Al centro del presbiterio, davanti a me, Gesù in persona è seduto là dove normalmente siede il celebrante; in semicerchio intorno a Lui – chierichetti d’eccezione – gli Apostoli mi guardano ciascuno dal proprio scranno. Resto in meravigliata attesa: il Cristo e i Dodici sono immobili, come resta immobile il collegio dei ministranti in certi momenti di raccoglimento durante la santa messa; ma Lui e i suoi sembrano pronti ad alzarsi, per riprendere la celebrazione. E non vedo l’ora.

L'”Apostolato” nel presbiterio
Non accadrà. Restano seduti sui loro seggi, i Dodici e il Signore, nel presbiterio della chiesa di San Giovanni. Ma fino a quando saranno collocati là, nel luogo in cui si svolge il rito, sotto l’abside centrale, daranno a molti l’impressione di essere davvero in attesa di rialzarsi. Siamo infatti abituati ad incontrate “statue” sulle facciate, nei portali, o fatte tutt’uno con le colonne; e quando le ammiriamo in questi luoghi deputati e tradizionali, anche la nostra reazione è quella consueta: le consideriamo rappresentazioni, fisse immagini collocate in un luogo preciso e là destinate a restare, proprio per il ruolo a loro assegnato dentro una rappresentazione artistica. Invece qui, ad Alba de Tormes – siamo in Spagna, provincia di Salamanca – quei tredici personaggi pulsano come trattenuti a stento sulle grandi sedie di pietra.
E questa sensazione che possano rompere, da un momento all’altro, il rigido schieramento a semicerchio non deriva solamente dal fatto che sono collocati proprio nel luogo del “teatro” liturgico, del rito che prevede sì pause, ma poi riprende e continuamente si muove; c’è in più che si sente, lo si respira, che quella non è la collocazione originaria delle tredici statue, le quali probabilmente furono scolpite per la facciata, per essere schierate sopra il portale, come accade in tante altre chiese romaniche e gotiche. E allora hai l’impressione che se non si alzeranno da quel coro per riprendere la messa, comunque lo faranno per andarsene; e che prima o poi lasceranno questo luogo non loro, in cui stanno provvisoriamente per uno scherzo dei secoli e dei restauratori.
Anche questa sarebbe una scena meravigliosa a cui assistere: vorrei essere qui, in San Juan, il giorno in cui, ad uno ad uno, gli Apostoli si alzeranno e lasceranno il presbiterio, coi loro libri in mano. Per ultimo il Cristo, che non è venuto su questa terra per presiedere una messa, e che di certo non immaginava, per sé e per i suoi, di starsene seduto, ma semmai di camminare a passo veloce sulle strade polverose, nelle terre Salamanca e non solo.

Gli Apostoli alla destra del Cristo: si riconoscono Pietro, con la chiave, e Giacomo, che ha la veste decorata con conchiglie
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Il Cristo seduto al centro
Nell'”Apostolato” – cioè nella rappresentazione del collegio apostolico – di San Juan ad Alba de Tormes sono rappresentati gli undici Apostoli fedeli, ai quali, al posto di Giuda il traditore, si è aggiunto san Paolo. L’Apostolo delle Genti è uno dei quattro che sono stati identificati dagli studiosi: è quello collocato all’estrema destra guardando il gruppo, riconoscibile per la fronte spaziosa che la tradizione gli attribuisce. Ancora, si riconoscono Pietro e Giovanni: il primo sta alla destra del Cristo, con la chiave che ricorda l’incarico che Gesù gli attribuì; il secondo sta alla sinistra del Maestro: essendo il più giovane degli Apostoli, è spesso rappresentato senza barba, ed anche qui la tradizione era stata all’inizio rispettata, se è vero che fu scolpito con il volto glabro, e che solo in un secondo tempo, con tratti di pennello, gli fu attribuita una barba nerastra.
I resti del colore che decorava ogni statua costituiscono un tratto saliente di questo gruppo scultoreo. Datato alla fine del XII secolo o all’inizio del successivo, presenta uno spirito ancora fortemente romanico, per certi tratti quasi arcaico e comunque popolare; nelle calzature “a punta” indossate dal Cristo, come in certi tratti del panneggio e in certe pose, è invece indubbia l’influenza influenza della prima maniera gotica.

Gli Apostoli alla sinistra del Cristo: il primo, con la barba solo dipinta, è Giovanni; il più esterno è Paolo
P.S.: Un grazie particolare a Jesús Robles Hernández, che con le sue foto in “El románico en los mapas” mi ha riportato a San Juan.
https://www.academia.edu/37026919/Revisi%C3%B3n_al_estudio_del_apostolado_rom%C3%A1nico_de_la_Iglesia_de_San_Juan_de_la_villa_de_Alba_de_Tormes_Salamanca
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Vous avez toujours une façon si personnelle et je dois le dire talentueuse et peu orthodoxe de décrire l’art roman, et vous me donnez à mon tour envie de découvrir ce “curieux cercle de pierres”.
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Grazie, Jean-Francois, per l’apprezzamento. E’ immeritato, ma devo confessare che fa piacere, e molto, ricevere le tue reazioni.
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Non ricordo se lo avete detto, questo gruppo e’ in pietra o il bois,??? a me piac e m olto l’insieme degli evangelidti con.Gesu al centro all’i terno dell’abside , mi piacerebbe molto assistere a funzioni in questo luogo in loro compagnia, grazie per la vs esposizione puntuale sempre
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Emanuela de Franceschi (da Fb):
Stupendi e anche, come sempre, la descrizione.
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Giovanna Bigalli (da Fb):
Indipendentemente dalla curiosità e dall’ingombro liturgico di questa assemblea e dal suo prossimo scivolamento verso il gotico, ecco caro Before Chartes un altro di quei tuoi post di riflessione sulle Scritture, anzi sul modo di guardare alla fede dietro le immagini che mi hanno sempre colpito. E di cui come sempre ringrazio.
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