Basilea, trincea del miglior romanico

Lasciatemi dire qui della meraviglia che, in noi, ha saputo partorire la cattedrale di Basilea, che tutti dicevano sterile, che tutti dicevano gotica. Avevamo fatto tappa in città quasi senza entusiasmo, per vedere e documentare solamente il portale a settentrione, che ci risultava essere l’unica rimanenza romanica in un chiesa poi completamente adattata, nel XIII secolo e più in là, al nuovo gusto; ma tutta la chiesa – e questo è uno dei più bei regali del viaggio in Svizzera – è costellata di rilievi scuri e romanici, numerosi quanto inattesi…

Uno scorcio della navata, con capitelli e matronei
Il portale settentrionale

Conoscevamo già, lo abbiamo anticipato, la bellezza del portale laterale romanico, detto “di San Gallo” e posto sulla testata del transetto a nord, sotto il “rosone della fortuna”; e a quello ci siamo diretti girando tutto intorno alla cattedrale, dopo averne osservata, in fretta e con sufficienza, la facciata. Cento le foto che abbiamo fatto a questa porta elegante e rigorosa, quasi teutonica, nella quale spiccano, più ancora dei rilievi della lunetta, i capitelli delle colonne che reggono gli archivolti, e i simboli degli evangelisti e le statue degli apostoli, che tra queste colonne, da un lato e dall’altro, quasi si nascondono.

Ma guai se avessimo lasciato la città senza entrare nella cattedrale. La facciata, con le sue forme e con le sculture sfacciatamente gotiche, non incoraggia affatto. Però poi, una volta entrati, le sorprese si susseguono. E la prima riguarda proprio la struttura della chiesa, possente, equilibrata, coperta da volte certamente non romaniche – la ricostruzione dopo un terremoto è del XIV secolo – eppure per certi aspetti ancora intrisa di un equilibrio che riporta al tempo… prima di Chartres. E poi i capitelli della navata: non tutte le terminazione dei pilastri compositi sono decorate, ma là dove è stato riutilizzato il lavoro gli scalpellini romanici… che meraviglia, e che piacevole uniformità, pur nella varietà delle forme, dei mostri, delle figure!

Con l’interesse acceso da questi primi segnali, chi cerca il romanico scenda con fiducia nella cripta: qui tutti i pilastri portanti sono decorati da un fregio orizzontale continuo e specialissimo, e che, anche se nel buio non è facile da fotografare, nelle sue parti meglio conservate propone scene di caccia e di mitologia di fattura delicata e nel contempo vigorosa. Non siamo in Abruzzo, ma anche qui, ogni girale contiene una figura e anzi una storia, e non finisci mai di osservarne lo sviluppo.

Qui e più sotto, una parte dei fregi della cripta

Si prova un ulteriore soprassalto di sorpresa e soddisfazione, una volta saliti sul presbiterio rialzato: a sorprendere, in questo vasto spazio, quasi un loggiato sulla chiesa, sono i capitelli che, nei quattro pilastri a fascio a sostegno del giro del coro, sono rivolti verso il deambulatorio. Sono pezzi bellissimi, coerenti nelle forme, e raccontano le storie di Adamo ed Eva, di Alessandro Magno e dei suoi grifoni, di Abramo e Isacco e del sacrificio interrotto… Poiché sono inglobati nei pilastri costruiti in epoca gotica, purtroppo tutti e quattro questi capitelli romanici hanno una faccia che risulta nascosta, rivolta appunto verso il pilastro addossato successivamente. E però non c’è dubbio alcuno: questi elementi “antichi”, come pure i capitelli coevi nella navata, siano ancora in grado di rendere viva e appassionante la cattedrale costruita sul volgere dei tempi; la quale anzi, proprio grazie alla compresenza di una struttura “nuova” e di rilievi “vecchi”, si propone come un impressionante documento di questa fase di passaggio.

Qui, sopra e sotto, capitelli del coro

Fatevi forza, davanti alla facciata, e varcate la soglia: dentro la cattedrale di Basilea c’è un medioevo che ha deciso di resistere all’avvento delle rinascenze che pure avanzano inesorabili, e presidia, in un ultimo sforzo, le posizioni chiave; e ci sono uno spirito e un’arte decisamente romanici, che dall’alto della navata, nella cripta e nel coro – e non solo quindi nel portale che ci ha condotti qui – fanno sentire ancora la loro voce, e cantato una salmodia che è impossibile non riconoscere.

P.S.: Sarà necessario, per noi e per Before Chartres, tornare a Basilea, per dedicare altro tempo al portale, ai capitelli, ai rilievi della cripta, che abbiamo ora solo introdotto, ma anche ai capitelli del giro delle absidi all’esterno, e ai rilievi e alle lastre istoriate – tra tutte, la “lastra di san Vincenzo” in una delle cappelle a sinistra – su cui qui non è possibile soffermarsi: questo luogo è magico, e costituisce una tappa tra le più appassionanti tra quelle che riserva il viaggio nella Svizzera romanica.

