Quante teste ha reciso di netto la Rivoluzione, tante teste di pietra hanno fatto cadere l’intolleranza e le guerre di religione. E se l’orribile salire e scendere della ghigliottina sul collo di uomini e donne resterà per sempre come pagina nera della storia di Francia, le facciate e i portali di molte chiese francesi testimoniano, a futura memoria, anche gli sciagurati colpi di martello inferti – durante la Rivoluzione e prima ancora nel corso del XVI secolo – con l’intento cieco di cancellare, spaccandone le teste scolpite, le immagini sacre del rituale “romano”.
Tra i dodici apostoli che attorniano il grande Cristo di Vézelay, solo sei hanno ancora una testa. A Charlieu, la furia iconoclasta al tempo della Rivoluzione ha decollato il Salvatore e gli angeli che lo circondano e finanche i simboli dei Viventi; e sull’architrave impressiona l’assemblea degli Apostoli con Maria e due angeli: quindici i personaggi, due sole le teste rimaste. Undici su tredici i commensali senza volto nell’Ultima Cena scolpita a Saint-Julien-de-Jonzy, dove Giovanni salva la testa proprio appoggiandola sul petto del Signore…
Siamo purtroppo colpevolmente abituati a non notare più questo scempio, magari assuefatti all’idea che sia normale il degrado di manufatti tanto antichi. E’ vero invece che la follia di quel secolo di lotte intestine ci ha privato di meravigliosi capolavori. Una delle scene del portale di Saint-Gilles-du-Gard ce lo grida in faccia: forte dei suoi volti tutti risparmiati, ancora capaci di sguardi e di emozioni, la “Cattura di Gesù” rappresenta una proiezione, un pro-memoria; ci evidenzia quello che potrebbe essere il patrimonio scultoreo romanico francese, purtroppo invece rovinato in molti suoi pezzi.

Il tradimento e la cattura (splendida foto di Alyson Stone da www.medart.pitt.edu)

Pietro taglia l’orecchio di Malco
La scena è tutta un gioco di volti: le labbra di Giuda incontrano quelle del Cristo; a destra un soldato, bloccato dallo sconcerto, assiste al tradimento, che è ancor più subdolo perché mascherato da un bacio; dietro, altri soldati si appressano all’Uomo da prendere prigioniero, e negli sguardi traspare la foga dell’ordine da eseguire: presto, che l’agguato non fallisca, che il messia ricercato non scappi, che non si debba tornare al Sinedrio a mani vuote. Meravigliosa, tra tutte, la testa di Pietro si abbassa su quella di Malco, il servo del Sommo Sacerdote, la quale invece si alza, nel grido di dolore e di paura; una splendida scena – un tragico “passo a due” in cui Pietro già taglia l’orecchio del giovane – dentro una più vasta splendida azione di caccia e cattura, dentro l’immenso teatro color ocra che è il portale di Saint-Gilles.
Che cosa sarebbe questa scena, questa “Cattura di Gesù”, se i martelli furiosi dei Protestanti avessero fatto saltare anche qui le teste, e con queste le anime? Resterebbe solo un susseguente camminare di uomini, gambe e vestiti… E poi: quanti volti meravigliosi – come quello di Pietro – sono caduti nelle notti del Seicento, rubàtici dalle razzie di quel secolo intollerante? A sinistra, un’ultima testa quasi sbucata dal nulla, con una lunga barba, e in parte sbrecciata, ci ricorda che anche di questo rilievo poteva restarci niente più che una folla d’uomini decapitati. E invece…
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Uno scorcio del portale
Il portale della basilica di Saint-Gilles du Gard è uno dei più complessi tra quelli scolpiti e tramandati dall’arte romanica. Si estende sull’intera facciata, coprendo di statue e rilievi le tre porte, con le relative lunette e le colonne portanti, e le profonda strombature, e lo spazio tra una porta e l’altra. Un fregio di particolare bellezza – è qui che si inserisce anche la scena della cattura di Gesù nell’Orto degli Ulivi – corre come un nastro continuo, come la pellicola di un film, da sinistra a destra, narrando le molte vicende che costituiscono il ciclo della Passione. Più tarde le tre lunette; quella centrale è un pastiche posteriore di secoli.
Mai come nel caso di questi rilievi gli studiosi sembrano incapaci di accordarsi quanto alla datazione dell’opera: un partito la attribuisce ai primi decenni del XII secolo, un altro ne sposta la realizzazione ben oltre la metà del secolo stesso. Tutti concordano nel riconoscere – in questo portale come nel vicino portale di Arles – una potente ispirazione classica, giustificata dalla secolare influenza della Roma imperiale in quest’area.
I rilievi di Saint-Gilles sono stati nei secoli pesantemente restaurati. L’intero portale è stato oggetto di un recente ulteriore restauro, conclusosi nella primavera del 2017, e si presenta ora decisamente candido, là dove un tempo era bruno, e in parte addirittura quasi nero.

Il portale dopo il restauro
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N.B.: Non c’è, questo bellissimo portale, nel volumetto dedicato ai grandi portali romanici che Before Chartres propone – finalmente “in carta” – ai suoi lettori più fedeli. Non c’è: ce ne sono altri dieci, di certo altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: DIECI grandi PORTALI ROMANICI
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Le storie e le immagini della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.
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I didn’t know that they had carried out a restoration in 2017. Thank you for that information
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Giusta Porru (da Fb):
Bellissima spiegazione. Buona giornata.
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Marina Marchetti (da Fb):
Bellissimi articoli. Vorrei che non finissero mai. Grazie.
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La facciata ed il portale di Saint-Gilles-du-Gard sono un capolavoro della scultura romanica, davvero spettacolare. Quando ti trovi davanti a questa fabbrica rimani senza fiato, come preso dalla Sindrome di Stendahl.
E’ una della mete irrinunciabili della Provenza insieme ad Arles e Saint-Remy.
Alla tua lista di scempi iconoclasti aggiungerei il portale del portico di Saint-Jean della cattedrale di Le-Puy-en-Velay, dove tutte le teste dei 12 apostoli e del Messia sono state scalpellate irrimediabilmente.
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Marina Marchetti (da Fb):
Bellissimi articoli. Vorrei che non finissero mai. Grazie.
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Paolo Merlino (da Fb):
È vero. Un gioco di volti, di sguardi e di emozioni. Pietro sovrasta Malco che nella sorpresa resta annichilito, immobilizzato in una smorfia di dolore. Giuda, col viso scimmiesco, nel disperato tentativo di sostenere lo sguardo ammonitore di Gesù.
E le proporzioni gerarchiche la fanno da padrone.
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