Alquezar, la fatica del chiostro alieno

Visitare il minuscolo chiostro di Alquezar, in Aragona, e vedere i suoi pochi capitelli istoriati è un’esperienza decisamente inusuale. Il chiostro si affianca alla chiesa di Santa Maria la Mayor, che sta al culmine delle cittadella incastellata, e fin qui non c’è granché da eccepire. Straniante, però, una volta entrati, è il chiostro stesso: minuscolo, deformato nel suo perimetro dalle necessità di adattarsi agli spazi angusti e ai dislivelli al vertice della rocca, ha la struttura di un modesto manufatto senza pretese, la parte alta tutta in piccoli mattoni a vista, le archeggiature quasi rustiche, le colonnine lisce. Tre dei quattro lati, poi, presentano capitelli di una semplicità quasi disarmante: sono probabilmente trecenteschi, come tutto il chiostro, ricostruito nel XIV secolo salvando solo, dall’epoca romanica, la galleria breve che sta a nord.

Una veduta del chiostro, dalla galleria romanica (foto: Javier Gago)

Il tesoro di Alquezar sta tutto, allora, in questa ala di poco più di dieci metri, con i suoi capitelli che raccontano, in modo barbarico e quasi alieno, episodi della Genesi e non solo. Ma qualcosa non torna nemmeno nell’ordine in cui si presentano questi pochi pezzi, e vien da pensare che anche questa galleria romanica sia stata smontata e rimontata… Non resta che concentrarsi sui singoli capitelli, i quali a loro volta, però, sorprendono sia per lo stile che per le scelte iconografiche.

La creazione di Adamo (foto: Javier Gago)
L’arca di Noè (foto: Javier Gago)

Uno, forse il più noto, mostra con una modalità inattesa la creazione di Adamo: il primo uomo è steso a mezz’aria, come su un tavolo operatorio, e il Creatore sembra il chirurgo che, in piedi, si prepara ad operare, e però ha tre teste: il Dio della Creazione, così, è già raffigurato come la Trinità; tutta la scena, poi, è avvolta in una mandorla, a sua volta retta da quattro angeli, due dei quali capovolti in modo innaturale. In un altro capitello, Adamo ed Eva guardano il serpente che sale sull’albero e si prepara a tentarli, mentre nelle facce laterali son rappresentati i due figli della coppia, Abele il pastore con il suo gregge, e Caino dedito a coltivare i campi. Un terzo capitello mostra l’arca di Noè che sfida il diluvio: sembra un palazzo porticato, e il patriarca e i suoi familiari si affacciano alle finestre ad arco… del primo piano. Ha la stessa impostazione “a pettine” la cena di Erode: mentre i commensali banchettano, Salomè danza arrotolata su se stessa – è folle vedere in questi personaggi dagli occhi ad uovo un riflesso, o un’anticipazione, della lezione del maestro di Aguero? – davanti alla tavola del re a cui chiederà, in cambio, la testa di Giovanni.

La cena di Erode e la danza di Salomè (foto: Javier Gago)

In un altro capitello ancora ancora, forse il più curioso, si intrecciano due episodi: nella parte alta è rappresentato il sacrificio di Isacco, con il ragazzo disteso e quasi fluttuante su un altare che definire essenziale è riduttivo, mentre sopra di lui formano un arco Abramo con il coltello, pronto a sgozzarlo, e l’angelo inviato, all’ultimo istante, a fermarne la mano; nella parte sottostante un uomo gira sullo spiedo quello che si direbbe un cavallo: si tratta del vitello tenero e grasso che secondo la Bibbia Abramo ha fatto preparare per il Signore che venne a trovarlo alle querce di Mamre, e l’episodio è introdotto sul primo lato breve del capitello dalla rappresentazione di Yahvé sotto forma di tre personaggi, e sull’altra faccia, sempre secondo il racconto delle Scritture, dagli altri preparativi del banchetto, in cui è impegnata Sara, moglie di Abramo.

