Cervatos: alla lunetta arabescata risponde la fiera dei modiglioni osceni

La prima volta che andammo a Cervatos, dei modiglioni osceni della chiesa di San Pedro non mi accorsi nemmeno. Mi colpì tantissimo la lunetta del portale, la prima volta che andammo a Cervatos: priva di figure scolpite, e invece decoratissima “all’orientale”, con steli fioriti e intrecciati, quella lunetta ricamata – non avevo mai visto un portale romanico completato così, e mai lo vidi in seguito – mi fece pensare alla grata di un monastero di clausura. E’ per questa lunetta arabescata, posta sopra un architrave altrettanto spoglio di figure – che strano questo “vuoto” proprio là dove il romanico di solito si riempie di immagini! – che non ho mai dimenticato la chiesa di Cervatos; ma i modiglioni, molti dei quali osceni, di cui l’esterno di San Pedro è pieno zeppo, non li notai affatto.

Il portale con la lunetta e l’architrave “ricamati”
Il portale di scorcio

E invece qui nella Castiglia settentrionale – il villaggio di Cervatos sorge a meno di cinquanta chilometri dall’Atlantico – i modiglioni, posti in fila là dove un tetto si appoggia alla parete, costituiscono un elemento cruciale della decorazione esterna delle chiese, perché sono molti, e perché sono quasi sempre scolpiti. Con una semplificazione estrema, potremmo dire che i modiglioni – a volte si parla di “mensole”, e in Spagna si usa anche il termine canecillos – sono l’alternativa “spagnola” alle archeggiature “lombarde”. In Italia, infatti, è frequente che la parete termini, in alto, sotto la gronda, con una riga continua di piccoli archetti: mentre segna il termine superiore della parete, questa riga di archetti lo decora e lo rafforza. Nella penisola iberica, che pure in certe regioni segue la lezione lombarda, è molto frequente invece che il bordo alto della parete sia marcato, proprio come qui a Cervatos, dall’infilata dei modiglioni, ed è su queste mensole, non più sulle archeggiature, che si appoggia la falda della copertura.

Stanno in alto, dunque, i modiglioni. E però riservano sorprese non da poco a chi si sforza di aguzzare la vista. Qui a Cervatos più ancora che altrove: “Sono scolpiti con bocce, figure umane di taglia grande, teste di vitelli ed altri animali – scrive dom Abundio Rodríguez – pieni di vita e di movimento”. E continua, non senza una vena di imbarazzo:

Altre figure, che (…) costituiscono uno dei tratti più caratteristici di questa chiesa, vi si trovano mescolate. Sono degli animali, e soprattutto degli esseri umani, dall’aspetto chiaramente lubrico, che hanno atteggiamenti o che sono posti in particolari schemi compositivi molto audaci. Abbiamo già incontrato scene di questo tipo (…) in altre numerose chiese della provincia di Burgos o nel nord di quella di Palencia; ma qui a Cervatos l’audacia degli scultori è stata tale che niente li ha potuti trattenere dall’esprimere nel modo più crudo quella che si potrebbe definire la sozzura del peccato.

Qui e nella foto sotto alcuni modiglioni “erotici”

Nulla, dunque, sembra aver potuto porre freno all’audacia degli scalpellini di Cervatos. I quali per contro hanno avuto numerosissime occasioni per osare: nella sola facciata a sud, quella che contiene l’ingresso, i canecillos sono ben 37, 13 a reggere la tettoia bassa sopra il portale e 24 il alto sotto la falda del tetto; altri 32 se ne contano nel giro dell’abside: se si aggiungono le mensole a nord e i capitelli esterni – due di essi, quelli che incorniciano la finestra meridionale dell’abside, sono decisamente osé – davvero si può dire cha qui in San Pedro, ad una lunetta leggiadra e quasi eterea, si contrappongono decine di mensole scostumate; all’idea della clausura risponde la goliardia sfrenata; all’eleganza del costruito si aggiungono, come peperoncino sull’olio soave del condimento, le tante goffe, grette e irrispettose figure – ben altra classe hanno i canecillos di Uncastillo! – che popolano le decine e decine di mensole.

I capitelli “erotici” nella finestra dell’abside

E poiché proprio il modiglione, con la sua forma e la sua collocazione, pare essere il luogo privilegiato e quasi scatenante delle rappresentazioni oscene, vien da chiedersi se a salvare un po’ le chiese romaniche italiane sia stata l'”invenzione” delle archeggiature lombarde, che normalmente non accolgono figure scolpite. A casa nostra, come dicevamo, sotto le falde del tetto la decorazione ad archetti è prevalente; e però resta il dubbio che anche gli scalpellini “lombardi” si sarebbero divertiti alla grande, proprio come han fatto i colleghi castigliani, se avessero avuto a disposizione, per i loro giochi, le mensole e i canecillos così diffusi al di là dei Pirenei.

La chiesa di San Pedro vista da oriente

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4 pensieri su “Cervatos: alla lunetta arabescata risponde la fiera dei modiglioni osceni

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Per noi abituati ad altre tipi di sculture romaniche sono, di primo acchito, molto sorprendenti questi canecillos spagnoli, modiglioni o mensoloni che reggono la gronda del tetto e che accolgono rappresentazioni di palese contenuto sessuale, che eufemisticamente chiamiamo erotico.
    Ci sorprende infatti che possano essere sul muro di una chiesa, dove pensiamo che, tradizionalmente, le immagini siano più castigate, pudiche, che in fondo da noi per evocare la lussuria basta una sirena bicaudata, che solo raramente ha evidenziato il sesso femminile.
    Io ho sempre pensato che si trattasse di un divertissement degli scultori romanici e ancora mi chiedo per quale ragione gli ecclesiastici, i committenti, lo abbiano consentito. Credo che ci manchino alcune coordinate necessarie circa la reale visione della sessualità nel Medioevo.

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  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Devo dire che nei miei molteplici viaggi in Francia ho incontrato alcuni modiglioni chiaramente erotici, anche se tendenzialmente meno espliciti di quelli di Cervatos.

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