San Trofimo e il dream team della fede

Stupisce, a volte, che basiliche medievali di primaria importanza siano dedicate a santi poco noti o addirittura sconosciuti. La splendida cattedrale di Arles, ad esempio, grande e notevolissima, porta il nome di san Trofimo – “Saint-Trophime” – e vien da chiedersi se la città provenzale non avesse proprio un altro santo, più nobile e più potente, a cui votarsi. Sapere che Trofimo era stato il primo vescovo di Arles, non ci contenta: davvero questo centro di prima grandezza e dall’antica storia – ci chiediamo – non seppe trovare il modo di votarsi ad un santo di prim’ordine, a un grande martire, o alla Madre di Gesù, o ad uno degli Evangelisti, magari procurandosi – come fecero Venezia con san Marco, Compostela con l’apostolo Giacomo e Vézelay con la Maddalena – qualche reliquia, vera o presunta, per garantirsi un santo patrono nobile e famoso?

La chiesa di Saint-Trophime ad Arles

Poi scopri che, secondo il racconto di Gregorio di Tours nella sua Historia Francorum, san Trofimo non fu un “primo vescovo” qualunque, e che anzi fece parte di un vero e proprio “dream team” dell’evangelizzazione, partito da Roma; e allora ti spieghi non solo la celebrità sua, ma anche quella di altri santi “sconosciuti” a cui, allo stesso modo, altre grandi città di Francia dedicarono se stesse e le loro chiese urbane di primissimo livello.

Siamo intorno alla metà del III secolo, e il pontefice del tempo, Papa Fabiano, ordina sette vescovi, con l’obiettivo di inviarli tutti assieme a portare il credo cristiano nella vasta Gallia. Con Trofimo, mandato ad Arles per cristianizzare la Provenza pagana, partono sei altri missionari i cui nomi, sconosciuti ai più, non sono affatto nuovi per gli appassionati del romanico: c’è Austremonio, che ha il compito di evangelizzare l’Alvernia, e a cui è dedicata una delle grandi chiese della regione, quella di Issoire; c’è Dionigi, inviato nel nord, a Parigi, dove il suo nome sarà celeberrimo nel tempo romanico e finanche in quello gotico; c’è il Marziale che andò a Limoges, dove la grande abbazia medievale perduta, celebre centro di cultura e di fede, portava appunto il suo nome; a Narbona andò il vescovo Paolo, il cui servizio è ricordato dalla dedicazione della grande chiesa romanico-gotica; l’evangelizzazione di Tours fu affidata a Gaziano, da cui prende il nome la cattedrale della città, “Saint-Gatien” o “la Gatienne”; a Tolosa fu inviato Saturnino, e non a caso la gigantesca basilica urbana della città porta il nome di “Saint-Sernin”. La contemporanea missione dei sette vescovi fu per le Gallie un evento epocale, ed è per questo che i loro sette nomi – Trofimo, Austermonio, Dionigi, Marziale, Paolo, Gaziano e Saturnino – risulteranno anche poco conosciuti ai più, ma sono importanti come pietre angolari per le città che ne ricevettero la predicazione.

Il pilastro angolare con San Trofimo

Ad Arles, san Trofimo è la pietra angolare anche del vasto e prezioso chiostro costruito al servizio della cattedrale: è la sua immagine, dolce e autorevole, che accoglie il visitatore proprio all’ingresso, scolpita al centro di uno dei quattro grandi pilastri angolari, articolati e riccamente decorati, che reggono le quattro gallerie claustrali; e anzi ne apre la prima, la galleria Nord, quella più antica e più decisamente romanica. Il proto vescovo è rappresentato tra due apostoli, Pietro e Giovanni, per certificare la sua autorevolezza, e anche per tener viva l’altra tradizione, questa decisamente leggendaria, che lo identifica con uno dei seguaci di san Paolo, e ne fa quindi un discepolo della prima ora, contemporaneo dei Dodici e della loro prima evangelizzazione. Scene rappresentanti la risurrezione e le pie donne al sepolcro completano il gruppo.

E se Trofimo apre la galleria Nord del chiostro, all’altro capo della galleria, e in posizione simmetrica, è rappresentato santo Stefano, a cui era dedicata la chiesa precedente a quella romanica: si celebra così, anche nel marmo, il passaggio di consegne tra l’antico partono della chiesa e della città – che fosse Stefano il primo martire, lapidato nei primi decenni dell’epopea cristiana, o un altro Stefano, martirizzato a sua volta nel V secolo – e il nostro vescovo missionario partito da Roma con gli altri sei grandi evangelizzatori. Anche la statua di Stefano, come quella di Trofimo sul pilastro corrispondente, è affiancata da due bassorilievi, rappresentanti la lapidazione del primo martire e l’ascensione di Gesù, e poi dalle statue di due apostoli, Andrea e Paolo, quest’ultima davvero notevolissima. Con il pilastro presieduto da santo Stefano comincia nel chiostro la seconda galleria, la galleria Est, di poco successiva alla prima – è possibile datarla alla fine del XII secolo – e quindi anch’essa riferibile al tempo romanico. Le due restanti gallerie del chiostro sono state realizzate molto più tardi, nel Trecento, dopo un lungo periodo di sospensione dei lavori.