Il sacrificio di Isacco e, nella parte bassa, il banchetto a Mamre (foto: Javier Gago)

Capitelli particolarissimi, che rendono ancor più straniante la visita a questo chiostro pieno di sorprese. E come sia faticosa e sfidante l’esperienza di Alquezar, a Before Chartres piace dirlo con le parole azzeccatissime un visitatore d’eccezione, Javier Gago, che la racconta così:

Parcheggiare in pieno agosto a più di un chilometro dall’accesso al paese, poiché chi non è residente entra a piedi; salire non so quanti gradini e rampe, sotto un sole a piombo, per raggiungere la Collegiata di Santa Maria la Mayor; e godersela, dopo più di mezz’ora passata a riprendere fiato… è un’esperienza quasi mistica.
Sono passati quasi cinque anni da quell’avventura ad Alquezar, Huesca, e ancora la ricordo come una delle più terribili che abbia mai vissuto per visitare una chiesa. In quel periodo ero ancora un fringuello che si lasciava guidare dall’entusiasmo, piuttosto che dalla ragione, la quale invece consiglia sempre di essere informati e di essere consapevoli dei propri limiti.
Ne è valsa la pena? Certo che sì. Lo ripeterò? Assolutamente no, almeno non in quel periodo dell’anno. Mi sono divertito enormemente, lo confesso; e chiedo per favore a chi passasse di là e trovasse dei polmoni… mi faccia sapere: sono i miei.

Non avremmo saputo riassumere Alquezar meglio di così. Né avremmo potuto proporre foto più belle di quelle scattate da Javier, senza le quali sarebbe stato ancora più difficile dire di questi capitelli, in cui si mescolano, secondo Angel San Vicente, “una rudità barbarica, a cui non è estranea la potenza d’espressione dei personaggi e delle scene (…), certe note d’orientalismo (…) dovute probabilmente al modello manoscritto”, e infine “una tendenza arcaica, che richiama l’arte carolingia o quella anglo-danese”.

Ci rivedremo ad Alquezar: ma non in agosto, e non senza la preventiva consapevolezza che si tratta di entrare nel più singolare, e faticoso, dei chiostri del tempo romanico.

.

Dodici tra i più interessanti capitelli del tempo romanico – da quelli di Sant’Antimo e di Mozac a quelli di Retortillo e di Clermont-Ferrand –, riletti con gli occhi di Before Chartres, sono stati raccolti tutti insieme nel volumetto pubblicato per i lettori più fedeli. Vedere per credere: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI.

.

Un’altra rassegna di capolavori: altri venti capitelli, tra i più belli scolpiti nel tempo romanico, sono raccolti in questo volumetto. Before Chartres li guarda e li racconta con la consueta curiosa attenzione, e con quell’entusiasmo che, di fronte a pezzi così eccezionali, è inevitabile: CAPITELLI ROMANICI, altri VENTI CAPOLAVORI.

.

Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Ecco un itinerario organizzato su una settimana, che è diventato un volumetto, e che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before ChartresLA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

.

5 pensieri su “Alquezar, la fatica del chiostro alieno

  1. Magda Viero (da Fb):

    Nel capitello della nascita di Adamo c’e molto del libro degli Apocrifi dell A. T. Era molto conosciuto, Dio crea come un artigiano sul tavolo di lavoro. E gli Angeli a testa in giù sono gli Angeli ribelli che lasciano l’Eden e si congiungono con le donne. Nascono dei giganti (diciamo: il mito dei Titani) che portano il male sulla Terra. Ora quasi tutti noi non sappiamo più capire. Ma allora nelle sculture c’era tutto e sapevano.

    "Mi piace"

  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Sono reduce dal viaggio in Aragona e Navarra ed Alquezar è stata certo una meta faticosa ma entusiasmante. Intanto, come racconti, la località è uno splendido borgo medievale arroccato su un colle dominato dalla fortezza, da cui deriva il nome: Alcazàr è infatti il castello arabo, che caduta la loro dominazione è poi passato in mano agli Aragonesi che lo hanno ricostruito con la Collegiata.
    La fatica nostra è dovuta al fatto che si debba parcheggiare fuori dal borgo, in alto, per poi scendere a piedi e risalire verso la fortezza e la Collegiata di Santa Maria la Mayor, gotica, dove troviamo il chiostro a due piani, con un lato romanico al livello inferiore.
    Qui spiccano gli originali capitelli dalla fattura un poco arcaica, con tracce di coloriture originali, che ben hai descritto, non tutti di chiara interpretazione.
    Certamente un luogo di grande fascino che merita il viaggio.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Giulio Giuliani Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.