Tolosa: la facciata abortita due volte

Basilique Saint-Sernin de Toulouse  - exposition ouest

Saint-Sernin a Tolosa

Tolosa è tra le più belle città d’Europa, e la sua gigantesca chiesa, dedicata a san Saturnino, è bella almeno quanto la città. Di eccezionale ha le dimensioni – era tra le maggiori basiliche medievali, ed è la più grande giunta fino a noi – e l’equilibrio delle forme: è evidente che i suoi costruttori, pur alternandosi in differenti campagne di lavoro dall’XI al XII secolo, hanno seguito e rispettato con precisione un progetto già completamente steso e a tutti noto fin dall’inizio dei lavori. La sensazione che si prova, osservando la grande basilica, è di compiutezza e padronanza, di modernità e insieme di originalità: l’interno, pur non prevedendo una copertura a crociera ma un’alta e lunga volta a botte, è tra i più maestosi del tempo; l’esterno stupisce per coerenza ed equilibrio; magnifica, nella sua possenza, la parte orientale, con l’articolazione delle absidi che è diventata, a buon titolo, il simbolo stesso della città di Tolosa.

Così, se la basilica di Saint-Sernin non è uno dei più noti monumenti del romanico, la responsabilità va attribuita a quella parte occidentale, a quella “facciata” in apparenza inspiegabile con cui la basilica si ritrova a convivere, e che a prima vista sembra un massiccio corpo, aggiunto in seguito, e invece non è che una grande incompiuta. Anzi: una doppia incompiuta.

Con uno sforzo di immaginazione, e con l’aiuto di un disegno di Viollet-le-Duc, vediamo in primo luogo come doveva essere – e come sarebbe stata bella! – la facciata di Saint-Sernin. Il disegno è in realtà un progetto di ricostruzione, un’idea di completamento; ma il geniale architetto-restauratore ha chiarissimamente intuito che quanto si presentava ai suoi occhi più di un secolo fa – e quanto grossomodo vediamo ancora oggi – non era una facciata “a capanna” incoerente e costruita a posteriori, ma piuttosto la parte inferiore di una splendida facciata romanica, secondo il modello con torri affiancate, via via diffusosi nel tempo medievale. Facciata romanica che i costruttori del tempo non portarono a termine. E così a Viollet-le-Duc, quando decise di porre rimedio a questa prima “interruzione di gravidanza”, bastò completare, nel suo disegno, le due torri, appunto; e per la seconda volta il corpo occidentale tozzo che stava (e sta) davanti alla basilica tolosana si trasformò, nello splendido acquerello, in una facciata romanica perfetta, perfetto coronamento del progetto complessivo.

TolosaFacciataLeDuc

La “restituzione” della facciata di Saint-Sernin nel disegno di Viollet-le-Duc

Il disegno di Viollet-le-Duc ci permette di scoprire, così, la duplice drastica rinuncia: certifica, da una parte, che quanto arrivò fino a lui era proprio la facciata ideata dai costruttori romanici, pur se da questi lasciata compiuta; ma allo stesso tempo testimonia di come anche il grande restauratore francese avesse deciso di metter mano al corpo occidentale di Saint-Sernin – su molte parti della basilica era già intervenuto con importanti restauri – per portarne a compimento questa facciata, intuita e non ancora realizzata. Questa volta fu la morte di Viollet-le-Duc ad interrompere ogni progetto di “ricostruzione”: quanto si realizzò a Vézelay e a Conques, due chiese notissime la cui facciata è stata realizzata proprio durante la vasta stagione di restauri di quel tempo, a Tolosa rimase un progetto, anzi, un disegno; e solo nel Novecento un maldestro e parzialissimo “completamento” – ben peggiore dei tanti contestati al conservatore francese – stabilizzò e congelò la facciata di Saint-Sernin allo stato attuale, troncandone le torri definitivamente, e anzi cancellandone l’idea stessa, dentro un corpo occidentale definitivamente trasformato in un pesante e invasivo triangolo, dallo strano spessore.

TolosaFacciataCartolina

Il corpo occidentale della basilica ai tempi di Viollet-le-Duc

 

 

4 pensieri su “Tolosa: la facciata abortita due volte

  1. artsymbol ha detto:

    I believe that St Sernin has the same proportions as those of Santiago de Compostela. St Martial at Limoges and St Martin at Tours were also built to very similar specifications.

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      Anche se poi non l’ho fatto, volevo proprio concludere il mio articolo con un parallelo tra Saint-Sernin e la basilica “gemella” di Santiago di Compostela… 🙂 E’ sempre bello trovare persone che ascoltano, e aggiungono il loro commento, e dimostrano così sintonia e pensieri comuni. Grazie! 🙂

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    • Antonio Zomparelli ha detto:

      A giudicare dall’imponenza strutturale dei pilastri delle torri in facciata, credo che le 2 torri previste dagli architetti romanici dovevano avere un’altezza considerevole e non come ipotizzato nell’acquerello di Viollet le Duc

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  2. Paolo Salvi ha detto:

    Molto significative le immagini del disegno di Viollet-le-Duc e la fotografia dell’800 in bianco e nero. La facciata mostra la sua incompletezza e, direi, inadeguatezza rispetto ad una chiesa esemplare e affascinante se vista da oriente. Nonostante ciò a Tolosa ed a Saint-Sernin si lascia il cuore.

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