Sul cenotafio di Ávila, scene e colori tra il mare romanico e quello gotico

Nelle campagne tra le cui nebbie sono cresciuto, quando una cosa non è del tutto compiuta, o forse sì ma non si riesce a convincersene, dicono che “s’i ven in dü, i crida“: se vengono in due, cioè, e si mettono qui a guardare, finisce che litigano, perché non riescono a mettersi d’accordo su ciò che vedono. Si può dire lo stesso di Ávila, e della sua chiesa antica, e delle sue mirabili opere scolpite: se la visitassero due appassionati d’arte medievale, e si chiedessero poi se le sculture che l’abbelliscono sono ancora romaniche oppure già gotiche, farebbero molta fatica a trovare un accordo.

San Vicente (foto da expedia.de)

La grande chiesa di San Vicente ad Ávila, così, è un altro di quei luoghi – quanti ne abbiamo incontrati! – dove la secolare tradizione figurativa romanica, sul finire del XII secolo, si travasa, come fa un mare quando ne incontra un altro confinante, e si smorza nell’arte gotica.

Il portale occidentale

Qui ad Ávila è innanzitutto nei due portali, quello minore e “di recupero” del lato sud e quello splendido della facciata ad ovest, che i due mari si incontrano. Nel primo portale, sculture di mani diverse (e di diversa epoca) si guardano in forma di grandi figure, non scolpite per quella collocazione e quindi forzatamente messe a paragone, e ci costringono quasi a confrontare le due arti e i due stili. Il secondo portale, retto da dieci apostoli in forma di statue colonna, è invece realizzato da un unico artista – la tradizione sostiene che il maestro del cantiere si chiamasse Fruchel -. Siamo davanti ad un’opera fortemente unitaria, stavolta; ma con quelle dieci figure, con i capitelli e i fregi e la decorazione ricchissima, anche questo portale sembra parlarci contemporaneamente del romanico e del gotico, e ci obbliga a chiederci di quale delle due epoche artistiche sia figlio. La verità è che il suo stile, per dirla con le parole di dom Abundio Rodriguez, “correspond au moment ou la parfaite maturité du roman s’ouvre aux élégances du gothique“.

Le statue colonne a destra del portale, prima del recentissimo restauro
Il cenotafio sotto il baldacchino rinascimentale (foto: Lourdes Cardenal, elab.)

Se già davanti ai portali i due appassionati d’arte avranno discusso a lungo, è all’interno che potrebbero perdere l’aplomb: a portarli al litigio sarà un altro capolavoro attribuito a maestro Fruchel, cioè il sarcofago “dei fratelli martiri”, anche questo di grandissimo valore artistico ma stilisticamente sospeso tra il romanico più maturo e il primo gotico.

Il cenotafio, i cui rilievi sono tutti dipinti con colori forti – niente ridipinture: sono quelli originali, riscoperti grazie ad un restauro meno di vent’anni fa – ha la forma di una basilica a tre navate, ed è decorato finemente sui quattro lati. Sui due lati lunghi racconta, “a puntate”, la storia della cattura e del martirio di san Vicente e delle sue sorelle, Sabina e Cristeta: nella prima serie di scene scolpite e dipinte, il santo è vittima della persecuzione del prefetto Daciano – siamo all’inizio del IV secolo, mentre è imperatore Diocleziano -, e viene imprigionato; visitato in carcere dalle sorelle, si convince a fuggire, ma subito il prefetto dà ordine ai suoi di sellare i cavalli e di inseguire i tre fratelli; sull’altro lato, Vicente, Sabina e Cristeta, catturati, vengono spogliati, e poi sottoposti al supplizio, e subito l’ebreo che ne causò la cattura dapprima viene morso da un serpente e poi, pentito, costruisce una chiesa per i tre fratelli martiri. Dei due lati corti del sarcofago, il primo è occupato da una bellissima adorazione dei Magi, articolata in scene successive; il secondo rappresenta un Cristo in gloria, con una inusuale barba bianca, a cui guardano, da sotto la mandorla, i simboli di due degli evangelisti, Marco e Luca.

Uno dei lati lunghi del cenotafio (foto: Angel M. Felicisimo, elab.)
Due delle scene (foto: Lourdes Cardenal, elab.)
Le scene della cattura e del martirio (foto: Lourdes Cardenal, elab.)

