Una nuova-vecchia guida al MNAC, l’imperatore dei musei del romanico

Gli amanti del romanico girano per abbazie e chiostri, visitano basiliche d’antica pietra e cripte, ed è raro che entrino nei musei, come fanno invece regolarmente gli altri appassionati d’arte. Questa consuetudine secondo cui la fruizione museale è per noi, se c’è, solo un completamento della visita vera e propria, cioè quella fatta alla chiesa o al monastero, è perfettamente rispettata in Borgogna e in Puglia, in Alsazia e nelle terre dell’Impero, in Abruzzo e nelle vallate dei maestri comacini, e insomma dappertutto nell’Europa romanica; e però non vale più quando si viaggia in Spagna: nelle città al di là dei Pirenei, infatti, molti capolavori di primissimo livello della pittura e della scultura romanica sono stati staccati delle pareti e spostati dalle chiese, dove si pensava di non poterli custodire a dovere, e sono stati ricollocati nei musei. Per ammirare, così, molte delle opere più preziose e belle, anche noi cercatori del romanico siamo costretti, quando arriviamo in Spagna, ad andar per musei, ad andare anche per musei; alcuni dei quali, a Madrid, a Jaca, a Barcellona, Pamplona, contengono così tante opere meravigliose – sottratte purtroppo alle collocazioni originarie, ma ricollocate in spazi perfettamente ricostruiti ad hoc – da diventare grandi, stupefacenti e affollatissimi showroom dell’arte romanica.

La sala dedicata all’abside affrescata di Tahull
L’edificio che ospita il MNAC

L’imperatore dei musei spagnoli, il più ricco di tutti, è il Museo Nazionale d’Arte Catalana ospitato, a Barcellona, nel nel Palau Nacional de Montjuïc, un palazzone in stile neo-neoclassico (o giù di lì) costruito nel 1929 per l’Expo internazionale. Chi ama il romanico, non può esimersi dal passare una giornata al MNAC: sarà anche faticoso da accettare, ma è dentro il MNAC che ci aspetta il più maestoso Cristo in Gloria di tutta l’arte romanica iberica, quello di Tahull, insieme a molte altre absidi affrescate dipinte in origine in piccole chiese sperdute; ed è qui che attende a braccia aperte il più noto dei crocifissi medievali catalani, la “Maestà di Battlò”, insieme a decine di altri crocifissi, a decine di Madonne col bambino in legno, di paliotti d’altare dipinti – tra cui quello “degli Apostoli”, dalla Seu de Urgell – di baldacchini, di affreschi piccoli e grandi – citiamo solo il vasto ciclo proveniente dalla chiesa parrocchiale di Sant Pere de Sorpe – staccati dai muri e ricollocati nelle sale.

Mi preparo, quindi, a tornare. E questa volta visiterò il museo di Barcellona con una guida specialissima, cioè il volume che una lettrice di Before Chartres, Nina Lloveras, ha voluto inviarmi in dono. Mi scriveva:

Vorrei regalarle un libro fotografico e illustrato sull’arte e architettura romanica catalana di circa 280 pagine. È in catalano e mi fu donato da mio padre quando avevo dieci anni. Il motivo di questo gesto è l’apprezzamento del lavoro svolto, soprattutto in riguardo alla terra catalana… Se le fa piacere posso mandarglielo per piego libri.

Il volume è davvero bellissimo. E’ stato pubblicato a Barcellona nel 1970, si intitola Art Romànic, ed è in sostanza il catalogo-guida della collezione Museu d’Art de Catalunya che costituisce il nucleo primitivo, e tutto medievale, di quello che poi, con l’aggiunta di altre collezioni di secoli differenti, diventerà il Museo Nazionale d’Arte Catalana che visitiamo ora.

Nina Lloveras, che conosco solo per questo prezioso scambio, mi ha spedito il volume da una cittadina delle Marche, dove immagino risieda. All’interno ha voluto lasciare anche una dedica al lavoro di Before Chartres, che conferma la sua origine: “Con molta stima e apprezzamento perché ha valorizzato il patrimonio artistico della mia amata Catalunya”.

Gli affreschi di Santa Maria di Tahull

Anche se la lingua catalana è un po’ più complessa da comprendere rispetto allo spagnolo, il volume mi sarà utilissimo, e nonostante il libro abbia quasi la mia età, potrà essere un riferimento preciso per la mia prossima visita al MNAC: nel museo di Barcellona, infatti, gli affreschi staccati dalle chiese sono stati ricollocati in sale ed absidi ricostruite ciascuna “su misura”, e ciò garantisce che la struttura espositiva e il percorso di visita non abbiano subìto, nei decenni, variazioni sostanziali.

Vedere un’opera d’arte fuori dal contesto in cui è nata non è mai indolore: vale per le pale seicentesche trasferite dagli altari, per i rilievi dei templi greci, e vale ancor più per gli affreschi, i dipinti e le sculture romaniche, il cui spirito è intimamente legato alla chiesa, o al monastero, o al chiostro, per cui sono state realizzate. E però non si può non tornare a Barcellona: ripercorreremo le sale stupefacenti del MNAC, con in mano una nuova guida e con il pensiero a Nina, un’amica che conosciamo appena ma a cui ci lega ormai la passione per il romanico e l’amore per la Catalogna e la sua arte.

Un visitatore al MNAC

P.S.: Non possiamo qui nemmeno tentare una sintesi di tutto quanto è custodito dentro le sale romaniche del Museo Nazionale d’Arte Catalana. Per una rassegna completa rimandiamo al sito del museo, da cui sono tratte anche le foto che corredano questo articolo. Invitiamo infine gli appassionati a valutare con attenzione gli orari di accesso: secondo la tradizione catalana, anche il MNAC è chiuso il lunedì; osserva inoltre un orario ridotto (fino alle ore 15.00) la domenica e i giorni festivi.

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10 pensieri su “Una nuova-vecchia guida al MNAC, l’imperatore dei musei del romanico

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Sai quanto aborro l’uso spagnolo di decontestualizzare le opere (affreschi e mosaici soprattutto) mettendoli in un museo. Aborro anche il fatto che non si possano gustare uno a uno, singolarmente, ma si vada incontro ad un’abbuffata di capolavori, che centellinati in loco sarebbero stati molto più apprezzati.
    Detto ciò, per chi ama l’arte romanica un museo come il MNAC è irrinunciabile, quasi un paradiso per gli amanti della pittura del Mille e poco oltre.
    Verrà il giorno che andrò ad ammirarlo dopo essere stato l’estate scorsa proprio in Vall de Boì, a Taüll e alla Seu d’Urgell. Magnifiche!

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  2. Avatar di Sconosciuto Anonimo

    Deve essere stata un’emozione ricevere il libro, ma te lo sei meritato per l’amore e lo studio che ci metti per il romanico. Visto che andrai di nuovo a Barcellona, vale la pena di essere visitato anche il museo di Vic.

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