Il romanico d’Alsazia, in cinque tappe

Piccola per territorio, l’Alsazia è una regione francese, ma è quasi Germania. Si distende in verticale, infatti, lungo il confine che separa i due stati, e quasi parla tedesco, con i suoi toponimi che terminano in -au, in -heim, in -stadt, in -bach, in -berg. Nonostante sia stata a lungo terra contesa, e nonostante per la sua collocazione abbia subìto diversi e costanti influssi provenienti dai territori circostanti – dalla Borgogna come dalla Svevia, dalla Lombardia come dalla Renania – l’Alsazia difende il proprio piccolo mondo ordinato e la propria identità, che è fatta oggi, se è possibile semplificare così, di gusto francese e di rigore tedesco; somiglia insomma un po’ ai suoi nobili vini bianchi che, rispetto ai rossi prodotti dai vigneti della vicina Borgogna, son più propensi alla fredda eleganza.

L’Alsazia si sforza di curare – così come fanno i suoi cittadini con l’aiuole dei loro puntuali villaggi – il proprio patrimonio di arte medievale; e di questa terra non vasta, allungata lungo il corso del fiume Ill che tutta la percorre da sud a nord, i siti turistici hanno buon gioco a disegnare una mappa, anzi un vero e proprio itinerario dell’arte romanica d’Alsazia. Il sito route-romane.com propone ai turisti una bella carta in cui le tappe principali sono 21 – nove nel nord della regione, e sei rispettivamente nella parte centrale e in quella meridionale -, e collega a ciascuna di esse alcuni altri luoghi di interesse minore.

La carta del romanico in Alsazia di route-romane.com

Dovendo fare una scelta, e avendo magari solo un fine settimana a disposizione per visitare l’Alsazia, ci si può affidare ai consigli di Before Chartres, che propone qui di seguito agli appassionati del romanico cinque tappe di spiccato interesse.

Salendo dal sud verso Strasburgo, la capitale della regione, il primo notevolissimo incontro è quello con la chiesa di Ottmarsheim. Con la sua pianta ottagonale la chiesa, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, riprende in semplicità lo schema della cappella palatina di Aquisgrana; ci accoglie in Alsazia, quindi, parlando un accento decisamente carolingio, pur se reinterpretato secondo gli stilemi del tempo della consacrazione, avvenuta intorno alla metà dell’XI secolo, quando a dominare il Sacro Romano Impero erano i re della dinastia salica, e l’argomento all’ordine del giorno era, sempre di più, conflitto tra Impero e Papato per il controllo delle Investiture.

La rotonda di Ottmarsheim (foto: Ralph Hammann)
Murbach d’inverno (foto Florival fr)

Poco lontana, verso nord-ovest, in un paesaggio che, specie d’inverno, è altamente suggestivo, ci attende l’abbazia di Murbach, o meglio ciò che resta di quella che fu la sua chiesa: ma bastano il transetto con le due torri, e basta la parte absidale, amputata della navata, a rendere interessante la visita a questo avamposto del monachesimo tra i monti. In un altro articolo, Before Chartres ha già raccontato di come, nei primi decenni del Settecento, i monaci della comunità di Murbach, che era ancora ricca anche se decadente, si convinsero di poter ricostruire la loro chiesa in forme più belle; ne avviarono quindi la demolizione, ma decisero poi di trasferirsi tutti… in città, nella vicina Guebwiller, per stare più sicuri e protetti in un tempo di guerre continue, e lasciarono la loro antica chiesa abbaziale così come la vediamo noi adesso, e cioè rasa al suolo per più di metà.

