Potremmo anche non stupirci molto, nel vedere la grande chiesa di Maguelone costruita su un’isola, in mezzo al nulla. Attraversando i secoli del medioevo, infatti, abbiamo visitato già Torcello, e Mont-Saint-Michel, e quindi sappiamo che altre volte, per desiderio di pace o per paura della guerra, i costruttori di basiliche e monasteri cercarono i luoghi posti al limite, disabitati e separati dal mondo. A Maguelone, però, non ci troviamo davanti ad un’abbazia o un santuario, ma ad una cattedrale, e questo sorprende: per la propria sede, infatti, anche nel medioevo i vescovi erano soliti scegliere il cuore della città, o comunque una sede accessibile da cui esercitare il proprio servizio e il proprio potere su territorio circostante.
Quella di Maguelone è dunque letteralmente una “cattedrale nel deserto”: la mole possente della chiesa, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, sorge oggi, con pochissimi edifici annessi, all’interno di un boschetto circolare; e questo boschetto a sua volta sta al centro di un isola completamente deserta, tutta coltivata a vigneti, nel mezzo della laguna di fronte a Montpellier, collegata alla terraferma da strette vie di accesso sospese sull’acqua. Nei secoli medievali, ovviamente, il luogo aveva tutt’altro aspetto.
Nel tempo romanico, i vescovi che si sono succeduti non trovarono strano costruire proprio qui la propria cattedrale. Una basilica sorgeva sull’isola, che fu abitata anche in età antica, già in epoca altomedievale; sulle sue fondamenta, il vescovo Arnaud volle edificare la propria cattedrale, che fu consacrata nel 1054, con gli edifici necessari alla vita della sua corte e del capitolo; a lui risalgono la cintura di fortificazioni che dovevano proteggere l’insediamento, che le cronache chiamano “Recinto delle porte di ferro”, e il camminamento-ponte, lungo all’incirca un chilometro, che unì l’isola alla terraferma. L’intero isolotto si struttura come una cittadella fortificata e inaccessibile, proprio negli stessi anni in cui maturavano le scelte politiche e l’inedito patto che stringerà Maguelone a Roma e alla Santa Sede: nel 1085, infatti, il conte Pierre de Melgueil pose sa stesso, la contea e il vescovado sotto la diretta protezione del Papa, votandosi “agli apostoli Pietro e Paolo, a papa Gregorio VII e ai suoi successori” . Dieci anni dopo, nel 1096, papa Urbano II soggiornò sull’isola, proclamò la chiesa “la seconda dopo quella di Roma”, e concesse l’indulgenza plenaria a tutti coloro che avrebbero ricevuto sepoltura in questo luogo circondato dall’acqua. Altri Papi trovarono rifugio nella cattedrale-fortezza: nel XII secolo Maguelone, con tutta la diocesi e la contea, diventò un avamposto fortificato della Santa Sede, il luogo abbastanza sicuro e abbastanza lontano quando a Roma le cose per il Pontefice si fanno troppo delicate. Anche per continuare a garantire questo servizio, la cattedrale si ampliò ulteriormente: l’“Antica Cronaca di Maguelone” celebra gli sforzi e i successi dei vescovi Raymond (1129-1158), Jean de Montlaur (1158-1190), Guillaume Raimond (1190-1197) e Guillaume de Fleix (1197-1203). Nei primi decenni del Duecento, quando già anche un grande chiostro a due piani affianca la chiesa, vennero aggiunte la prima campata e la nuova facciata, e la cattedrale assunse le dimensioni e l’aspetto che vediamo ancora oggi.

Oggi l’isola è sostanzialmente disabitata: fu il cardinal Richelieu, nel 1632 ad ottenere dal re che l’intera cittadella, divenuta via via una fortezza, venisse smantellata “affinché i ribelli non potessero approfittare di questo luogo per turbare l’ordine pubblico”. E così avvenne: tutti gli edifici, tranne la chiesa e un’abitazione da destinare al sacerdote, furono smontati per utilizzarne la pietra altrove. Ma osservando la cattedrale ci è possibile intuire l’attitudine difensiva che poteva avere, nei secoli medievali, tutto il complesso: la mole dell’edificio è ragguardevole; le mura sono possenti, costruite senza alcun interesse all’estetica; pesanti contrafforti sostengono le pareti del perimetro con l’obiettivo di garantire stabilità e sicurezza. Si accede alla chiesa, infine, attraverso un solo portale, che sulla facciata appare minuscolo: sopra l’ingresso, la lunetta del primo Duecento, retta da un bell’architrave decorato a racemi e datato 1178, ospita un Cristo in Gloria, vestito con abiti nobili e pesanti, quasi bagnati, e circondato dal Tetramorfo; a destra e a sinistra gli apostoli Pietro e Paolo, scolpiti forse alla fine del XII secolo, presidiano l’accesso. E così anche il portale, quest’angolo minuscolo in cui viene concesso un po’ di spazio alla decorazione, ribadisce le due missioni che la cattedrale di Maguelone ha voluto darsi nel tempo romanico: celebrare, qui dove l’Occitania si affaccia sul Mediterraneo, la gloria dei due Apostoli che fecero di Roma il centro della cristianità; e nel contempo proporsi come luogo protetto per accogliere, dentro le navata inaccessibile, il successore di Pietro ogni volta che sentisse il bisogno di un porto sicuro, nei tempi turbolenti in cui si attendeva la Seconda Venuta del Salvatore.

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Molto interessante la storia di questo imponente edificio letteralmente isolato nel mare prospiciente Montpellier. Sembra strano che fosse cattedrale, senza un abitato considerevole intorno. La volta a botte archiacuta dovrebbe risalire alla prima metà del XII secolo, romanico l’architrave del portale, ma più tarda la lunetta che mostra già stilemi gotici.
Credo che farò una tappa a Montpellier nel mio futuro viaggio sui Pirenei, che trent’anni fa’, quando ci andai, Maguelone non la conoscevo.
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Carlo Niato (da Fb):
E pensare che sono passato da quelle parti proprio una settimana fa. Vabbè che non avrei potuto fermarmi a visitarla ma, a volte, le coincidenze…
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Gabriella Di Ninni (da Fb):
Ma pensa, mai sentita nominare… se l’avessi saputo quando sono andata a Montpellier… sei una fonte inesauribile di conoscenza. Ti seguo…
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