Dobbiamo tornare a Beaulieu-sur-Dordogne, ed osservare con più attenzione il grande portale scolpito: abbiamo appuntamento con un Cristo forse ancor più affascinante di quello che tutti vedono. Qui, sul lato dell’abbaziale di Saint-Pierre, ogni sguardo si concentra, è indubitabile, sul timpano, che propone una rappresentazione della Seconda Venuta del Cristo davvero leggibilissima, e per certi aspetti molto moderna; a prima vista, così, il resto della decorazione scultorea – gli atlanti nel trumeau, i rilievi dei capitelli, le scene nelle ali di questo ciclopico affaccio dell’abbazia sulla piazza – risulta ostico, quasi goffo, anche per via del degrado dell’arenaria in cui sono scolpite le figure.
Ma se abbiamo tempo e voglia di soffermarci – utilissime le pagine al riguardo scritte da Barbara Franzé – anche su questi altri rilievi, sulla parete di sinistra potremo scorgere il profeta Daniele, che vediamo circondato dai leoni. E di fronte, a destra, gli scalpellini istruiti dai monaci di Saint-Pierre ci hanno lasciato una spettacolare rappresentazione delle tentazioni di Gesù nel deserto, secondo il racconto evangelico.
Anche qui, come nella raffigurazione di Daniele che sta di fronte, il racconto è articolato in un vasto rilievo, contenuto tra due semicolonne e diviso a metà da una terza colonna che vi si sovrappone. Si vengono a formare quindi due scene, nelle quali si snoda una narrazione che in realtà è scandita, nel testo originario, in tre distinti momenti e in tre reiterate tentazioni.
Nella prima scena, il diavolo e Gesù si fronteggiano separati da un’alta torre; e lo fanno due volte: stanno infatti in piedi nella parte bassa, e inoltre stanno (o meglio stavano, perché queste due ulteriori figure sono quasi illeggibili) scolpiti a mezzobusto, ai lati della guglia alta della torre. In questa scena doppia, si raffigurano le prime due tentazioni, che Matteo, nel suo Vangelo, narra così:
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
Nel corpo della torre troviamo incise appunto le due frasi con cui il tentatore istiga l’amor proprio di Gesù: nella parte inferiore della scena, sulla parete della stretta costruzione si legge infatti SI FILIUS DEI ES DIC UT LAPIDES ISTI PANE FIANT, cioè appunto “Se sei Figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane”; in alto, tra le figure a mezzobusto molto consumate, sull’ultimo piano della torre, è scritto invece SI FILUS DEI ES MITTE TE DEORSUM, cioè “Se sei Figlio di Dio, gettati giù”.
Il racconto evangelico narra poi di una terza tentazione “Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai. Ma Gesù gli rispose: Vàttene satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto”. E gli scultori di Beaulieu rappresentano queste terza prova nella parte destra del pannello, dove il Signore dialoga con due satanassi, mentre sotto i loro piedi si distendono delle architetture a rappresentare “i regni del mondo”. Qui nessuna iscrizione introduce e sintetizza la provocazione del demonio, ma il senso di quanto vediamo è chiarissimo.
Fin qui, nella narrazione della schermaglia in tre atti tra Satana e il Messia, la traduzione in pietra del racconto di Matteo segue i canoni consueti. È come una magia, invece, la scelta compiuta dallo scultore dell’abbazia di Saint-Pierre per completare la sua opera: egli prosegue infatti il suo lavoro fuori dal pannello con le tentazioni e lo chiude, proprio sullo spigolo della parete, con una splendida e inattesa figura del Cristo in piedi. Figura ulteriore che non si trova in altre rappresentazioni dell’episodio evangelico, e che però riceve piena giustificazione proprio dalla frase del racconto di Matteo: “Allora il diavolo lo lasciò – scrive – ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano”.
È davvero bellissima questa immagine del Cristo – l’altro personaggio corrispondente, sullo spigolo dell’ala sinistra, è quasi del tutto consumato -: le labbra sono semiaperte, lo sguardo intenso e straniante, il passo leggerissimo, mentre sembra camminare sulla testa di strane figure mostruose a testimoniare che ha ormai vinto le insidie del male. E non ci sovviene, nell’arte romanica, un altro luogo in cui la narrazione dello scontro con Satana si conclude con gli angeli che circondano Gesù, gli svolazzano intorno quasi fossero grandi farfalle, e gli fanno da corteo e da compagni di viaggio, mentre esce dal deserto, vinto il digiuno, superate le tentazioni, e si incammina verso la sua vita pubblica di predicazione e sofferenza.
.
Da Moissac a Beulieu-sur-Dordogne, da Autun a Charlieu e ad Arles: Before Chartres affronta il tema dei grandi portali del medioevo, e lo riassume, come in un viaggio – finalmente “su carta” – in un volumetto prezioso, dedicato ai suoi lettori più affezionati. Lo si trova qui: DIECI grandi PORTALI ROMANICI.
.
All’Alvernia, regione antica della Francia centrale, è dedicato un nuovo splendido volumetto. Raccoglie tutti insieme i numerosi articoli che il blog Before Chartres ha dedicato ad una terra magica, ricca di grandi architetture absidali e di bellissimi capitelli e si intitola LE NOVE PERLE (e le altre meraviglie) DELL’ALVERNIA ROMANICA.
.
Ci sono i rilievi di Silos e i capitelli di Aguilar de Campoo e di Tudela, gli affreschi di Mustair e quelli di Sant’Angelo in Formis: è specialissimo il nuovo volumetto di Before Chartres, che raccoglie sedici episodi del Vangelo trasformati in capolavori dagli artisti romanici: LE STORIE dei Vangeli NELL’ARTE ROMANICA.
.








Sandra Galli (da Fb):
Anche il portale di Moissac ha dei rilievi ai lati che a me sembrano meno belli di quelli della lunetta.
"Mi piace""Mi piace"
Federico Quinto (da Fb):
Segnalo che l’abbazia di Beaulieu è interessante anche all’interno, anche se un po’ oscura se non ricordo male.
"Mi piace""Mi piace"
Magda Viero (da Fb):
È una meraviglia. Forse il più intrigante della Dordogna. Riprende la Parusia del Vangelo di Matteo. Quando ci sono andata ciò su cui ho riflettuto è stato come un paesino di 1000 anime potesse avere una basilica tanto importante e bella. Risvegliate tanti ricordi. Grazie. Un grazie sempre più sentito.
"Mi piace""Mi piace"