La chiesa di Rosheim (foto da Kathedralen.net)

Due eccellenze, ancora, segnano questo itinerario nel romanico d’Alsazia percorso come in a cavallo. La prima è la chiesa della cittadina di Rosheim, dedicata anche questa ai Santi Pietro e Paolo. Costruita su una vasta piazza, in un piano rialzato da molti gradini, questa chiesa costituisce il più perfetto e sobrio esempio del romanico compiuto di questa regione: presenta una facciata a quattro salienti, una pianta basilicale in cui un transetto imponente si innesta sulla lunga navata, e una torre ottagonale che si erge proprio su questo incrocio. Interessanti, a Rosheim, sono alcuni grandi capitelli dell’interno: uno in particolare presenta tutto intorno ventun volti di santi, tutti differenti l’uno dall’altro. Il viaggio si conclude davanti alla facciata calda e particolarissima della chiesa di Saint-Martin a Marmoutier: si tratta di un vero e proprio westwerk, databile alla metà del XII secolo; e se il resto della chiesa abbaziale è stato ricostruito e data a secoli successivi, questo “massiccio occidentale” più essere definito senza dubbio il più bello dell’Alsazia romanica.

L’abbaziale di Marmoutier (foto da Museedemarmoutier.fr)
Il fregio di Andlau (foto: ekladata.com)

Ottmarsheim, Murbach, Rosheim e Marmoutier – che nell’itinerario, discendente, di route-romane.com costituiscono le tappe numero 20, 18, 10 e 6 – sono i testimoni più autorevoli della fioritura romanica della regione. Ma c’è una quinta fermata, che Before Chartres suggerisce agli appassionati più curiosi e dotati di fotocamere e teleobiettivo. Nella cittadina di Andlau, infatti, si incontrano le più significative emergenze della scultura dei secoli romanici: il portale mostra nella lunetta, scolpiti in modo ingenuo, il Cristo tra san Paolo e san Pietro, e nell’architrave racconta, narrate dalla stessa mano, le storie di Adamo ed Eva; ma ancor più interessante è il fregio decorato che corre in alto, sui tre lati del corpo occidentale della chiesa, dove 48 pannelli si susseguono l’uno dopo l’altro, formando come una pellicola cinematografica alta 60 centimetri e lunga circa 30 metri. Alcune delle scene scolpite, pur se non di altissimo livello artistico – interessanti fra tutte quelle del venditore di vino fraudolento e del cambiavalute altrettanto birichino – costituiscono un notevole esempio di arte popolare, così piene di arguzia, di ironia, di superstizione e di antiche credenze.

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Sono tante, e di altissima qualità, le meraviglie romaniche della Borgogna. Molte ne ha descritte questo blog; e molte oggi sono raccolte, in un itinerario su e giù per la regione francese, nel volumetto LA BORGOGNA ROMANICA IN SEI GIORNI, una vera e propria guida, un vero e proprio diario di viaggio.

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All’Alvernia, regione antica della Francia centrale, è dedicato un nuovo splendido volumetto. Si intitola LE NOVE PERLE (e le altre meraviglie) DELL’ALVERNIA ROMANICA e raccoglie tutti insieme i numerosi articoli che il blog Before Chartres ha dedicato ad una terra magica, ricca di grandi architetture absidali e di bellissimi capitelli.

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Vuoi viaggiare con Before Chartres e scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Trovi tutte le perle più preziose di questa regione e tutti gli appunti di viaggio di Before Chartres in questo volumettoLA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

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5 pensieri su “Il romanico d’Alsazia, in cinque tappe

  1. Federico Borniotto (da Fb):
    Regione bellissima sia nei paesaggi naturali che in quelli antropizzati, ricca di storia, punteggiata di villaggi deliziosi e con due città che da sole valgono il viaggio, con una cucina di soddisfazione (anche se marcatamente invernale) ed ottimi vini bianchi. Consiglio.

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  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    E’ un itinerario certamente affascinante, tanto che le meningi già si mettono in moto e cercano di collocarlo in un prossimo futuro viaggio immersivo.
    La regione è, come si evince dai toponimi, una terra di cultura tedesca, e anche l’architettura si avvicina molto più a quella carolingia e ottoniana che alle analoghe costruzioni in terra di Francia. E non è necessario il Westwerk di Marmoutier (curiosamente l’unico toponimo francofono) o l’aderenza alla tipologia carolingia della fabbrica di Ottmarsheim a definire questo carattere, ma tutto l’insieme mostra chiaramente una “spiritualità” teutonica, intesa come Geist (spirito) dell’architettura, termine quanto mai appropriato in Alsazia.

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