Non fai l’elemosina ai poveri? finirai pazzo e nudo come Nabucodonosor

Per via del pragmatismo di chi vive in secoli difficili, gli uomini del Medioevo consideravano l’elemosina un gesto sempre e comunque doveroso e giusto. Noi, decadenti e ubriachi di ricchezza, pontifichiamo sulla carità, e per giustificare il nostro egoismo ne elenchiamo i rischi – non dare soldi a quello, che è un falso povero; non a questo perché poi compera droga; non farti impietosire che è tutto un racket… – ma nei secoli del romanico non c’era distinguo che tenesse: i poveri erano molti e campavano di elemosina, dell’elemosina dei ricchi; e il ricco che non donasse ai poveri parte dei suoi averi era un peccatore e, come ricorda uno strano capitello del portale di Bourg-Argental, meritava di finire pazzo e nudo e solo. Che poi è ciò che accadde a Nabucodonosor, il gran re di Babilonia.

Qui e sopra, due scorci del capitello

E’ proprio Nabucodonosor – lo certifica anche l’iscrizione, NABUCODONOSOR REX – il personaggio che, piegato verso terra, si nutre dell’erba che strappa con le proprie mani dal terreno. In questo portale ricchissimo di figure, sta nel secondo capitello a destra, giusto in fianco a quello, meraviglioso, dedicato alla pesca miracolosa. Porta ancora la corona sul capo, Nabucodonosor, ma addosso ha poco più che un perizoma. Cosa è successo al sovrano? E come mai è raffigurato così nel capitello di una chiesa?

A raccontarci la vicenda, sintetizzata dallo scalpellino di Bourg-Argental con questa sola figura, è il capitolo 4 del Libro di Daniele. Il re, racconta il testo biblico, fa un sogno che lo angoscia, di un albero frondoso e gigantesco, in grado di dare riparo a uccelli e animali, e che però nel sogno viene abbattuto, tanto che ne restano solo le radici e il ceppo… “Quell’albero sei tu: infatti la tua potenza – gli spiega il profeta Daniele, chiamato ad interpretare la visione – si estende in lungo e in largo e arriva fino al cielo”; e lo invita a smettere di inorgoglirsi, e a guardare ai poveri del suo regno, per non essere abbattuto come il grande albero del sogno. Daniele parla al sovrano in modo molto chiaro: se non cambierai, gli preannuncia,

tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d’erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole. (…) Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità.

La personificazione della Carità

Nabucodonosor però non muta i suoi comportamenti, e allora dodici mesi dopo, sperimenta le conseguenze della sua protervia. Una voce viene dal cielo, e Dio stesso ribadisce la sua sentenza: “A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto (…) finché tu riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che Egli lo dà a chi vuole”. Seduta stante, il re “fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l’erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli”.

Sul capitello di Bourg-Argental, per tornare al pragmatismo medievale, il discorso sull’elemosina e sui rischi che corrono coloro che, pur essendo ricchi, dimenticano di compiere i doverosi atti di misericordia verso chi soffre, non si ferma alla figura, peraltro piena di fascino, del re impazzito e nudo. Sull’altro lato del capitello, infatti, è rappresentata una donna con le mani allargate: non è, come affermano alcuni, una Madonna in trono; è invece, in continuità con il tema introdotto dalla figura del re impazzito, la precisa raffigurazione della carità – l’iscrizione dice SCA KARITAS, “santa Carità” -. Carità, che abbiamo visto altrove rappresentata come un soldato, è mostrata qui come una donna aureolata: dispensa con la destra un panno ad un piccolo uomo nudo e con la sinistra un pane ad un altro personaggio dalle proporzioni ridotte.

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Il portale

Il capitello di Nabucodonosor e della Carità sostiene, a destra, la lunetta del portale di Bourg-Argental, a sud ovest di Lione. Siamo davanti ad un gruppo scultoreo di gran pregio e di gran fascino, scolpito nel XII secolo, e pieno di scene e dettagli ingenui eppure poetici. Il portale è ciò che resta della chiesa medievale della cittadina francese. Smontato nel XIX secolo, è stato ricollocato, con qualche aggiunta – le due colonne più esterne e la parte superiore – realizzata per l’occasione. Nella lunetta, la parte superiore richiama l’Ultimo Giorno, con la nuova venuta di Cristo, mentre quella inferiore narra a ritroso le vicende dall’Annunciazione alla visita dei Magi. Belli e coerenti gli archivolti e gli altri capitelli – bellissimo quello subito a sinistra, dedicato alla pesca miracolosa -; molto consumate le figure che erano tutt’uno con le quattro colonne di sostegno.  

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3 pensieri su “Non fai l’elemosina ai poveri? finirai pazzo e nudo come Nabucodonosor

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Proprio a un tuo post qui in Before Chartres devo la mia visita a Bourg-Argental, qualche anno fa, credo il 2022, ritornando da uno dei miei viaggi in Alvernia. Sublime il suo portale, unico resto di rilievo di una chiesa romanica purtroppo perduta, che come di consueto raffigura il Cristo Giudice racchiuso in una mandarla e attorniato dal Tetramorfo.
    Così è bello per me ritrovarlo in questo tuo nuovo articolo che mette in luce, come fai abitualmente, un altro particolare scultoreo, concentrandosi su un capitello, quello di Nabucodonosor appunto, con una descrizione ricondotta alle sacre scritture e come sempre puntuale.
    E così facendo, rinnovi in me il ricordo di un viaggio magnifico e mi inviti a ripeterlo.

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  2. Sandra Molli (da Fb):

    Molto bello questo capitello e la spiegazione, e molto bella anche l’illustrazione dell’altro capitello dello stesso portale dedicato a Pietro e alla pesca miracolosa. Grazie per la lettura che proponete delle opere medievali.

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  3. Magda Viero (da Fb):

    E la Carità tutto e non avrà mai fine (San Paolo ai Corinzi). Per cui penso che il tema biblico sia forse diverso da quello espresso: attraversare e vivere la follia della Carità, perché la Follia è… Sapienza (vedi i giullari).

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