che lotta contro un malcapitato demone. La donna è raffigurata in piedi, e afferra con entrambe le mani i capelli in ciocche del diavolo; questo, a sua volta, accucciato, prova a reagire allungando la mano ad afferrare il vestito della santa. Nell’altra galleria, collocato nella stessa posizione sul muro breve ad oriente, un secondo pannello, simile nelle dimensioni e altrettanto pittoresco e curioso, mostra un Cristo seduto, con un libro in mano e un pastorale al fianco, e, vicino, un altro povero piccolo diavolo: il demone quasi si nasconde lasciando spazio al Figlio di Dio, e guardando verso chi osserva la scultura indica il Salvatore con la mano sinistra. Potrebbe essere una rappresentazione collegata al tema delle tentazioni di Gesù nel deserto; ma altri studiosi, che si limitano ad osservare la scena per quel poco che mostra, preferiscono vedere qui la raffigurazione di un demone che, impaurito e vinto, ammette la supremazia del Salvatore, e la certifica agli occhi di chi guarda.

Qui e sopra, capitelli della chiesa

Tutto intorno, sui capitelli delle due gallerie e sugli altri che arricchiscono l’abside e il presbiterio, altre figure dal notevole fascino e dal linguaggio molto simile popolano la chiesa di Santa María: ci sono la vicenda di Adamo ed Eva e quella di Davide e Golia, e mostri, diavoli, operai in cantiere, leoni e altri animali, personaggi in barca e a cavallo, arpie e teste umane; spicca una colonna, a sinistra nel presbiterio, riccamente decorata su tutto il fusto. Dalla navata, però, visibili fin quasi dall’ingresso anche se nascosti nelle navatelle in cui si trovano – si osservi più sopra la bellissima foto di Santi Mendiola -, i due rilievi del Cristo e di santa Giuliana si propongono come punti privilegiati a cui guardare, importanti, in Santa María, quasi quanto l’abside. E sono, questi due rilievi, i portatori di un messaggio comune, che è quello della presenza, sì, delle forze demoniache che insidiano il mondo, le quali però possono essere sconfitte: il cristiano può combattere e può addirittura umiliare i demoni che lo insidiano; come fa santa Giuliana che strapazza per bene il proprio antagonista; e come fa il Cristo che vince e si impone, rintuzzando ogni tentativo di Satana, fino a costringerlo ad ammettere la sconfitta e a riconoscere la vittoria di Colui che, solo, merita la gloria e la lode in eterno.

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2 pensieri su “Il diavolo è sconfitto, parola di Siones

  1. Avatar di Sconosciuto Anonimo

    Originale chiesa minore sia nella conformazione planimetrica sia nella decorazione scultorea, che mostra pregevoli capitelli e due lastre dall’iconografia sorprendente.

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  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Originale chiesa minore sia nella conformazione planimetrica sia nella decorazione scultorea, che mostra pregevoli capitelli e due lastre dall’iconografia sorprendente.

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