Il pilastro angolare con Santo Stefano, tra le due gallerie romaniche

Con Trofimo e Stefano, inseguendo le vicende e le ragioni della loro centralità nella storia della Provenza cristiana, abbiamo contemporaneamente posto l’accento anche su quella che è la principale caratteristica strutturale, nelle due gallerie romaniche, del chiostro di Arles, e cioè appunto la presenza preponderante dei pilastri; quelli angolari, ma anche quelli che, meno complessi ma pur sempre articolati e finemente decorati, due nella galleria settentrionale e due nella galleria orientale, spezzano il ritmo delle arcatelle, radunandole a quattro a quattro. Non è azzardato dire che in questo chiostro – e ci riferiamo sempre alle due gallerie romaniche, che quelle gotiche hanno altra struttura – i capitelli, pur realizzati con grande maestria e secondo precise direttive teologiche, quasi sono messi in secondo piano dalle statue e dai rilievi che ornano appunto i pilastri. Detto dei gruppi scultorei sui pilastri angolari, con Trofimo e Stefano, uno sguardo attento va dedicato almeno agli altri due gruppi sui due pilastri intermedi della galleria più antica, a settentrione, poiché quelli della galleria orientale sono rovinati o incompleti: in uno è rappresentato il Cristo risorto, in veste di viandante, accompagnato a destra e a sinistra dalle figure di due pellegrini, così che è palese il riferimento all’incontro del Risorto con i “discepoli di Emmaus”; nell’altro pilastro il Signore risorto, al centro, mostra i segni dei chiodi e della lancia, mentre lo circondano da un lato l’apostolo Giacomo il maggiore, e dall’altro Tommaso, che faticò a credere alla risurrezione.

L’incontro di Emmaus e l’incredulità di Tommaso: ritroviamo, quindi, qui ad Arles, in questi gruppi “minori” della galleria Nord due episodi già magistralmente proposti sui pilastri di un altro grande chiostro romanico, quello di Silos. Là la statuaria romanica spagnola toccava il vertice della propria dolce e sinuosa capacità di narrare; ad Arles è il rilievo romanico provenzale a raggiungere livelli di pura eccellenza, senza nemmeno imporci la fatica di alzare gli occhi verso i capitelli.

Una cartolina antica con la galleria Nord, a destra, e una delle gallerie gotiche

.

Vuoi viaggiare con Before Chartres e scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Ora questo itinerario organizzato su una settimana è diventato un volumetto, che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before ChartresLA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

.

La Borgogna romanica – da Autun a Tournus, da Vézelay a Cluny a Berzé-la-Ville – è ora un delizioso volumetto, densissimo di meraviglie, che mette insieme gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA BORGOGNA romanica IN SEI GIORNI.

.

4 pensieri su “San Trofimo e il dream team della fede

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Maurizio Pistone (da Fb):
    Il culto dei santi conosce grandi variazioni stagionali. Molti santi della primissima epoca che furono popolarissimi poi vennero completamente dimenticati. In Piemonte il primo grande patrono è San Dalmazzo (+254); la sua tomba a Pedona (oggi Borgo San Dalmazzo) era meta di in intenso pellegrinaggio, e la sua fama si diffuse anche oltr’Alpe, come dimostrano le numerose località francesi che portano il nome di San Dalmas. In seguito la sua fama fu oscurata dai martiri della “legione tebea”; in origine si trattava di soli tre personaggi: Maurizio, Es(s)uperio e Candido; in seguito furono “arruolati” nella legione dei martiri fino a 400 personaggi, i quali sono ricordati da nomi, oggi in disuso, che fino a tempi recenti erano diffusi nell’onomastica soprattutto alpina: Pancrazio, Chiaffredo, Costanzo, Defendente… E così Avventore, Ottavio e Solutore, i primi patroni di Torino. Promotore del loro culto fu il primo vescovo torinese, San Massimo, anch’egli elevato al rango di patrono; ma oggi a Torino si festeggia solo San Giovanni Battista.

    "Mi piace"

  2. Paolo Salvi ha detto:

    Saint-Trophime ad Arles è una delle mie chiese del cuore. Ho avuto la fortuna ed il piacere di visitarla almeno tre volte da quando ero ragazzino coi miei a pochi anni fa coi miei allievi. La località è splendida sulle sponde del Rodano, con meravigliose vestigia romane come l’arena; e poi nella piazza principale questa magnifica chiesa dedicata ad un santo per noi misconosciuto, ma come ben scrivi molto importante per l’Evangelizzazione della Gallia.
    Un portale stupendo arricchito da una incommensurabile distesa di sculture pregevoli, così come il chiostro interno ricco e onusto di fascino.
    Viene voglia di tornarci ancora. E ancora…

    "Mi piace"

  3. Giulio Giuliani ha detto:

    Aldo Valentini (da Fb):
    E’ interessante Giulio Giuliani questo dualismo molto spesso presente: da una parte i grandi Santi e le grandi Verità, dall’altra l’affermazione di un Santo, spesso il Vescovo fondatore, ad affermare una identità locale se non una autonomia.
    E spettacolare questo chiostro e la facciata di questa Arles cui mi sembra hai dedicato un altro articolo. Seppur non ami il “io, io, io, io l’ho vista” (il vecchio ce l’ho infantile delle figurine), oppure il “ci devo andare” (il “manca” delle figurine) qui lo devo proprio dire: devo tornare ad Arles, con occhi e preparazione nuova.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.