Spiegatemi la stramba posa di Adamo

E’ un’eresia ipotizzare che Wiligelmo abbia commesso un errore, e che l’Adamo dormiente scolpito in quella posizione così innaturale sia il frutto di un’amnesia, di un errore di esecuzione poi non riparabile? Mi permetto di porre la questione all’indomani di un altro articolo in cui ho sottolineato la grande capacità artistica e scenica di Wiligelmo; avanzo questo dubbio, anzi, proprio in ragione della sua grande capacità artistica e scenica, che mal si concilia con quel dettaglio, quella posa, quel disegno delle articolazioni.

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Guardatelo, Adamo, sulla prima delle quattro lastre che Wiligelmo ha dedicato alle storie della Genesi: dorme, sdraiato sul prato di un piccolo rilevo del Paradiso Terrestre, mentre il Creatore dal suo costato trae Eva, la compagna. Ma appoggiato sul fianco sinistro, la mano a reggere il capo, incrocia poi le gambe come nessuno farebbe mai, nel sonno.

Possibile che si tratti di un errore nella sovrapposizione degli arti, compiuto in fase di esecuzione? Immaginiamo come sarebbe la stessa scena se le gambe di Adamo si sovrapponessero nel modo più naturale; vediamolo, anzi, con l’aiuto di una simulazione, per quel che può valere.

Doveva essere diversa, quindi, la posizione di Adamo? Quella “ricostruita”, e proposta qui sopra attraverso la simulazione, è molto più naturale, ed è molto simile ad altre raffigurazioni medievali dell’Adamo dormiente, nelle quali molto spesso il Progenitore dorme posto decisamente su un fianco, ma mai nella posa complessa che ci propone Wiligelmo. Quel che è certo è che a Wiligelmo non mancavano né le capacità artistiche, né la consuetudine con i modelli del passato, e che per questo è difficile spiegarsi la scostante posa del primo uomo nell’Eden.

Non ho notizia di studi su questo tema specifico – diciamo “della strana posizione di Adamo” -, e se nessuno studioso autorevole si è posto il problema significa, con buona probabilità, che la mia ipotesi è balzana. Ma io continuo a immaginare Wiligelmo che, insieme al Vescovo e ai notabili di Modena, guarda e riguarda le sue lastre… e dentro di sé maledice la distrazione del giovane aiuto, a cui pure aveva spiegato tutto, disegnando anche sulla carta – in modo evidentemente non abbastanza preciso – quell’incrocio delle gambe che la tradizione tramandava.

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Non solo Modena: nella vasta piana padana – la “Lombardia” medievale – dodici delle grandi chiese costruite nel tempo romanico competono in magnificenza, autorità e splendore. Before Chartres le osserva e ne descrive il cuore, in un nuovo delizioso volumetto: LE GRANDI “chiese di città” DELLA PADANIA ROMANICA.

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Le storie della Bibbia – da Adamo ed Eva ai profeti, dalle gesta di Sansone al sacrificio di Isacco – hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

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20 pensieri su “Spiegatemi la stramba posa di Adamo

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Marcella Orsetta Orsini Campagna (da FB):
    La staticità dei bassorilievi medievali è personalizzata dalla figura di Adamo dormiente. Il lato sx, secondo me, è l’ anticipazione della ribellione futura. Un Medioevo autistico? Sovvertire le regole, l’ ordine precostituito mette a repentaglio la collettività, comunità di fedeli analfabeti e superstiziosi.

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    • Ettore Draganib ha detto:

      Duccio di Buoninsegna dipinse l’apostolo Tommaso con i piedi invertiti, il sinistro al posto del destro e il destro al posto del sinistro; e dire che la correzione sarebbe stata facile, sovrapponendo una correzione con un secondo strato di pittura; ma una volta che si è sbagliato per una distrazione l’intaglio della pietra, sarebbe impossibile riparare…

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  2. Giulio Giuliani ha detto:

    Elisabetta Pugliaro (da Fb):
    E’ lo stesso incrocio di gambe che ha “l’appeso”, arcano 12 dei tarocchi, avevo letto un articolo che metteva in relazione la posizione delle gambe in quella figura con una posizione rituale della massoneria o qualcosa di simile, è un ricordo impreciso ma penso di sapere dove andare a cercare l’articolo (non in rete) Tempo permettendo, lo cerco e lo posto.

