Ascoltare in chiesa il Cristo di Civate

Risuona in chiesa la seconda lettura di questa domenica, e chi un poco sa di romanico torna col pensiero a Civate, e al Cristo che, dipinto in una delle volte del nartece, siede solitario in trono. Legge una voce dal pulpito, e parla di Giovanni, della sua visione, e della città santa, “che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio”; e noi pensiamo a quella crociera affrescata in San Pietro al Monte, che questo testo tramuta in figura. Una voce legge il capitolo 21 dell’Apocalisse, e descrive così Gerusalemme:

Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.

La crociera del nartece con la Gerusalemme celeste

E noi con gli occhi socchiusi vediamo il recinto di mura che il frescante dipinse a Civate, quadrato, ma di linee spezzate come una greca, perché occorreva mostrare, e non c’era altro modo, che “le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello”.

Gli affreschi di San Pietro in Monte
Uno scorcio del nartece affrescato

Insieme alla grande visione della battaglia celeste, che dal nartece guarda all’altare, questa rappresentazione della Gerusalemme celeste e santa è l’affresco più noto e notevole di San Pietro al Monte. E non è altro che la trasposizione in segni e colori proprio del brano di Apocalisse proposto oggi, dalla liturgia della Parola della V domenica di Pasqua: “La trascrizione ne è talmente fedele – scrive Raymond Oursel – da far credere che l’artista avesse il testo sott’occhio mentre dipingeva la sua opera”. Nell’affresco, come nel testo, la Città santa si smaterializza in due soli elementi: nella cinta con dodici porte, che ne disegna i confini ideali, e dentro cui non si trovano né case né palazzi, né abitanti, né vita terrena; e poi nel Signore in trono, assiso al centro del quadrato: portata la salvezza a tutte le genti attraverso il sacrificio di Sé – lo testimonia l’agnello ai suoi piedi – il Cristo Salvatore occupa lo spazio intero della Gerusalemme, ne costituisce il cuore, e tutta la possiede.

Lo afferma Giovanni, ribadendo ciò che gli apparve quando dalle mura posò lo sguardo sulla Città scesa dal cielo e sul suo contenuto:

In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello.

Il Cristo Salvatore di Civate non si può dimenticare. “Solo, Egli siede – scrive ancora Oursel, e a lui lasciamo la parola – onnipresente nella frontalità assoluta (…). Cinto da un ampio nimbo dalla croce gemmata, il volto da icona è di una regalità perfetta, con grandi occhi neri fortemente cerchiati, il naso forte ed arcuato (…), la bocca carnosa, i due baffi cadenti. (…) E’ proprio il Cristo ad essere qui rappresentato, quale l’ha fissato l’iconografia bizantina tradizionale (…). Egli regge con la destra una lunga verga, e con l’altra mano presenta il libro aperto sopra il ginocchio: «Colui che ha sete venga». (…) Due alberi dal tronco flessibile, dai ciuffi di foglie frastagliate, occupano agevolmente l’alto spazio immerso in un monocromo olivastro, sul quale spicca quasi broccato soltanto l’ocra gialla e bruna delle figure”.

La salita a San Pietro al Monte e l’oratorio che precede la chiesa

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3 pensieri su “Ascoltare in chiesa il Cristo di Civate

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Magnifica San Pietro al Monte a Civate, tanto magnifica che nonostante la fatica di salirvi quando giungi ai suoi pedi rimani estasiato dal panorama affascinante e ripagato dello sforzo. Poi entri nella chiesa e ovunque volga lo sguardo scopri capolavori del Mille, come questo pregevole affresco che così dettagliatamente descrivi legandolo alla Sacre Scritture.

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