Le Puy: il drago su, fino all’Arcangelo

Già il luogo in cui si trova è letteralmente incredibile: la piccola chiesa di Saint-Michel d’Aiguilhe è infatti costruita sulla cima di uno strano picco vulcanico, che sorge aguzzo come un altissimo bernoccolo nel mezzo dell’area urbana di Le-Puy-en-Velay. E spiegarsi come si è formato questa stretta piramide di roccia è forse più difficile, per chi qualcosa sa della religiosità medievale, che accettare l’idea di una chiesa costruita proprio in cima a quel picco, come la fiamma in cima ad una torcia; ci si stupirebbe semmai del contrario, e cioè che i cristiani dei secoli medievali avessero perso l’occasione di appropriarsi di un luogo così unico, così alto, così speciale. E non furono i primi: non fu infatti nel medioevo che si decise di votare al sacro la cima del picco, che già in precedenza – proprio in ragione della sua grande forza evocativa – era stata sede di riti e di costruzioni cultuali.

Il tempo romanico intitolò a San Michele il luogo e la chiesa; ed anche questo fu pressoché inevitabile, perché all’Arcangelo guerriero sono dedicate quasi in esclusiva le chiese “alte”. E questa di Le-Puy è chiesa “altissima”, e contende alla Sacra di San Michele in Val di Susa e a Mont-Saint-Michel in Normandia la palma di più ardito esempio del culto riservato al Principe delle schiere celesti.

La facciata e il portale

La pianta

Si sale alla sommità del picco, per raggiungere la chiesa, attraverso una lunga scala che, scolpita nella roccia, si inerpica con 268 scalini e con ripetute curve. In cima ci accoglie una costruzione minuta, ma piena di fascino. Un ultimo tratto di gradinata conduce alla facciata e al portale, riccamente decorati e permeati di riflessi orientali – siamo a Le-Puy, non dimentichiamolo, dove anche la grande chiesa di Notre-Dame evidenzia le stesse influenze -. Saint-Michel poi mostra, leggibilissima, la sua costruzione in due fasi, che dà luogo ad un ambiente insieme complesso e unitario: ad una cappella quadrata con tre absidi – ne restano due – edificata nella seconda metà del secolo X, e arricchita nelle volte da pregevoli affreschi romanici, si aggiunge – e i due ambienti risultano sia all’esterno che all’interno amabilmente integrati – una specie di deambulatorio, una navata ricurva costruita nel XII secolo. Questa navata, in cui una fila ugualmente ricurva di colonne regge una volta in pietra, affianca e quasi abbraccia la precedente cappella; la quale a sua volta ora si propone come presbiterio, come spazio centrale e finale, più sacro nel sacro, cinto e nobilitato dal nuovo spazio aggiunto.

L’interno della chiesa

L’insieme incredibile di Saint-Michel-d’Aiguilhe, così, sembra voler raccontare il combattimento antico: l’Arcangelo – la chiesa – sta in piedi sul monte; e il Nemico, come serpente, come dragone, sale sinuoso – la scalinata nella pietra – lungo le pendici del picco, fino a raggiungere il Principe celeste, e fino a cingerlo in una stretta – la curva navata intorno al nucleo sacro – che vorrebbe essere mortale. Michele però ha dalla sua la forza della sua lancia possente: e il campanile, che completa la chiesa si protende ulteriormente verso l’alto, è figura di quest’arma celeste, che più è protesa verso l’alto e più a fondo si conficcherà nel corpo immondo del dragone, per sconfiggerlo in vista dell’esilio millenario negli Inferi.

Città meravigliosa è Le-Puy-en-Velay. Cuore diverso dell’Alvernia, dall’Alvernia si allontana, speciale, grande, inconfondibile. E insieme alla grande Notre-Dame, anche questa spettacolare Saint-Michel-d’Aiguilhe contribuisce a farne uno dei luoghi urbani più notevoli ed evocativi di tutta l’Europa romanica.

Gli affreschi nella cappella quadrata

.

La chiesa di Saint-Michel a Le-Puy è spettacolare e le foto – tutte dell’amico Paolo Salvi, da un post in “Itinerari Artistici del Medioevo” – lo testimoniano e lo certificano. Ma il tempo romanico è ricco di chiese collocate, come questa, ai confini del cielo. Belle come Saint-Michel-d’Aiguilhe, e come Saint-Michel-d’Aiguilhe inerpicate in cima ai monti, o comunque lontane, difficilmente raggiungibili, altre dodici splendide chiese stanno nel volumetto che Before Chartres ha dedicato – finalmente “in carta” – ai più spettacolari nidi d’aquila del romanico. Lo trovi qui: DODICI CHIESE isolate DEL TEMPO ROMANICO

.

Un vero e proprio diario di viaggio, attraverso la vasta piana padana – la “Lombardia” medievale – e attraverso le dodici delle grandi chiese costruite nel tempo romanico, che competono in magnificenza, autorità e splendore. Before Chartres le osserva e ne descrive il cuore, in un nuovo delizioso volumetto: LE GRANDI “chiese di città” DELLA PADANIA ROMANICA.

.

La Lombardia “alta” è una delle culle, se non la vera culla, dell’architettura romanica. Da qui i “maestri comacini” portarono i segreti della loro laboriosa abilità costruttiva un po’ dovunque in Europa. Questo itinerario in dieci tappe racconta le loro realizzazioni più preziose – da Gravedona ad Almenno San Bartolomeo, da Agliate ad Arsago Seprio a Civate – e lo spirito, i colori, i materiali, i modi e i vezzi che i hanno lasciato nelle chiese delle loro terre d’origine: DIECI PERLE romaniche TRA MILANO E I LAGHI

.

6 pensieri su “Le Puy: il drago su, fino all’Arcangelo

  1. Paolo Salvi ha detto:

    Onoratissimo. Splendido Saint-Michel, ci ho lasciato il cuore e già penso di tornarci, anche se tanti altri luoghi mi chiamano ad una visita attenta. Le-Puy da due anni è entrato a pieno diritto nei miei luoghi del cuore.

    "Mi piace"

      • Giulio Giuliani ha detto:

        PAOLO SALVI
        Ti dirò che è sempre necessario rivedere, spesso sia attraverso gli occhi altrui, sia le foto proprie come altrui, per comprendere meglio.
        Spesso non si ha il tempo di analizzare sul posto, quindi cerco allora di fotografare con attenzione per potermi poi godere “a freddo” quello che sul momento non sono riuscito a cogliere pienamente, come particolari che sfuggono.

        "Mi piace"

  2. Giulio Giuliani ha detto:

    Giovanna Bigalli (da Fb):
    Una nuova angolazione si aggiunge ai ricordi… molte cose ho immaginato e pensato salendo quelle scale. A tutti i piedi che nei secoli le hanno calpestate , a cosa portavano nelle mani quei pellegrini, a cosa vedevano gli occhi salendo, sempre più lontano e in profondità nel paesaggio . Ai sogni , ai desideri , alle grazie da chiedere conservate nel cuore e forse mai raccontate prima di sussurrarle all’arcangelo…
    Ma mai mi è venuto in mente il drago! Pensavo solo all’arcangelo…
    Sciocca , il bene e la luce non si comprendono davvero senza i loro contrari.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.