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  3. Giulio Giuliani ha detto:

    Victor Rafael Veronesi (da Fb):
    Elucubrazioni mentali (a, b, c).
    a) La gamba è piegata in perfetta concordanza con quel ritmo esistente in tutte le rappresentazioni delle storie della genesi, ove gli stessi gesti sono replicati più e più volte all’interno delle singole scene . Come il braccio destro di Adamo è flesso , lo a è la sua gamba sinistra e così il braccio sinistro di Eva. Nella creazione di Adamo la figura del primo uomo è anch’essa costruita su triangoli e ‘pieghe’.
    b) Serve a rendere l’idea di una persona addormentata, vista dal basso , in una posa letteralmente scomposta, pronta quasi a cadere rovinosamente su chiunque gli passi sotto,
    c) Qui è rappresentata la nascita di Eva . Viene quindi trattata la nascita ‘carnale ‘ di un essere non generato , se non grazie l’intervento di Dio. La scena si può quindi interpretare come una precognizione della nascita del Cristo , alluso anche attraverso le gambe incrociate.
    d) Se l’immagine di Adamo venisse ruotata assumerebbe una posa alquanto simile, seppur più primitiva , a quella dell’edimione dormiente , o di tanti altri esempi classici ad esso rapportabili (anche la stessa arianna addormentata, o l’ermafrodito dormiente ). Il rapporto con il classico a Modena è assai forte, considerando che alcuni dei marmi adoperati parrebbero essere di riuso. Ricordiamoci che ‘siamo’ nel medioevo , dove la realtà si piega all’importanza data al simbolo, a ciò che c’è nel suo intimo e che la può trascendere .

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      Tutte suggestioni valide. Resta il fatto che la posa di Adamo non ha nulla di naturale; se l’inversione nella sovrapposizione degli arti ha un senso iconografico, non la trovo, simile, in altre rappresentazioni del tempo, le quali somigliano invece a quella che sarebbe la posa di Adamo se solo fosse invertita la posizione delle gambe… A me resta l’idea di un errore in fase di esecuzione.

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  4. Sonia Sguazzini ha detto:

    Interessante osservazione questa sulla postura innaturale di Adamo.
    Probabilmente ha veramente un significato spiegabile. Non certo viene da un’imperizia dell’autore. Adamo dorme ma il suo sonnosembra disturbato , sembra la sua compagna uscire fuori proprio da questo suo sonno . La postura innaturale potrebbe essere dovuta all’agitazione della mente , al turbinio dei pensieri , al pensiero divergente o ribelle che con Eva si manifesterà come desiderio di conoscere, di andare oltre i limiti imposti.
    Grazie per l’oportunità di riflettere su questi piccoli particolari che possono essere in realtà importanti !

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  5. Fabrizio Orsini ha detto:

    La posizione delle gambe di Adamo è da considerarsi così.
    Adamo si sta inginocchiando, ma allo stesso tempo sta facendo un passo di danza. Nel medioevo molte rappresentazioni sacre hanno il tema della danza come mezzo di spiegazione a contrasto del tema del sonno di Adamo, (un sonno consenziente e felice, mai sottomesso che genera Eva tramite la fantasia dell, inconscio) un sonno in cui avviene la festasua e quindi la danzagara per la nascita delladi sposa. Anche molti crocefissi, do Giotto per esempio, ma anche quello di San Damiano, recano il Cristo in effigie in postura di un passo di danza, la danza della sconfitta della morte, con la vuta data dalla resurrezione. Ai cristiani del tempo di Wiligelmo queste rappresentazioni erano normalissime.

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  6. Giulio Giuliani ha detto:

    Gianni Curreli (da Fb):
    A proposito del quesito da voi posto, in relazione alla posizione delle gambe di Adam, la stessa si rileva, specialmente, in alcuni altorilievi scultorei di Poveri Cavalieri di Cristo, i Templari, sui loro sarcofagi. Il significato sotteso è polisemico, come accade sempre, nella simbolistica e si va, dalla tetractis pitagorica sino alla identificazione della X disegnata con la lettera TAU, ultima lettera dell’alfabeto ebraico; ultima, secondo alcune esegesi e, dunque, richiamante la morte.: una delle immagini, come già ho postato sulla vostra pagina, potrete trovarla digitando “William Marshal, Temple Church Londra, 1231” buona sera.

