Questo succede a Müstair: che i “vecchi” affreschi, risalenti addirittura all’epoca carolingia, risultano per certi aspetti “nuovi”, perché più vivi e moderni di quelli romanici e rinascimentali che, nel corso dei secoli, si sono sovrapposti al ciclo primitivo. Questa vasta galleria di scene di carattere biblico, tutte realizzate prima della metà del IX secolo, si estendeva e ancora si estende sulle alte pareti della chiesa abbaziale, organizzata addirittura in cinque registri. Ma nonostante a vegliare su di essi sia la statua dello stesso Carlo Magno, pochi sono riquadri ancora completi, e di molti altri restano lacerti o frammenti; gran parte di quanto era stato steso ad affresco nelle tre absidi, infine, è stato quasi in toto coperto da un altro ciclo del tardo XII secolo e poi, più avanti ancora, da altre pitture successive.
Pur così assediati, pur con i colori certamente sbiaditi dal passare del tempo, alcune grandi scene di questo primo ciclo preromanico, conservatesi nella loro completezza, testimoniano comunque la grande e inattesa capacità di narrazione e di rappresentazione degli artisti carolingi di Müstair.
E tra tutti forse il più bello tra i riquadri è quello che racconta della guarigione del sordomuto, secondo la narrazione del Vangelo di Marco (7, 32-37):
Condussero da lui un sordo che parlava a stento; e lo pregarono che gli imponesse le mani. Egli lo condusse fuori dalla folla, in disparte, gli mise le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse: «Effatà!» che vuol dire: «Apriti!» E gli si aprirono gli orecchi; e subito gli si sciolse la lingua e parlava bene. Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno; ma più lo vietava loro e più lo divulgavano; ed erano pieni di stupore e dicevano: «Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa parlare».
Occorre salire sulla tribuna dell’organo costruita in epoca moderna sulla controfacciata, di fronte alle tre grandi absidi; è qui che, nella parte alta della parete sinistra della chiesa, si può osservare da vicino – grazie appunto alla parte soppalcata – il miracolo operato da Gesù a Sidone, così com’è rappresentato da questo artista del IX secolo. Che indugia sulla destra del Signore che sfiora le labbra dell’uomo; che però aggiunge, a toccare le stesse labbra, l’indice del sordomuto; e riesce a rappresentare così quello che è il sentimento prevalente di tutto il brano evangelico, cioè lo stupore di fronte alla potenza miracolosa della volontà del Cristo.
E forse, con questo stesso dettaglio – la mano dell’uomo che collabora con la mano di Dio nella realizzazione di ciò che nessuno osava sperare – il maestro di Müstair ha voluto rappresentare il contributo che ciascuno di noi, proprio partecipando con la propria fede, può dare il disegno divino della salvezza. Se così fosse, saremmo di fronte ad un vero pittore-teologo, in grado di letture non superficiali e non superstiziose, molto più moderne, almeno quanto alla rappresentazione di questo miracolo, di tante altre, anche successive di secoli.
Decisamente moderna – su questo non sussiste dubbio alcuno – è la resa grafica di questo episodio, certamente il più riuscito tra quelli che ci rimangono. Basta, a dimostrarlo, la forza espressiva e la maestria con cui sono rappresentate le mani, ed anche i piedi, dei personaggi sulla scena, vere e proprie prove d’anatomia applicata al disegno. Basta la forza dei volti, contemporaneamente espressivi, realistici e onirici, come un “Urlo di Munch” ante litteram; e si noti con quanta sapienza con la sola leggera inclinazione del capo l’artista ci mostra lo stupore dei discepoli sulla sinistra… Basta, a ribadire il tanto di nuovo che sta in questi affreschi antichi, realizzati cent’anni prima di quelli di Reichenau, e due secoli prima di quelli di Sant’Angelo in Formis, il modo in cui sotto l’arco a destra nel riquadro – e lo stesso accade in altri pannelli dello stesso tipo – la muratura si rappresenta con un taglio prospettico che davvero sorprende, e che nessuno direbbe dipinto, sull’intonaco fresco, negli anni lontanissimi in cui, ancora, la piccola e fedele Europa si diceva carolingia, oltre che cristiana.