Il cenotafio di Ávila data agli ultimi decenni del XII secolo. Se per il portale del maestro Fruchel è possibile stabilire un parallelo e un confronto con il Portico della Gloria realizzato negli stessi decenni da maestro Mateo, il sarcofago dei tre fratelli martiri è invece un’opera originalissima per la struttura e le dimensioni, e anche per la fusione perfetta di fine scultura e di sapiente decorazione pittorica. Possiamo considerarlo un capolavoro maturo dell’arte romanica, oppure…? Sì, decisamente sì. Chi cerca ovunque l’anima profonda del tempo della fede e dei monasteri non volterà le spalle al sarcofago di Ávila: si convincerà che per i suoi colori, per il linguaggio insieme ingenuo e truce, per la sua matrice agiografica e popolare, quest’opera è lontana, nel profondo, dal linearismo della modernità e dal realismo verista che già impregnano la scultura gotica. “Che dire? Per me è romanico”, potrebbe concludere il più possibilista tra i due visitatori di San Vicente, parlando anche nome nostro; e noi osiamo aggiungere che questo reliquiario in forma di chiesa richiama, più che il gotico, una certa arte devozionale quattrocentesca, o addirittura barocca, fatta di ex voto, di miracoli ingenui e pittoreschi, di vicende da raccontare col fiato sospeso, forse, ma con lo sguardo rivolto fisso al cielo e al paradiso.

La scena centrale dell’adorazione dei Magi, su uno dei lati corti (foto: Outisnn, elab.)

.

Trasformati in un viaggio delle meraviglie in dodici tappe, i dodici cicli di affreschi più affascinanti del tempo romanico sono oggi tutti insieme in un volumetto. Centoquaranta pagine, sedici capitoli, copertina e illustrazioni tutte a colori e… una sorpresa finale… Trovi tutto qui: AFFRESCHI ROMANICI, DODICI CICLI imperdibili.

.

L’itinerario attraverso le dodici absidi affrescate più belle del romanico è raccontato, a partire dagli appunti di Before Chartres, in un bellissimo volumetto, tutto a colori. E’ un vero e proprio viaggio nelle meraviglie artistiche del tempo medievale e si intitola DODICI meravigliose ABSIDI ROMANICHE.

.

Dodici tra i più interessanti capitelli del tempo romanico – da quelli di Sant’Antimo e di Mozac a quelli di Retortillo e di Clermont-Ferrand , riletti con gli occhi di Before Chartres, sono stati raccolti tutti insieme nel volumetto pubblicato per i lettori più fedeli. Vedere per credere: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI.

.

5 pensieri su “Sul cenotafio di Ávila, scene e colori tra il mare romanico e quello gotico

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Un’opera sorprendente questo reliquiario romanico tardo, con accenti ormai gotici, come peraltro il portale, riccamente decorato, ma in modo un po’ ripetitivo, come diventa poi usuale nell’epoca gotica.
    E così le figurine del reliquiario più che l’arte romanica, ricordano già certi presepi di molto successivi. Molto curioso.

    "Mi piace"

  2. Marguerite Wetz (da Fb):

    J’aime beaucoup les sculptures du cénotaphe. Quant au roman qui évolue lentement en gothique, cela me parait naturel. Le roman ayant atteint sa pleine maturité, il est normal que les artistes, à cette époque évoluent dans l’architecture (plus claire) et dans la sculpture. l en est de même à notre époque. Comment est né l’impressionisme en peinture? Les artistes de l’époque voulaient imaginer la peinture autrement, sans académisme mais surtout tournés vers la nature.

    [Mi piacciono molto le sculture del cenotafio. Quanto al romanico che lentamente si evolve in gotico, mi sembra naturale. Il romanico raggiunta la piena maturità, è normale che gli artisti, in questo momento, si evolvano in architettura (più chiara) e scultura. È la stessa cosa ai nostri tempi. Come nasce l’impressionismo nella pittura? Artisti del tempo volevano immaginare di dipingere in modo diverso, senza accademici ma soprattutto di fronte alla natura.]

    "Mi piace"

  3. Magda Viero (da Fb):

    È meraviglioso: direi unico perché quasi intatto e con i colori originali. Narra la storia di san Vicente e le sue due sorelle, tra i primi martiri. Questa storia voleva fare capire ai cristiani il valore del martirio per fede.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.