Colmenares, al battesimo ci sono tutti

C’è una festa che dura da ottocento anni e più, nella parrocchiale di Colmenares de Ojeda: scolpito infatti sul fonte romanico della chiesa di San Fructuoso, si svolge il rito del battesimo, e tutti sono intorno al sacerdote per questo giorno da ricordare. La “pila” in pietra di Colmenares, tra i più notevoli rilievi medievali della Castiglia del nord, ci porta così indietro nel tempo, e le figure scolpite che la decorano sono come un’istantanea, un quadro di vita – di religiosità, di ritualità, di partecipazione comunitaria – che forse non ha eguali, pur con i suoi aspetti insoluti.

Il fonte battesimale, in pietra, ha la forma quasi di un calice: in basso lo regge un sostegno circolare a tronco di cono, decorato con girali vegetali e bellissime teste di animale; e anche la parte superiore poi ha la forma di tronco di cono, stavolta rovesciato. Come il calice contiene il vino santo della messa, così questa grande coppa in pietra conteneva l’acqua benedetta, nella sua vasca di quasi un metro e mezzo di diametro; lungo tutto il bordo, gira una cornice fatta di semicerchi che scendono verso il basso, e sembra quasi voler rappresentare l’acqua che tracima, o forse il bordo decorato di una tovaglia stesa per il rito. Poi su tutto il giro del fonte, per un’altezza di poco meno di un metro, si distendono le scene scolpite, una delle quali, quella appunto che racconta il rito del battesimo, è notevolissima.

Il fonte battesimale (foto: Diariopalentino.es)
La madrina (foto: Palenciaturismo.es, elab.)

Ben dodici personaggi sono schierati, volti tutti o quasi verso chi osserva, come in posa per una fotografia; ed allo stesso tempo recitano l’azione liturgica per cui si sono riuniti proprio intorno ad un fonte battesimale. Al centro della scena, il celebrante, che per via della tonsura riconosciamo essere un monaco, presiede il rito; sotto di lui un bambino – dal fonte ne emerge solo la testa – è calato e insieme sorretto nell’acqua santa dalle figure ai lati del sacerdote. Il celebrante con la destra benedice, e con la sinistra regge, proprio sopra il fonte e sopra il bambino, un libro, o forse un contenitore l’acqua o per l’olio santo del battesimo. Il personaggio alla sua destra è probabilmente il padrino; quello alla sua sinistra è invece un altro monaco, anch’esso tonsurato, e regge un’asta che porta in cima una croce; alle spalle di questo secondo religioso, un’elegantissima madrina assiste, allungando fino al fonte il braccio destro: anche se il suo sguardo, come quello degli altri convitati, è rivolto verso chi osserva, la donna mostra la sua partecipazione piena alla liturgia, da cui non si fa escludere.

Già questo gruppo, questo nucleo di cinque personaggi direttamente impegnati nel sacramento, costituisce una rappresentazione riuscitissima – ed inusuale nel tempo romanico – di un gesto comunitario: il senso del rito, infatti, non è riassunto in un’iconografia simbolica, o da personaggi tratti dalle Scritture o dalla narrazione agiografica, e invece si incarna in figure reali e quotidiane. Ed poi ecco a sinistra appressarsi al fonte altri attori di questa scena: due padri portano infatti i figli al battesimo, o comunque attendono con i loro bambini, e rendono ancor più reale e affollata la celebrazione; gli sguardi di tutti, fedeli e celebranti, sono compunti e serissimi: la giornata è di festa, ma piena di attesa e di rispetto, e i respiri di tutti sono quasi sospesi nel silenzio, come succedeva nelle chiese fino a qualche tempo fa.

I tre “ospiti” misteriosi (foto: arteguias.com)

La scena si allarga e si popola, dalla parte opposta, di tre altri personaggi, che la rendono ancora più viva, anche se non è certo che facciano parte, questi, della celebrazione liturgica: si tratta di due uomini che si incontrano, accennando ad un abbraccio, mentre il terzo appoggia la mano sulla spalla di uno dei due, compiendo un gesto che è stato disegnato e scolpito con una maestria sorprendente. Anche se nessuna architettura e nessuna interruzione annuncia un cambio di registro, secondo alcuni commentatori la rappresentazione del battesimo sarebbe già conclusa prima dei tre, per dar spazio a scene ulteriori: questi tre uomini “misteriosi” evocherebbero, allora, l’incontro di Gesù con i discepoli di Emmaus, o la resurrezione di Lazzaro; e avrebbero senso, in un fonte battesimale, questi episodi “di rinascita”, a cui segue, non a caso, anche una rappresentazione elaborata (e meno felice) delle Pie Donne al sepolcro. Entrambe le ipotesi sembrano deboli, però, vista l’assenza, nel gruppo dei tre uomini, di qualsiasi accenno all’aureola che dovrebbe segnare il capo di Gesù.

A noi allora piace pensare che i tre personaggi vicini alla madrina siano altri invitati al battesimo. E che il rito scolpito nella pietra nel XII secolo racconti così, ancor più compiutamente, di una festa, di un’occasione di incontro, a cui si arriva magari in ritardo, o inattesi, o da lontano, e ci si abbraccia, ci si saluta perché ci si rivede dopo molto tempo. Pieno di gente come noi, di genitori e figli, di sacerdoti e laici, di donne forti e di neonati, tutti riuniti a motivo di una fede comune, il fonte romanico di San Fructuoso è una vivida testimonianza su un aspetto cruciale della socialità del medioevo, ma è anche una lezione di vita e di spiritualità: ogni giorno, ad ogni pasqua, ad ogni liturgia, la “pila” di Colmenares rilancia un messaggio corale, ribadisce per immagini il modo in cui i cristiani stanno insieme, uniti nella fede e nella speranza, e si sorreggono a vicenda. O almeno il modo in cui lo hanno fatto per molti secoli, nella regione di Palencia e della Terra de Campos, e in ogni angolo, anche il più sperduto, dell’Europa fedele.

Un’immagine particolarmente suggestiva del fonte battesimale (foto: Cadenaser.com)

.

Le storie della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

.

Dai rilievi di Silos ai capitelli di Aguilar de Campoo e di Tudela, dagli affreschi di Mustair a quelli di Sant’Angelo in Formis: è specialissimo il nuovo volumetto di Before Chartres, che raccoglie sedici episodi del Vangelo trasformati in capolavori dagli artisti romanici: LE STORIE dei Vangeli NELL’ARTE ROMANICA.

.

3 pensieri su “Colmenares, al battesimo ci sono tutti

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Giovanni Bandini (da Fb):
    Descrizione molto interessante. La scultura romanica stupisce sempre per la capacità di rappresentare anche a partire dall’imperizia o dalla povertà di tratto e forse è proprio per la sua carica di fede e di attesa.

    "Mi piace"

  2. Paolo Salvi ha detto:

    Un’originalissima scultura per un fonte battesimale stupendo, che esula completamente dalle rappresentazioni più comuni, per lo più zoomorfe, e che narra l’evento del primo Sacramento.
    Interessante e condivisibile l’interpretazione che ne dai.
    Un ulteriore motivo per pensare ad un viaggio nella Castiglia del Nord ed in Spagna in genere.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.