∼ ∼ ∼
Sta appena al di là del confine, in terra svizzera, il monastero di San Giovanni a Müstair, di antica origine, una delle tante perle romaniche dell’Alto Adige… allargato. Chi volesse goderne già da subito gli affreschi, può entrare nella chiesa del monastero grazie alla visita virtuale proposta dal sito Muestair.ch. Attraverso questo percorso digitale – da cui Before Chartres ripropone qui alcune immagini, ci si può soffermare con soddisfazione sui due grandi cicli di affreschi: quello di epoca carolingia, di cui si parla in questa pagina, e quello di epoca romanica, concentrati all’interno delle absidi, a cui Before Chartres ha dedicato un altro articolo. Il sito Muestair.ch racconta al visitatore anche molti altri aspetti interessanti del monastero di San Giovanni e del suo museo, ed offre complete indicazioni quanto alle modalità per una visita “in persona” – irrinunciabile! – a partire dagli orari di apertura e dalle informazioni di contatto.
.
Trasformati in un viaggio delle meraviglie in dodici tappe, i dodici cicli di affreschi più affascinanti del tempo romanico, anche questi di Müstair, sono oggi tutti insieme in un nuovissimo volumetto. Centoquaranta pagine, sedici capitoli, copertina e illustrazioni tutte a colori e… una sorpresa finale… Trovi tutto qui: AFFRESCHI ROMANICI, DODICI CICLI imperdibili.
.
Dai rilievi di Silos ai capitelli di Aguilar de Campoo e di Tudela, dagli affreschi di Müstair a quelli di Sant’Angelo in Formis: è specialissimo il nuovo volumetto di Before Chartres, che raccoglie sedici episodi del Vangelo trasformati in capolavori dagli artisti romanici: LE STORIE dei Vangeli NELL’ARTE ROMANICA.
.

Le storie della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.
.






Molto interessanti gli affreschi carolingi di Müstair, che sono poco oltre il confine italiano dell’Alto Adige, nei Grigioni. Un edificio affascinante nel suo complesso, uno dei più belli della svizzera, arricchito da queste pitture parietali di altissimo livello e tra le più antiche giunte a noi.
Più volte le ho ammirate grazie ai tuoi articoli e quelli del nostro amico Francesco, il magister di Itinerari artistici del Medioevo, e della nostra comune amica Brigitte, che gioca in casa a Müstair, essendo svizzera.
C’è da andarci, indubbiamente, a toccare con mano tanta bellezza.
"Mi piace""Mi piace"
Marco Arosio (da Fb):
E veramente interessante ne consiglio la visita.
"Mi piace""Mi piace"
Ettore Coven (da Fb):
Interessantissimo. Vi ringrazio per il grande piacere che mi date “costringendomi” a programmare nuovi viaggi.
"Mi piace""Mi piace"
Ci credi, Ettore? Ogni volta che pubblico un post, anche a me vien voglia di partire e tornare a vedere il posto di cui ho scritto. Troppo belle le cose che il romanico ci offre, e in certi luoghi non ti stancheresti mai di tornare.
"Mi piace""Mi piace"
Ernesto Mozzi (da Fb):
Mi affascina sempre questo luogo. Sebbene un po’ lontano ma mi calamita. Con la splendida abbazia di Santa Maria o Marienberg. Lì vicino.
"Mi piace""Mi piace"
Molto interessante! Entrare nel vivo e conoscere capolavori d’arte, che altrimenti rimarrebbero nell’ombra della nostra conoscenza, non può che dare una carica positiva al bisogno di ampliare i propri orizzonti culturali. Ogni epoca ed ogni angolo di questa terra ha i suoi tesori nascosti ed è un bene che ci sia qualcuno che ce li faccia vedere. Grazie!
"Mi piace""Mi piace"