Un velo di tristezza circonda Jumièges

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Le rovine di Jumièges

Jumièges è un altro di quei posti dove bisogna andare, anche controvoglia. Le rovine della grande basilica bianca, poi, ti accolgono e ti confermano il senso di disagio: ci arrivi con un velo di tristezza, che non si scioglie durante la visita. Anzi, forse cresce di passo in passo.

L’hai già dentro, l’inquietudine, quando decidi di andare a vedere una grande e nobile chiesa che sai essere ormai ridotta ad uno scheletro. Sarà pure une des plus admirables ruines qui soient en France, come scrisse Robert de Lasterye, ma è pur sempre ridotta qui a rovina quella che fu forse la più bella chiesa normanna. Insomma: camminando dentro il ventre di questa balena, spiaggiata da secoli e consunta fino alle ossa, ti dispiaci e ti sconsoli.

Chi ha visitato San Galgano, in terra di Siena, altra grande chiesa medievale scoperchiata e abbandonata su un prato, non immagini di provare, visitando l’abbaziale di Jumièges, la stessa esperienza e le stesse sensazioni. Le rovine di Notre-Dame sconcertano, forse perché qui tutto è magnifico e affascinante, ma freddo e rigido; o forse per via del bianco delle murature, o dal clima intorno, in questo angolo di Normandia, più palude che pianura, in cui la Senna gira su se stessa come un serpente… E se a San Galgano, tra i resti della basilica cistercense, cammineresti scalzo nel verde dell’erba che fa da pavimento, e ti ritrovi a guardare il cielo azzurro attraverso il tetto che non c’è, qui a Jumièges no, a Jumièges soffri.

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L’abbazia di San Galgano, in terra di Siena

Sarà che Jumièges è il frutto compiuto di un epoca, che si chiude, mentre San Galgano vede già sorgere l’alba radiosa di un nuovo mondo? Sarà questo, forse: le pietre di Jumièges, così depredate, raccontano l’apice raggiunto dal romanico normanno, come incompreso e non rispettato; testimoniano un ciclo glorioso che si compie, di un intero medioevo, quello delle abbazie e dei chiostri, dei monaci e dei capitelli istoriati, che è giunto al suo vertice e già lo sta oltrepassando; e però non sa dove andare, perché qui in questa terra fredda, e nella vicina Inghilterra che ne riceve l’eredità, fioriranno da lì in poi le gigantesche cattedrali gotiche, ancor più fredde.

E se tutta la fervida cultura medievale di Toscana gira intorno a San Galgano – possono anche aver distrutto la grande basilica, in sé più anonima e semplice… ma intorno senti già fiorire il Rinascimento, e la sua forza e le sue meraviglie tutte italiane -, la Normandia, al contrario, è stretta nel ricordo di una grandezza che fu, quella del romanico. E le rovine di Jumièges testimoniano di questo periodo, splendido, certo, ma lontanissimo e con eredi ingrati.

Abbaye de Jumièges by quadcopter

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La parete della navata dall’interno

L’abbazia di Jumièges – ora ridotta a rovina, ma un tempo tra le più potenti di Francia – è un capolavoro perfetto del romanico normanno. Eppure non è affatto tarda: data invece alla fine dell’XI secolo, periodo in cui altrove il romanico era ancora pietre e ricerca. E dimostra, così precoce, che in terra normanna tutto si compie prima che altrove. Perché – guardatela! – Jumièges mostra già perfettamente sviluppate (e siamo ancora nell’XI secolo) non solo l’alternanza pilastro composito-colonna, ma anche una tripla partitura della parete della navata – archi in basso, galleria più sopra, ampie finestre al colmo – che si direbbe matura, anzi, tarda. A questa navata, infatti, manca solo l’arco acuto perché possa dirsi gotica. Anche le torri che fiancheggiano la facciata, a Jumièges come nelle chiese di Caen, mostrano come il romanico normanno influisce con potenza sull’articolarsi della facciata del romanico compiuto; e anzi quelle stesse torri portano al romanico della Normandia il merito di aver  (se è un merito) di aver aperto la strada al gotico. Notre-Dame a Parigi, Chartres, Reims, Amiens… tutto la nuova architetture incipiente impara dalla Normandia a costruire le sue facciate basse al centro e alte ai lati, al contrario di quanto accadeva in epoca paleocristiana e nel romanico classico.