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      Mi permetto: la posizione dell’Adamo di Wiligelmo è lontana da quella che segnala, che non ha collegamenti se non, a mio parere, immaginari. Molto più vicine all’Adamo di Modena sono certe rappresentazioni medievali dello stesso Adamo addormentato nell’Eden; ma alle “strane” gambe scolpite da Wiligelmo non trovo riscontro.

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  7. Anonimo ha detto:

    E figuriamoci se non si tirano in ballo i Templari!! Perché non lasciare il povero Wiligelmo ai suoi eventuali errori. Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia mai.

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  8. Giulio Giuliani ha detto:

    Pellegrino Gastaldi (da Fb):
    Pittoricamente non esiste che l’accavallamento “giusto”. e su questo non ci piove. non volendo, allora, pensare ad una svista del maestro di modena, la riflessione è prettamente scultorea: la profondità e la semplicità di esecuzione. cioè, in altri termini, se l’incrocio fosse stato scolpito con l’accavallamento “giusto” sarebbe stato più difficile gestire l’effetto di corretta profondità ottica di un arto intero. invece sovrapponendogli una gamba piegata, l’effetto è di più semplice gestione. cordialità.

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  9. Giulio Giuliani ha detto:

    Victor Rafael Veronesi (da Fb):
    Molti altri autori del ‘tempo’ non firmarono le loro opere ‘conformandosi’ alla tradizione dell’anonimato. Definirlo comunque ‘errore’ potrebbe apparire alquanto esagerato. Purtroppo non avendo una completa conoscenza della cultura figurativa nota all’artista , non siamo in grado nemmeno di affermare a quale specifica fonte -con certezza- sia stato in grado di fare ricorso ed in quale misura. Ognuno è libero di credere quel che vuole, ma una posa del genere, per quanto complessa, non è del tutto irreale.

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  10. Sonia Sguazzini ha detto:

    L’opinione secondo cui l’arto accavallato sarebbe stato più semplice scolpirlo così com’è, non è veritiera anzi , al contrario , non avrebbe dato problemi di sottosquadro . Il piede sarebbe potuto essere aderente al fondo senza vuoti sottostanti che implicano il rischio della rottura .. chiedete a chi modella , meglio ad uno scultore di marmo .

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  11. Giulio Giuliani ha detto:

    Catechesi Biblico Simbolica:
    Propongo questa interpretazione di Dario Vivian per il blog di Catechesi biblica simbolica:
    “La posa innaturale delle gambe di Adamo traccia sul suo corpo la lettera greca X di Xristòs, rendendo così plasticamente quanto ci dicono i testi delle Scritture e il Vaticano II: siamo creati in Cristo ed è lui il primo e nuovo Adamo, la cui impronta è su ogni essere umano. La pasqua di Cristo, che nel suo amore dato fino in fondo ci trae fuori dal peccato, permette alla X originaria di avere la meglio e di essere anche noi donne e uomini nuovi in Cristo, con Cristo e per Cristo. Ritengo che l’incrocio innaturale (rispetto a quello più naturale proposto dalla simulazione) sia stato fatto proprio per concentrare l’attenzione su quel particolare e decifrarne così il senso teologico”.
    https://catechesibiblicosimbolica.wordpress.com/2020/08/06/la-strana-posizione-di-adamo/

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  12. Giulio Giuliani ha detto:

    Francesco Guz (da Fb):
    C’è anche da dire che la gamba in quella posizione fa risaltare la figura di Adamo, ponendola quasi in un piano tridimensionalmente in rilievo rispetto alle figure di fondo.
    La “alternativa” proposta, seppure filologicamente ed anatomicamente più corretta, appiattisce notevolmente la figura di Adamo e la rende omogenea allo sfondo, facendogli perdere quella rilevanza prospettica che invece ha nella versione reale.
    Si tratta ovviamente di una interpretazione squisitamente soggettiva, ma a mio avviso si tratta di una scelta intenzionale e non di un errore.

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  13. Giulio Giuliani ha detto:

    Silvio Masignani (da Fb):
    Nel Medioevo amavano assai le asimmetrie e gli “errori” era un gioco per dimostrare l’imperfezione umana. Wiligelmo era chiaramente un artista abilissimo e sceglieva collaboratori al suo livello. Chiaramente all’artista non interessava una prospettiva perfetta che ancora non era stata neppure teorizzata ma piuttosto gli aspetti espressivi che erano quelli voluti dalla committenza.

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