E’ massiccia, e però alta, la chiesa di Santa María, con la torre possente che sembra sfidare i monti tutto intorno, ma anche per via di quel grande tiburio centrale che sale anch’esso in verticale, e diresti, da fuori, che contiene una cupola. Poi dentro ti sorprende la navata bassa, e di cupole non ne vedi, e lo slancio verticale, all’interno, è sparito. Dovevo spiegarlo per tempo, ai miei amici, che questa chiesa nasconde un segreto, e anzi uno scrigno segreto che a sua volta custodisce una perla…
Ho dimenticato di segnalarlo, ai due appassionati girovaghi che in questi giorni, anche un po’ per colpa mia, girano in lungo e in largo l’Aragona, e mi scuso; ma andando a Santa Cruz de la Serós per visitare quest’abbaziale, è importante assicurarsi di poter accedere alla stanza superiore nascosta – sta proprio sopra la crociera della chiesa – dove si può ammirare, tra l’altro, il capitello “della doppia Annunciazione”… Avrei dovuto ricordarlo ai miei amici, e invece… Chissà che leggano per tempo questo post, o che per altra via, comunque, riescano a compiere una visita completa.
Santa Cruz de la Serós, il bel villaggio in cui sorge la chiesa di Santa María, si trova nel territorio di Huesca, all’inizio della strada che porta su allo strepitoso monastero di San Juan de la Peña, scavato nella roccia; il villaggio di Santa Cruz non può reggere il confronto, ma gode della vicinanza di questo sito di primaria importanza, per visitare il quale passano di qui moltissimi turisti; e di suo mette in campo la piccola e semplicissima chiesa di San Caprasio, e soprattutto l’abbazia, ben più grande e interessante, dedicata a Santa María. Quest’ultima, unica struttura rimanente del monastero femminile che sorse qui nel medioevo romanico – “de la Serós” starebbe per “de las sorores“, cioè “delle sorelle” – ha una sua forma peculiare che la rende inconfondibile: è tutta un gioco di volumi, infatti, poiché la navata, il transetto, le absidi, il tiburio possente e il forte campanile addossato sono abbracciati in un unico blocco, che però si articola in diverse sfaccettature – come una pietra di quarzo bruno – e in questo suo insieme si sviluppa in modo originale verso l’alto.
E proprio perché la cifra evidente di questa chiesa è il suo estendersi possente anche in altezza, quando poi si visita l’interno, tutto sommato piano, e l’aula e il transetto, non certo slanciati, è inevitabile chiedersi che cosa ci sfugge. E qualcosa rischia proprio di sfuggirci, se non teniamo conto che in verità al piano superiore, costruita sopra l’incrocio tra la navata e il transetto, c’è una camera nascosta, il cui ingresso nel medioevo veniva ben celato, e che serviva probabilmente come rifugio per le suore in caso di assalto, o come luogo in cui tenere al sicuro i tesori della comunità.
Al visitatore, oggi, la presenza della “cámara abovedada elevada” – la chiama così Garcia Omedes, nel suo imprescindibile romanicoaragones.com – o comunque di un ambiente e di un piano superiori, è suggerita dalla scura scala a chiocciola che, posta a metà dell’aula, a sinistra, permette di raggiungere l’accesso al locale sovrastante, cioè una piccola porta posta molto in alto nella parete della navata. Normalmente però i turisti non possono salire – avessi avvisato per tempo i miei amici, si sarebbero di certo procurati un lasciapassare… – e a chi chiede senza essersi premunito per tempo, i custodi della chiesa rispondono con un algido diniego. Eppure la stanza contiene, oltre al profumo di mistero di ogni luogo difficilmente accessibile, un capitello particolarissimo, in cui l’Annunciazione è rappresentata due volte e in cui, oltre all’angelo e alla donna che si confrontano in questo (duplice) dialogo, si aggiunge una misteriosa figura maschile…
Torneremo su questo capitello e sulla sua iconografia dibattutissima. Qui oggi ci contentiamo di svelare il primo dei segreti di Santa Maria, e cioè appunto la stanza costruita sopra l’aula del culto, caso unico nell’architettura romanica aragonese: ha una forma quadrata di base, ma poi si sviluppa in altezza, e grazie a quattro pennacchi angolari i lati diventano otto, così che l’ambiente può infine salire verso l’alto coperto da una vasta cupola costolonata. Troviamo qui, in sostanza, quel qualcosa che ci sfuggiva mentre stavamo giù nella navata, cioè quello spazio sviluppato in altezza e concluso da una cupola, che non poteva non esserci, promesso e anticipato dal profilo esterno della chiesa. E capiamo che è proprio questo ambiente protetto, collocato in questa posizione inusuale, a costituire il piano alto dell’abbaziale: occupando il vasto tiburio, rende slanciata tutta la parte centrale della costruzione, e le dà l’insolito profilo piramidale. Non ci fosse quel locale, la chiesa di Santa María avrebbe tutt’altro profilo, e a Santa Cruz de la Serós si fermerebbe, salendo verso “la Peña”, qualche turista in meno.
Quanto al capitello “della doppia Annunciazione”… ne parleremo presto. Magari i nostri amici che stanno percorrendo in lungo e in largo l’Aragona saranno nel frattempo riusciti, anche senza i nostri suggerimenti, a salire nella stanza segreta di Santa María e a vedere il capitello e a studiarlo, e ce ne porteranno nuove foto e una nuova e compiuta descrizione… Chissà.
.
Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Ecco un itinerario organizzato su una settimana, che è diventato un volumetto, e che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before Chartres: : LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.
.
La Borgogna romanica – da Autun a Tournus, da Vézelay a Cluny a Berzé-la-Ville – è ora un delizioso volumetto, densissimo di meraviglie, che mette insieme gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA BORGOGNA romanica IN SEI GIORNI.
.
All’Alvernia, regione antica della Francia centrale, è dedicato un nuovo splendido volumetto. Si intitola LE NOVE PERLE (e le altre meraviglie) DELL’ALVERNIA ROMANICA e raccoglie tutti insieme i numerosi articoli che il blog Before Chartres ha dedicato ad una terra magica, ricca di grandi architetture absidali e di bellissimi capitelli.
.










Purtroppo non ne avevamo conoscenza quando due giorni fa siamo stati a Santa Cruz de la Seròs. Peraltro è un sito dove vige una certa indisponente indisponibiltà.
Vietate le fotografie, addirittura anche senza l’uso del flash (ordini superiori di qualcuno che si crede il Padreterno, ma è invero molto molto piccolo).
Figurarsi la possibilità di accedere ad una camera segreta.
Uno dei pochi ricordi negativi che mi porterò da questo straordinario viaggio che ho “architettato”. E tu ben sai quanto straordinario perché ne sei in parte responsabile.
"Mi piace""Mi piace"
Ma vedrai che, nonostante i divieti, presto ci gusteremo insieme il capitello “della doppia Annunciazione”. Grazie ad altri amici. Non ci ferma nessuno.
"Mi piace""Mi piace"
Giancarlo Rogari (da Fb):
Particolare nella struttura architettonica ma molto bella. Trovo strana la torre.
"Mi piace""Mi piace"
Aurelio Belfiore (da Fb):
Incuriosisce non poco il vano nascosto e la sua cupola su nicchie angolari. Si conosce la sua funzione? C’è stato un ripensamento nel progetto e la cupola era inizialmente aperta e poteva essere vista dalla navata? Chiedo perché è veramente una soluzione singolare. Mai vista altrove. Grazie per la segnalazione
"Mi piace""Mi piace"