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Dodici tra i più interessanti capitelli del tempo romanico – da quelli di Sant’Antimo e di Mozac a quelli di Retortillo e di Clermont-Ferrand , riletti con gli occhi di Before Chartres, sono stati raccolti tutti insieme nel volumetto pubblicato per i lettori più fedeli. Vedere per credere: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI.

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Un’altra rassegna di capolavori: altri venti capitelli, tra i più belli scolpiti nel tempo romanico, sono raccolti in questo volumetto. Before Chartres li guarda e li racconta con la consueta curiosa attenzione, e con quell’entusiasmo che, di fronte a pezzi così eccezionali, è inevitabile: CAPITELLI ROMANICI, altri VENTI CAPOLAVORI.

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All’Alvernia, regione antica della Francia centrale, è dedicato un nuovo splendido volumetto. Raccoglie tutti insieme i numerosi articoli che il blog Before Chartres ha dedicato ad una terra magica, ricca di grandi architetture absidali e di bellissimi capitelli e si intitola LE NOVE PERLE (e le altre meraviglie) DELL’ALVERNIA ROMANICA.

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7 pensieri su “Basilea, trincea del miglior romanico

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Effettivamente sorprendenti questi pregevoli capitelli romanici superstiti nella cattedrale gotica di Basilea. La scultura è corposa ed elegante, i soggetti, zoomorfi o antropomorfi sono nitidamente disegnati e così pure le fasce decorate a fregio di girali viminei che accolgono piccole figure in azione.
    Assolutamente da visitare.

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  2. Avatar di Sconosciuto Anonimo

    Benvenuti a Basilea! Se avete tempo, non perdetevi il museo della storia della città (Barfusserplatz): è letteralmente pieno di reperti interessantissimi oltre alla famosissima “danza della morte”. La città, da sempre florida e coltissima, abbonda di musei e collezioni straordinarie, mantenute e arricchite con costanza e dedizione. Vi auguro un buon soggiorno!

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  3. Domenico Lavena (da Fb):

    Non ho mai considerato questa chiesa come una “cattedrale gotica”. Gotica è quella di Losanna, restando in Svizzera. In effetti è abbastanza paradossale tutto ciò perchè quella di Losanna sarebbe pure leggermente più antica (1170 ca.; il duomo di Basilea attuale sembra essere stato iniziato verso il 1185 o 1190). In realtà, Losanna apparteneva alla diocesi di Besançon (quindi più “francese”, anche se i confini erano labili al tempo), mentre Basilea era propriamente nel sacro romano impero. Quella di Basilea è una cattedrale interessante, certamente sarebbe da immaginare senza la facciata e senza alcune aggiunte posteriori per immaginarla nel suo aspetto primitivo, ma è la mia chiesa medievale svizzera preferita.

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    1. Non vado tanto oltre il Duecento, come sai, Domenico 🙂. Quindi sono molto utili le tue informazioni: la struttura attuale della cattedrale è dello scorcio del XII secolo, oppure sono determinanti gli gli interventi post terremoto del XIV secolo? Da quel che ho capito io, ci dev’essere stata una fusione tra questi due momenti costruttivi. E i rilievi… “before chartres”, quelli nei capitelli e nella cripta, sono databili al 1200 circa. Giusto?

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      1. Domenico Lavena (da Fb):

        Chiaramente Giulio, è pur sempre un romanico tardo della fine del XII sec., quindi con ovvi accenni di influenza protogotica. Nelle cattedrali di Bamberga, iniziato prima del 1210, e di Naumburg, dal 1213, questi si fanno ancora più forti prima che la cattedrale fosse terminata in uno stile più accentuatamente gotico (soprattutto a Naumburg). Per non parlare di Strasburgo, il cui cantiere proseguì in uno stile completamente gotico radiante dal 1235. Il passaggio dal romanico al gotico, nei territori del sacro Romano impero, fu particolarmente complicato e pieno di paradossi. Ne sono degli esempi le prime cattedrali gotiche della Germania, presenti a Magdeburgo (1209) e ad Halberstadt (1236).

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  4. Magda Viero (da Fb):

    È davvero un misto di stili anche se, come scritto, il primo impatto è gotico. Una volta entrati nell’oscurità e nelle ombre che si riflettono si è rapiti dal romanico. I capitelli hanno un colore verso il rosso. Mi ha fatto venire in mente il Duomo di Friburgo: tutto gotico ma sorto su una chiesa romanica. Questa Svizzera ha dei gioielli.

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