Perso, scordato, abbandonato… e poi finalmente recuperato. Il monastero di Cassérres, in Catalogna, è magnifico oggi proprio perché per secoli è stato quasi dimenticato là, sulla punta di una lingua di terra che si infila dentro un’ansa del fiume Ter.
Dedicato a san Pietro, edificato nei primi decenni dell’XI secolo dai conti di Ausonia – la tradizione vuole che abbiano scelto il luogo affidandosi ad un’asina, e attendendo che si fermasse – il cenobio di Cassérres si presenta oggi con la sua grande chiesa, grigia e imponente, a cui fanno da corona molte delle costruzioni del complesso monastico. La sua storia può essere riassunta così: un secolo iniziale di autorevolezza e splendore, un altro poi di competizione con i centri di spiritualità monastica dell’area, poi la fatica a mantenere viva e forte la comunità dei monaci, peraltro mai numerosissima; e allora l’affiliazione a Cluny (lontanissima) attraverso Moissac (appena un po’ meno lontana), e i ripetuti tentativi di riforma che non arrestarono il progressivo spegnimento.

Il cammino di accesso al monastero, a strapiombo sul Ter
Cosa poteva pretendere dal proprio futuro un monastero posto così, quasi a strapiombo sul Ter, su uno sperone di roccia alto sul fiume, il più lontano possibile, difficilissimo da raggiungere? Sant Pere de Cassérres è rimasto intonso, quasi dimenticato al di là dei boschi come certe costruzioni precolombiane nelle foreste del Sudamerica. I progetti di restaurazione, della vita monastica e delle strutture, rari nei secoli, sono stati impediti anche da eventi naturali avversi. E così Cassérres non è mai stato toccato, nei secoli, da chi poteva decidere di modificarne l’aspetto, adattandolo ai nuovi gusti estetici e a differenti esigenze liturgiche. Ha rischiato di sparire, è vero: al 1767 tutta l’area divenne proprietà privata destinata ad uso agricolo; a metà Ottocento si smise di officiare nella chiesa, che ancora alla fine del secolo scorso, mutilata di una navata, era ridotta ad un gigantesco fienile e le pertinenze del monastero erano diventate rimesse e depositi, e così ancora li descrive Edouard Junyent nel volume La Catalogna Romanica di Jaca Book.

L’interno maestoso della chiesa di Sant Pere
Il miracolo è avvenuto negli ultimi decenni. Nel quadro del grande sforzo di conservazione e di divulgazione del proprio patrimonio culturale, le autorità catalane hanno restaurato magistralmente la chiesa e il monastero. Sant Pere oggi si mostra splendido per la collocazione a strapiombo sul vuoto, per la possibilità di raggiungerlo in auto ma anche a piedi, attraverso un suggestivo percorso nel bosco di un’oretta, ma soprattutto per la purezza delle linee della sua basilica, possente e forte come quando fu costruita, in nulla modificata nei secoli.
Meno noto di altri monasteri dei Paesi catalani – molti ne sorgono su entrambi i versanti dei Pirenei – Cassérres stupisce i visitatori. Salvato per i nostri occhi, non “costruito” per i turisti, si pone come esempio di rigorosa e coraggiosa opera di recupero a lungo (per fortuna) procrastinata, fino all’ultimo istante prima della completa rovina.
…
Non solo Cassérres. Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Il modo migliore è farti guidare dagli appunti di viaggio di Before Chartres. Puoi seguire l’itinerario proposto da questo blog: organizzato in sette giornate, ora è diventato un volumetto intitolato LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.
…
Ce ne sono altre undici. Belle come Cassérres, come Cassérres inerpicate in cima ai monti, o comunque lontane, difficilmente raggiungibili, altre undici splendide chiese stanno nel volumetto che Before Chartres ha dedicato – finalmente “in carta” – ai più spettacolari nidi d’aquila del romanico.
Lo trovi qui: DODICI CHIESE isolate DEL TEMPO ROMANICO.
…
Elena Maglione (da Fb):
Un luogo magico, dove il tempo sembra si sia fermato
"Mi piace""Mi piace"
Un luogo semplicemente Straordinario
"Mi piace""Mi piace"
La Catalogna romanica è splendida: una delle regioni più ricche d’Europa. Purtroppo ho potuto finora solo conoscere le meraviglie sul versante francese e quelle spagnole restano un sogno coltiva sui testi come quello della Jaca Book.
"Mi piace""Mi piace"
Giuseppe Berton (da Fb):
Le immagini sono ipnotiche; il racconto… da suspence in attesa di un lieto fine; la meta, un luogo di contemplazione per lo spirito, in questo tempo di Attesa in cammino verso la Sua venuta, “certa come l’aurora”, come l’epilogo della salvezza di questo san Pietro dimenticato, eppure così tanto parte della vita di un popolo da non poter essere perduto: pietre che sprigionano luce
"Mi piace""Mi piace"