Per la sua delicatezza, ma anche per la semplice chiarezza con cui racconta le sue storie, davvero il portale romanico di Pompierre meritò di essere salvato. E così accadde: prima di abbattere la chiesa medievale di cui faceva parte, e apprestandosi a tirarne su una nuova – siamo alla metà dell’Ottocento – i maggiorenti della cittadina in riva al Mouzon, in Lorena, vollero che il prezioso rilievo fosse smontato pezzo a pezzo; e poi lo rimontarono al posto d’onore, al centro della nuova facciata neogotica. Il portale – che data al XII secolo con le colonne, i capitelli e gli archivolti e la lunetta istoriata – è quindi l’unica parte restante dell’antica costruzione, e si incastona sorprendente nella nuova. E anche oggi, protetto da una strana tettoia in legno, continua a proporre la sua narrazione.

La lunetta e gli archivolti del portale
La lunetta di Pompierre meriterebbe di essere più conosciuta. E’ innanzitutto ricchissima e soave nei dettagli scolpiti: degni di nota sono in particolare i dettagli delle pecore ai piedi dei pastori, del puledro che segue l’asina cavalcata da Gesù; e finemente cesellate sono poi le architetture e i decori, in particolare le colonne che scandiscono la fascia centrale. Ma poi questa pagina scultorea, ben conservata nel tempo, è gustosissima per la sua perfetta leggibilità, dovuta alla semplicità ariosa e quasi scolastica dell’impaginato, che narra, in tre fasce sovrapposte e di differente dimensione, tre episodi della vita di Gesù.
I tre Magi venuti dall’Oriente dominano la fascia maggiore, quella mediana: occupano da veri protagonisti le tre arcate centrali, da cui due si pavoneggiano, più intenti a mostrarsi che ad adorare il Bambino; solo il terzo, pur anch’esso grande e fiero nell’aspetto, si volge e piega le ginocchia, porgendo il suo dono a Maria, che siede con in braccio Gesù: anche la Madonna e il Bambino si mostrano frontalmente, e anche a loro pare non interessi granché l’arrivo dei Magi, né i doni che portano. Nell’arcata a sinistra, la prima anche in ordine temporale, un angelo annuncia ai pastori che è nato il Salvatore.
Nella fascia alta – poco più che una sottile fetta di lunetta – continua il racconto dell’infanzia di Gesù: mentre a sinistra Erode ordina la strage dei bambini innocenti, al centro la Sacra Famiglia è già in fuga verso l’Egitto; a destra infine un angelo parla con due personaggi minuscoli, che non è facile identificare
La fascia inferiore, riquadrata quasi fosse un’architrave, fa compiere alla vicenda terrena di Cristo un balzo in avanti di trent’anni: a dorso d’asino Gesù già s’avvicina infatti a Gerusalemme; lo seguono alcuni dei suoi, con Pietro in testa; lo accoglie una folla festante che, davanti alle porte della città turrita, agita palme e stende i mantelli sotto il passo lento dell’asino. A sinistra, isolata al di là delle mura della capitale, una donna in piedi – se è di nuovo Maria, questa volta è inattesa – si appresta a porgere il proprio seno scoperto al bambino che tiene in braccio.

Uno dei magi si piega davanti al Bambino
Non avrebbe misteri – salvo i due piccoli personaggi che in alto a destra dialogano con l’angelo – questo ampio rilievo, limpido nella sua narrazione. Non sfugga però un dato curioso, un tratto peculiare, che potrebbe portarci a ribattezzare il portale come la lunetta “delle dieci corone”. Sono in molti, in effetti, nella lunetta di Pompierre, ad avere la testa adorna del diadema regale: sono coronate le teste dei Magi, protagonisti della scena centrale; sopra il volto rovinato porta la corona, com’è giusto che sia, anche il re Erode… Ma poi è ornato del simbolo regale anche il capo di Maria, sia mentre presenta il Neonato ai Magi, sia mentre cavalca l’asino della Fuga; e porta la corona anche il Cristo, mentre entra, come abbiamo visto, a Gerusalemme, e finanche mentre resuscita Lazzaro in uno dei capitelli. Alle teste coronate dei re Magi e di Erode – siamo a quattro – sommiamo quelle di Maria mentre riceve i doni e mentre fugge – e siamo a sei – e aggiungiamo il capo coronato del Cristo a Gerusalemme e davanti a Lazzaro – e fanno otto -. E infine Gesù porta la corona anche quando è scolpito piccino, in braccio alla Madonna nell’Adorazione dei Magi e nella Fuga in Egitto: e siamo a dieci teste coronate, tante in un solo portale.
Di nuovo fa eccezione la figurina nell’angolo a sinistra, isolata dietro le mura di Gerusalemme. Né la donna né il bambino che le sta in braccio portano qui la corona e… vien da pensare non si tratti di Maria e di Gesù. Ma allora… chi rappresentano? Almeno un piccolo mistero, alla fine, resta anche nel più didascalico dei portali romanici di Francia.

La donna con bambino in una delle bellissime foto di Pompierre in Patrimoine de Lorraine
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Virginia Saba (da Fb):
La donna misteriosa che allatta è la Maddalena che porge il seno al figlio (secondo me era una femmina…) suo e di Gesù.
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Non lo conoscevo proprio. E’ una descrizione estremamente efficace ed affasciante delle sculture rappresentate. Davvero un bell’esempio originale di portale romanico.
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Jean-françois Bogue (da Fb):
Intéressante vision de ce beau portail, sans doute un de plus beau de Lorraine, je me souviens également avoir lu qu’il était le lieu d’une rencontre de deux rois Mérovingiens et que le souvenir de cette rencontre y serait encore conservé, je vais essayer de retrouver cette source.
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Je n’en avais jamais entendu parler. Merci pour cette révélation.
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