C’è un portale scolpito che non conoscevo, e che ancora non conosco bene; da quando ne ho scoperto l’esistenza, però, lo inseguo senza tregua… Bello e primitivo come una croce irlandese, orna la porta di una chiesa-castello, la chiesa di San Pietro a Grossen-Linden, in Assia, Germania. Non antichissimo, datato anzi al XII secolo avanzato, il portale di Grossen-Linden è di una semplicità estrema: due montanti squadrati e scolpiti culminano in capitelli a forma di leoni distesi; più sopra si incurvano due archi, anch’essi squadrati, il principale dei quali presenta cinque grandi scene che non avrei mai saputo comprendere, se non fosse stato per…

L’ho detto all’inizio, che inseguo questo portale da un po’; da quando cioè un amico ne ha postato alcune foto su Facebook, con la semplice dicitura “Église Saint-Pierre a Großen-Linden (Gießen, Hesse)”. Tracce esigue. Sufficienti, però: pochi minuti dopo ero già volato in Assia con GoogleMaps e, atterrato a Grossen-Linden, già giravo virtualmente intorno all’antica chiesa, per trovare il portale.
C’è, è proprio lì. E propone nell’archivolto principale cinque grandi scene che, dicevamo, non avrei mai saputo comprendere. Sul senso di quelle figure scolpite – in cui ritorna due volte un carro, e tornano figure che sembrano armate – non avevo alcuna notizia, fino a quando nelle mie ricerche non ho incrociato il sito web della comunità evangelica (http://peterskirche-linden.de/) a cui la chiesa di San Pietro è affidata. Una pagina, in quel sito, spiega in tedesco che l’arco racconta la storia di san Venceslao di Boemia. Mi aiuta il traduttore di Google: e trovo così bella la spiegazione che il sito dà dei rilievi del portale, che la riporto così come Google Translator la propone, con alcune precisazioni (mie, e forse inutili) tra parentesi quadre. Del portale nel sito si dice:

“Il costruttore è sconosciuta, forse anche istigato i Cavalieri [lavorò su incarico dei cavalieri]. Costruito probabilmente nel tardo 12° secolo, è stato compensato dal 1600 [traslato nel Seicento] da sud alla sua posizione attuale in Occidente [sulla facciata occidentale]. E’ unico in Germania a causa della sua serie di dipinti [!] che probabilmente mostrano, in base alla parrocchia Schulte e al professor Koeniger [e qui si citano evidentemente due studiosi] le storie di san Venceslao (Wenzel) di Boemia.
Nell’arco esterno: 1. Wenzel appare alla dieta di Worms prima di Henry 1 [davanti ad Enrico I]. 2. Va segretamente con il servo e il carro per ottenere legna per i poveri. 3. Sua madre istiga suo fratello ad assassinarlo. 4. Il suo cadavere viene portato a Praga in macchina [sul carro]. 5. Qui viene posata la prima pietra della chiesa del Santo Sepolcro [della chiesa in cui verrà sepolto il Santo]”.
E la spiegazione regge: i testi di storia dicono proprio che Venceslao, duca della Boemia pagana del X secolo, si inchinò al cristianissimo Enrico I re di Germania; Venceslao a sua volta fu pio e devoto e cristianizzò la sua terra; fu ucciso dal fratello Boleslao, difensore della fede pagana, sobillato dalla madre Dragomira, anch’ella contraria alla conversione del popolo; Venceslao, infine, fu sepolto nella chiesa costruita sulle sue spoglie, a Praga, e diventò presto il patrono della sua terra.
Ma torniamo al sito, e alla descrizione che fa del portale, e vediamo cosa aggiunge:
“Nell’arco interno: 1. Forester [la guardi forestale] cerca nella neve le impronte del ladro di legna. 2. Animali, cinghiali e dragoni avvisano del male, del diavolo (al centro). Il significato delle altre figure è controverso: forse Bonifacio, alfiere, ecclesiastico, serpente, aquila con testa umana, Pietro, santo con croce, drago, uomo con clava. I leoni cospicui non sono in realtà parte del portale, probabilmente portarono originariamente i pilastri della chiesa delle monache. La sinistra tiene insieme un gruppo di persone in bocca (significato simbolico: il leone è il diavolo e ha l’uomo peccatore in suo potere). Il leone destro tiene un ariete in bocca (significato simbolico: il diavolo tiene la persona debole, la vittima catturata)”.
Tant’è. E’ stata una gustosissima scoperta, il portale primitivo di Grossen-Linden. Fino a quando non avrò trovato testi più autorevoli e studi dettagliati e certi, questo fiabesco resoconto sul senso delle cinque scene dell’archivolto (e di tutto il contorno) mi farà da guida e mi accompagnerà, primitivo e magico come il portale di cui parla. Sono in arrivo, Grossen-Linden. Aspettami.

* * *
Devo la scoperta del portale di Grossen-Linden a Sergey Ivanov: sono sue le fotografie che propongo in questo articolo, sperando che non me ne voglia, prese dal post che ha pubblicato nei giorni scorsi nella Pagina “Eglises Romanes”. Merita un grazie speciale, perché mi ha fatto conoscere la chiesa, con il suo portale, proprio nel giorno del mio compleanno, allietandolo con un regalo inatteso e intenso, quello appunto della scoperta di un posto nuovo, e del gusto dell’indagine e della ricerca.
.
Quello di Grossen-Linden è un portale “minore” del tempo romanico. Before Chartres affronta il tema dei grandi portali del medioevo, e lo riassume, come in un viaggio – finalmente “su carta” – in un volumetto prezioso, dedicato ai suoi lettori più affezionati. Lo si trova qui:DIECI grandi PORTALI ROMANICI.
.
Belle, lontane, inerpicate ad alta quota, difficilmente raggiungibili, dodici splendide chiese stanno nel volumetto che Before Chartres ha dedicato – finalmente “in carta” – ai più spettacolari nidi d’aquila del romanico.Lo trovi qui: DODICI CHIESE isolate DEL TEMPO ROMANICO.
.



Apprezzo tutto.
"Mi piace""Mi piace"
E non lo conoscevo nemmeno io. E per fortuna che hai pensato bene di condividerlo questo bel portale arcaicizzante nel tratto delle sue numerose sculture. Sorprende che sia del XII secolo avanzato, ma tant’è, a volte le mani degli scultori erano poco raffinate nel disegno quanto nello scolpire la pietra viva.
resta il fatto che è affascinante e anche la storia un po’ involuta che racconti aggiunge quell’aura di mistero che lo avvolge.
"Mi piace""Mi piace"