Romainmôtier e la sua “Galilea”, chiusa agli invadenti architetti gotici

Forse ciò che più ci affascina, a Romainmôtier, è la persistenza della rude scorza romanica in un’abbaziale che pure i secoli successivi hanno via via modificato. Basta guardare le pareti esterne, solcate di archeggiature dal vigore quasi popolare: questa grande chiesa è senza dubbio alcuno, insieme alla basilica linda di Payerne, la testimone, qui in Svizzera, del tempo inimitabile delle grandi abbazie romaniche.

L’abbaziale vista da meridione, con le poche tracce del chiostro gotico
La torre di accesso all’abbazia

Il monastero primitivo sorse in questo luogo, fondato da san Romano, nel V secolo e gli storici lo considerano il primo insediamento monastico della regione. L’alto medioevo fu tempo di decadenze assedi e ripartenze per l’abbazia, che con le terre intorno gravitava nell’orbita della contea di Borgogna. Poi si accese come un faro la luce di Cluny, e già dal X secolo la comunità di Romainmôtier si votò alla sua influenza e alla sua riforma, ottenendo in cambio protezione e guida. Due secoli dopo si diede avvio alla costruzione della chiesa compiutamente romanica, dedicata a Pietro e Paolo; e se avessimo potuto visitare Romainmôtier nel XII secolo, così, ne avremmo potuto ammirare l’abbaziale nella sua struttura originaria, direttamente ispirata al modello di “Cluny II” – cioè alla chiesa della casa madre precedente all’ultima mastodontica realizzazione poi andata distrutta -: due torri in facciata dialogavano con la torre tuttora esistente, all’incrocio tra navata e transetto; un chiostro si estendeva sul lato meridionale; la terminazione orientale era articolata in tre absidi, nel rispetto della tradizione cluniacense. Quattro sono dunque gli elementi della chiesa attuale che, aggiunti in epoca gotica, ne hanno modificato l’aspetto: il portico che introduce al nartece; il nartece stesso, rimasto romanico all’interno ma modificato nella parte alta e privato delle torri; la copertura a crociere a sesto acuto sulla navata centrale; e infine il coro ampio e rettangolare, con il finestrone vetrato, che ha preso il posto della terminazione a tre absidi.

La navata centrale, alterata dalle volte trecentesche

La basilica però, è ancora in grado di evocare e di emozionare: smantellato sul lato meridionale il chiostro, che peraltro era stato ricostruito in forme gotiche, e modificate molte delle costruzioni abbaziali, da sola la chiesa riesce comunque, con la sua mole e con la sua muratura solcata di archi e lesene, a testimoniare di un insediamento che fu senza dubbio potente, e che ancora riempie di sé tutto il villaggio.

La “Galilea”: capitelli e volte

Un angolo, poi, all’interno della chiesa, quasi nascosto, ne costituisce forse la parte romanica più ricca di fascino: è la “Galilea”, cioè la sala soprelevata costruita nel piano alto del nartece. La “Galilea” è un elemento tipico delle chiese cluniacensi: chiusa e non affacciantesi sulla navata, e raggiungibile attraverso scale costruite nella navata stessa, potrebbe essere definita come la risposta cluniacense al westwerk ottoniano, la cui parte alta si apriva come un loggiato, invece, verso l’aula della celebrazione.

Uno scorcio della “Galilea” e i capitelli della sala

La “Galilea” cluniacense era probabilmente il luogo di funzioni separate e particolari, come le messe celebrate dai monaci per i defunti; e questa di Romainmôtier costituisce forse l’esempio più interessante, insieme a quella dell’abbaziale di Saint-Philibert a Tournus. Marcata e retta, come il sottostante nartece di ingresso alla chiesa, da massicci pilastri circolari e quadrati, la “Galilea” di Romainmôtier è più vasta di quella di Payerne; le crociere della volta, con gli ingenti costoloni, poggiano su capitelli dal chiaro sapore altomedievale; e qui sembrano non aver mai potuto salire gli architetti del tempo gotico. Insieme a loro, dalla “Galilea” dell’abbaziale dei Santi Pietro e Paolo, e dal suo spazio chiuso, sembrano essere rimaste fuori le innovazioni e la nuova differente spiritualità che, terminato il tempo romanico, presero ad abitare la chiesa di Romainmôtier e tante altre abbazie, finendo in molti casi per alterarne la purezza e la coerenza costruttiva.

Il lato settentrionale dell’abbaziale, con la torre e le archeggiature romaniche

.

Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? C’è un itinerario che, organizzato su una settimana, tocca i luoghi e le realizzazioni più affascinanti: è diventato un volumetto, che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

.

La Borgogna romanica – da Autun a Tournus, da Vézelay a Cluny a Berzé-la-Ville – è ora un delizioso volumetto, densissimo di meraviglie, che mette insieme gli appunti di viaggio di Before Chartres in questa regione senza uguali: LA BORGOGNA romanica IN SEI GIORNI.

.

La Lombardia “alta” è una delle culle, se non la vera culla, dell’architettura romanica. Da qui i “maestri comacini” portarono i segreti della loro laboriosa abilità costruttiva un po’ dovunque in Europa. Questo itinerario in dieci tappe racconta le loro realizzazioni più preziose – da Gravedona ad Almenno San Bartolomeo, da Agliate ad Arsago Seprio a Civate – e lo spirito, i colori, i materiali, i modi e i vezzi che i hanno lasciato nelle chiese delle loro terre d’origine: DIECI PERLE romaniche TRA MILANO E I LAGHI

.

6 pensieri su “Romainmôtier e la sua “Galilea”, chiusa agli invadenti architetti gotici

  1. Paolo Salvi (da Fb):

    Non sono mai stato a Romainmôtier, anche perché ho girato poco la Svizzera, ma conto di andarci presto, perché ci sono capolavori davvero splendidi come questa abbazia e la vicina Payerne. Un vero gioiello del romanico che conserva alcune parti originali di estremo interesse, come appunto la galilea.

    Anzi potrei proprio tornare da lì nel mio viaggio a luglio che ho programmato in Alsazia e Lorena.

    "Mi piace"

  2. Magda Viero (da Fb):

    Sì, l’aspetto che lascia intatto il romanico in queste abbazie è proprio la zona detta “Galilea”, che viene dalla parola latina Esterno da dove si entra e spesso con colonne e porticato ( a non confondere con il Nartece)

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Giulio Giuliani Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.