San Rufino, il volto romanico di Assisi

Non è certo la basilica di San Francesco il sigillo romanico di Assisi. Semmai, il canto medievale della città del Santo è la facciata di San Rufino, con il suo portale scolpito d’antico. Non c’è dubbio: la grande chiesa di San Francesco è un potentissimo attrattore, per la storia del Santo e per gli affreschi che ne ricoprono pareti e volte. Ma si colloca già nel XIII secolo, in piena rinascenza gotica. Così, chi ad Assisi indaga invece le tracce dei secoli romanici, le va a cercare sul sagrato dall’antica cattedrale, dedicata a quel Rufino martirizzato mille anni prima.

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La facciata di San Rufino è tra le più belle del medioevo italiano; e lo è per la sua fascia inferiore, così rudemente romanica, ma anche nel suo insieme – nonostante la parte più alta presenti già un’ariosità diversa e successiva -, e infine per i portali, dei quali quello principale presenta caratteristiche originalissime.

Piace all’appassionato del romanico la “partitura in riquadri” della parte bassa della facciata, tipica del romanico umbro e abruzzese – si pensi solo all’abside della chiesa di Rosciolo – e qui però giocata con libertà: consente alle linee che segnano la parete di aprirsi e restringersi, dialogando con leggerezza con le dimensioni dei portali. E poi piacciono certamente, e si caratterizzano come pienamente romanici, la “galleria” ad archetti che attraversa tutta la facciata e il florilegio decorazioni e rilievi che arricchisce questa galleria ma anche la sovrastante fascia occupata dai rosoni.

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Il portale centrale

Degni di grande attenzione sono infine i portali. Belli quelli laterali, finemente decorati a tondi con fiori, simboli e animali, di elegante derivazione classica. Originalissimo invece è il portale centrale: ad una lunetta che si è quasi tentati di definire goffa, risponde invece la ricchissima e viva decorazione del portale stesso. Certamente inusuali sono gli stipiti interni, decorati a “greche” geometriche, e uniti da un’architrave anch’essa decorata come un nastro modernista. Particolarissime sono poi le due colonne poste ai lati che, private dei capitelli, proseguono invece verso l’alto, girando intorno alla lunetta e congiungendosi fra loro al sommo: così che quello che normalmente nei portali è un sistema collaudato e articolato – due colonne che, attraverso i capitelli, sostengono un archivolto – si trasforma quasi in un fusto continuo, mondanatura più che sostegno; è spezzato in moduli, questo lungo semicilindro, che quasi sembrano scolpiti a parte e assemblati in seguito; e le eleganti giunture aumentano la suggestione di parti componibili, tutte separatamente decorate – animali fantastici nei “moduli” più bassi, poi un Re David in trono, figure umane danzanti e angeli in quelli dell’archivolto – e solo in seguito fra loro congiunte, quasi le avesse “avvitate” un fantastico artigiano, un carpentiere ideale.

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Il Re David del portale (foto di Wolfgang Sauber)

Un’altra fascia corre continua tutto attorno al portale, piatta nel fondo, e decorata a girali. Una simile, ma più breve, corona la lunetta: in quest’ultima si concentrano, nascoste tra la vegetazione scolpita, una serie inaspettata di figurine umane e di animali, quasi miniature. E se sono comuni in queste regioni le decorazione ad interecci vegetali in cui si inseriscono uomini e fauna, qui a San Rufino verrebbe voglia davvero di percorrere con i polpastrelli tutto questa fascia popolata di creature, e di leggerle come si legge un testo in braille, e di scoprirle e contarle e mapparle ad una ad una.

L’antico duomo attende su fondo dell’ampia piazza. Ha compreso da secoli che il centro gravitazionale della città si è spostato là dove una chiesa grande e nuova è stata costruita come sepoltura al più nobile tra i figli di d’Assisi. Ma comunque aspetta, e comunque accoglie, con la sua facciata antica, e con il fine cesello dei suoi portali, pieni di vitalità e di musica.

 

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Quello di San Rufino ad Assisi è un portale bellissimo, ma “minore”. Before Chartres affronta invece il tema dei “grandi” portali del medioevo, e lo riassume, come in un viaggio – finalmente “su carta” – in un volumetto prezioso, dedicato ai suoi lettori più affezionati. Lo si trova qui: DIECI grandi PORTALI ROMANICI.

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7 pensieri su “San Rufino, il volto romanico di Assisi

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Luca Giordani (da Fb):
    Splendida la chiesa come splendido il suo racconto, anche se … da te Giulio non me lo sarei mai aspettato! Leggere in un tuo scritto “rinascenza gotica” per un purista del romanico è un colpo basso, “decadimento gotico” ecco il termine da usare. Non è forse vero che il termine gotico fu coniato pensando alla popolazione germanica in quanto considerata arte barbara? 😉

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      No, dai… L’arte nasce e rinasce ogni volta diversa… Dopo il romanico, che “sento” fortemente, nasce qualcosa di diverso. Non è che sia peggiore, o decadente. E’ qualcosa d’altro… Magari capisco poco cos’è, e che lingua parla, ma comunque è una cosa nuova, che nasce nuova. 🙂

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      • Claudio Gotta ha detto:

        Sono stato ad Assisi una settimana fa ed il Duomo mi ha aperto il cuore, è pura armonia non saprei come altro definire la facciata….la grande bellezza esiste è tra noi !!!

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    • Claudio Gotta ha detto:

      In effetti nel mio viaggio in Umbria la Chiesa di San Salvatore a Spoleto è quella che più mi ha stupito….purtroppo è chiusa permanentemente per problemi di sicurezza statica…un vero gioiello !!

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