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15 pensieri su “Un velo di tristezza circonda Jumièges

  1. Marco Corrìas (da Fb)
    Jumieges è protoromanica normanna, (900-1000), San Galgano gotica cistercense, (1230-40)…lasciando stare il punto di vista soggettivo, per cui a me Jumieges corrobora e non soffro x nulla (è il mio monumento preferito di sempre) e l’inflazionata S. Galgano mi rompe (come il video dei Pooh tra le altre cose 🙂 )e restando invece sui binari storico-artistici oggetto dei miei gruppi, nulla le accomuna: solo la mancanza di soffitto 😉 Giulio ti rispetto e ti ho sempre rispettato ma questa non è storia né arte…é più un diario di viaggio d’impressioni personali….senza alcun tipo di offesa te lo giuro. Tanto che la parte finale dell’articolo è corretta: su Jumieges si fondano non solo le radici del romanico normanno ma anche del futuro gotico mentre…S. Galgano è una chiesa cistercense, bellissima, ma come lo sono altre: solo + goticheggiante per via dello zampino di maestranze più aggiornate, forse volute da Federico II…ma, anche qui, davvero poco gioioso: il destino di quest’ultimo e della sua progenie, a differenza dei vitalissimi antenati normanni dalle mille risorse e ramificazioni, é il più infausto e tragico, il meno gioioso di tutta la storia basso medievale…il barbaro sterminio di una progenie promettente ma sfortunata e priva di nerbo, stuprata nel sangue dai crudelissimi Angió

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    1. Aspetta, Marco Corrìas. Guarda che lo so di che epoca sono le due chiese! E guarda che anch’io sono andato a Jumièges per vederla, mentre a San Galgano ci sono arrivato solo di passaggio! E lo immagino proprio che – da celtico che sei – tu preferisca la chiesa del nord. La preferisco anch’io!
      Nel mio post provavo a dire questo: Jumièges mostra con grande evidenza il percorso del romanico, che in Normandia è avanti cent’anni… …e rattrista vedere un’opera perfetta che non ha avuto seguito. Mentre a San Galgano… tutto sommato… dici: Vabbè, questa è distrutta, ma poi qui viene comunque una grande stagione d’arte.

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  2. Marco Corrìas (da Fb)
    Mmm… Jumieges nasce dai westwerk carolingi e ottoniani e si presenta così perché hanno cercato di smantellarla nel 1800… ma dopo di essa é arrivata la chiesa des hommes di Caen voluta da Guglielmo il Conquistatore ed altre…come il duomo di Canterbury nella sua prima fase… e la Sicilia normanna… e poi il gotico… Jumieges ha un passato e un futuro…ma san Galgano… il cistercense è un limbo di mediazione tra romanico e gotico, più che altro funzionale in Italia ad accettare con riserve una novità straniera mai digerita…

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    1. Anche se non è del 1000, ma più tarda, forse hai ragione che Jumièges è precedente alle due chiese di Guglielmo e signora a Caen. Però a me pare che stilisticamente costituisca la perfezione del romanico normanno. Domani verifico, ma mi pare che le due di Caen non siano così regolari nella scansione. E poi è vero: bellissimo vedere le torri in fianco alle chiese di Sicilia, e scoprire che quelle torri non sono altro che il segno dei Normanni…

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    1. Avatar di Gerardina Gerardina

      Sono felice di assistere finalmente a un duello di intelletti ambedue appassionati e tanto innamorati da essere ferocemente gelosi. Incrociano i fioretti per troppo amore.

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    1. Mamma che cattivo! 🙂 Permettimi di dissentire. Provo a motivare: la struttura di Jumièges è precedente di centocinquantanni rispetto a quella di San Galgano. Proprio per questa sua collocazione “alta”, l’articolazione della struttura di Jumièges, sia nell’alzato che nella cadenza della navata, costituisce un punto di passaggio fondamentale, un momento importante di evoluzione dello stile romanico. San Galgano, dal punto di vista della storia dell’architettura, a confronto è banale. Poi certo, io per primo dico che quanto a fascino San Galgano ne ha da vendere. Ma non pensi che aiuti molto il contesto, il sole, il paesaggio senese?

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  3. Angelo Montanari (da Fb):
    Noto una certa voglia di apparire diverso, di essere originale in un modo un po’ snob, come usava negli anni ’60/’70 nella Milano da bere. Non amo certo le contrapposizioni sterili, ma almeno l’abbaye de Jumièges è attraversata da una passerella che ti consente la sua visita anche dopo un temporale. Rifatevi gli occhi, un solo parere non è una religione! https://www.facebook.com/notes/ma-se-spazio-espositivo/abbaye-de-jumieges-gemmeticum-gemmeticense-coenobium-i/1669567853053497/

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  4. Avatar di Tortellino Tortellino

    Non so se sia il luogo più appropriato, ma volevo fare i complimenti ai relatori del blog e della relativa pagina facebook. In un oceano di pochezza che il mondo virtuale ha portato, un’isola con un porto sicuro in cui poter leggere qualche pillola di cultura mi riempie il cuore. Da sempre appassionato d’arte e di storia il vostro lavoro mi aiuta aggiungendo tasselli alla mia sete di conoscenza ed esplorazione. Questo piccolo gioiello era a me sconosciuto e lo metterò sicuramente tra le mie tappe bel prossimo viaggio in zona.
    Augurandomi di non avervi tediato vi porgo i miei sentiti complimenti ed auguri per i prossimi lavori che pubblicherete.

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