Andiamo di nuovo a Ripoll, un tempo splendida, come ci eravamo promessi; e torniamo ad osservare l’immenso e faticoso portale del monastero che – nessun dubbio in proposito – è una delle opere più complesse dell’intera arte romanica, la cui lettura e la cui comprensione, nonostante il recente restauro, è resa ulteriormente difficile dal progressivo consumarsi dei rilievi.
La monumentale “Portalada” – è questo il termine con cui il portale viene indicato qui in Catalogna – è una struttura di dimensioni notevolissime, addossata alla facciata quasi come un arco di trionfo romano. Come un arco di trionfo ha al proprio centro, in basso, il varco di accesso, e come un arco di trionfo è costituito da fasce sovrapposte, in cui si snoda un racconto, o meglio una teoria di racconti, quasi tutti dedotti dalle Scritture, e culminanti nella classica rappresentazione del Cristo in Gloria circondato dagli Anziani adoranti e e dai beati, vertice di tutto quanto narrato e di tutta la storia, secondo le suggestioni dell’Apocalisse a cui l’artista romanico difficilmente si sottrae. “Il portale di Ripoll – recita l’interessantissima pagina del sito del monastero – ha diverse letture ricche di simbolismo. C’è un evidente desiderio di presentare l’azione salvifica di Dio che redime l’uomo dal peccato e lo protegge dai nemici attraverso persone fedeli alla volontà divina come profeti, re e apostoli. Sottolinea anche il ruolo della Chiesa (…) che conduce i cristiani al loro destino finale, visibile nella Chiesa trionfante dei due registri superiori”.
Realizzato dalle stesse mani in un periodo definito, il portale di Ripoll è opera piuttosto tarda, entro l’ambito del tempo romanico: nonostante il tratto popolare e quasi primitivo, il ciclo scultoreo viene datato tra il 1140 e il 1160, quando già a Chartres la scultura svoltava verso la raffinata banalità gotica. E se il segno e l’impaginazione potrebbero ingannare, e far pensare ad un’opera più antica di almeno mezzo secolo, è proprio la complessità della narrazione a portarci avanti nel tempo romanico: per questa sua ambizione di proporsi quasi come una “summa”, quasi come un trattato, la “Portalada” ci accompagna verso un medioevo ben più moderno, verso i decenni di sant’Alberto Magno e poi di Tommaso d’Aquino, in cui la carica evocativa dei grandi portali romanici – quello di Autun e quello di Moissac in primis – lascia il posto ad uno spirito più propenso a spiegare, ad elencare, ad illustrare; e in cui, allo stesso tempo, l’immenso Cristo salvatore non sta più al centro come polo unico dell’attenzione, ma si fa via via più piccolo.
E allora: chi intenda sfogliare le vicende narrate da questa enciclopedia di pietra affrontandole nei dettagli, può fare riferimento alle pagine web di monestirderipoll.cat. Una lettura ancora più approfondita, sia della simbologia, sia della cronologia e della qualità dell’opera, sta nelle pagine magistralmente dedicate al monastero di Ripoll dal volume “Catalogna romanica”, di Edouard Junyent per Zodiaque-Jaca Book, che è bene avere con sé, insieme ad una buona dose di pazienza e di capacità di osservazione, quando ci si avvicina alla “Portalada”. Leggendole, si avrà evidenza di come alle scene “alte”, incentrate secondo la tradizione sulle visioni dell’Apocalisse, si aggiungono nella parte mediana due altri cicli narrativi coerenti, uno, a destra, ispirato dal libro dell’Esodo, l’altro, a sinistra, costruito a partire dal racconto del libro dei Re. Interessantissimi anche i dodici riquadri dei lavori dei mesi, nell’intradosso dei salienti dell’ingresso, il ciclo dedicato al profeta Giona, nel secondo archivolto, o quelli con le storie di Pietro e di Paolo, sempre negli archivolti…
Before Chartres qui si limita a sottolineare un’ulteriore peculiarità del portale catalano: quella cioè di proporre a chi guarda, tra le altre più comuni, alcune scene bibliche “rare”, poco conosciute o magari anche note e significative nel racconto dell’Antico Testamento, ma che non è affatto semplice trovare scolpite altrove nel periodo romanico. Citiamo qui solo alcuni di questi “quadretti” dedicati ad episodi non frequentemente affrontati dagli artisti del tempo: il passaggio del Mar Rosso miracolosamente in secca; Salomone dormiente a cui appare in sogno la maestà del Salvatore in mandorla; Mosè che tocca la roccia e ne fa sgorgare l’acqua; la scena in cui Caino seppellisce il fratello Abele, dopo averlo ucciso. Non si incontrano di frequente, altrove, nemmeno le rappresentazione del profeta Elia che viene portato al cielo da un carro di fuoco, della Gerusalemme afflitta dalla peste, della traslazione dell’Arca da parte del popolo ebreo, di Mosè in preghiera tra Aronne e Hur mentre l’esercito combatte contro Amalec…
Si tratta in quasi tutti questi casi di piccoli “quadri”, scene inusuali che spiccano come perle rare in mezzo ad altri soggetti biblici che invece l’arte romanica ha rappresentato molte e molte volte, e più facilmente riconoscibili, quali il profeta Giona inghiottito dalla balena o Abacuc trasportato dall’angelo nella fossa in cui Daniele è circondato dai leoni. Gli studiosi sottolineano – proponendo chiari riscontri iconografici – come la presenza peculiare di alcune scene nel portale di Ripoll derivi da un modello preciso, e cioè dalle miniature di una Bibbia conservata nel monastero. Il portale “più grande”, l’arco di trionfo di Ripoll, così, si fa apprezzare ed ammirare anche per i suoi “piccoli” rilievi ispirati dalle “piccole” illustrazioni del manoscritto. E così sono tante, e di dimensioni ridotte, le tessere del vasto mosaico concepito degli artisti e dai monaci di Ripoll. Che anche per questo non si riesce mai a guardare tutto insieme, a ricordare tutto insieme, a raccontare tutto insieme; ma al contrario, proprio come faranno i testi della Scolastica già pronti a venire, ci costringe ad un supplemento di studio, non permette distrazioni o spiegazioni sommarie, ma chiede uno sguardo ripetuto e attento, e ciò nonostante non si lascia mai possedere completamente.
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Non solo Ripoll. Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Il modo migliore è farti guidare dagli appunti di viaggio di Before Chartres. Puoi seguire l’itinerario proposto da questo blog: organizzato in sette giornate, ora è diventato un volumetto intitolato LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.
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Non solo Ripoll: Before Chartres affronta il tema dei grandi portali del medioevo, e lo riassume, come in un viaggio – finalmente “su carta” – in un volumetto prezioso, dedicato ai suoi lettori più affezionati. Lo si trova qui: DIECI grandi PORTALI ROMANICI
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Fabio Ruzzato (da Fb):
E’ bellissimo il portale, pieno di immagini purtroppo rovinate… ma il monastero è stato restaurato in modo pesantissimo.
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Grazie: bellissimo!
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Impressionante il maestoso portale di Ripoll. Interessanti le note con cui descrivi le raffigurazioni scultoree di temi biblici alquanto inconsueti.
Viene voglia di mettersi subito in viaggio, seguendo l’itinerario che hai predisposto nella tua Guida alla Catalogna Romanica, di cui ho percorso solamente la parte, stupenda, francese, al di qua dei Pirenei, Cuxa, Canigou e Serrabonne su tutti.
Intanto mi documento, grazie soprattutto ai volumi della Jaca Book e della Zodiaque.
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