Avrà più o meno la mia età, e come me – cappellino in testa, occhiali e sguardo basso e impaziente – sta aspettando di entrare nel chiostro della collegiata di Santillana del Mar. Mentre ritraggo questo viaggiatore del romanico, di nascosto, col mio cellulare, mi chiedo cosa l’ha portato qui, ad attendere sotto il sole; e immagino sia stato spinto dalla lusinghiera presentazione nel volume sulla Castiglia romanica di Jaca Book, che per quelli della sua (della mia) età è un testo sacro: “Questo chiostro raccolto e dolcemente evocatore – vi troviamo scritto – è sempre stato uno dei principali pregi di Santillana, molto gustato in particolar modo dai viaggiatori più o meno romantici del XIX secolo”.
E dice bene Luiz María de Lojendio: noi due, qui in piedi ad attendere che il chiostro venga aperto, siamo decisamente romantici, e siamo decisamente del secolo scorso. Io però, che il chiostro l’ho già visto trent’anni fa – davvero prima del nuovo millennio -, non provo particolare trepidazione: lo ricordo modesto, con le colonne pesanti ornate di capitelli un po’ incerti e un po’ gonfi; e quasi mi spiace possa deludere il mio inatteso compagno di visita, che invece magari si è appena letto qualche riga ancora della descrizione di de Lojendo, secondo cui questo ambiente
…possiede il potere di avvolgere il visitatore in un’atmosfera di grande unità, anche grazie ai restauri e alle aggiunte che non disturbano eccessivamente. La chiesa della collegiata è stata, durante gli otto secoli della sua esistenza, un edificio che si potrebbe definire estremamente vivo, per cui oggi l’accumulo degli apporti successivi distrae dalla contemplazione dei suoi elementi romanici primitivi ed essenziali. Il chiostro, al contrario, ci immerge direttamente nel medioevo…
Sono passati decenni, e Santillana è sempre più luogo di vivacissima e frenetica presenza turistica, e sempre meno la città narrata da de Lojendio, che ne esaltava la “particolare atmosfera di serenità e di pace” e la descriveva come una città “in cui la vita sembra essere rimasta sospesa tra il cielo e la terra”. E allora sì: messo a confronto con la babele dei negozi e dei ristoranti nella Santillana del 2025, il chiostro della collegiata è un’oasi, ed entrarvi è un po’ tirare un sospiro di sollievo.
All’interno, tre sono le gallerie romaniche – la quarta è stata ricostruita in forme gotiche – e quarantanove i capitelli scolpiti, fusi a due a due, che poggiano su colonne in gran parte binate e tozze. Molti hanno una decorazione floreale e vegetale, ad intrecci geometrici o con figurazioni tipiche del romanico, che non spicca né per originalità del tratto, né per particolare riuscita grafica.
Così, è inevitabile che gli appassionati, come fa peraltro il mio nuovo amico, concentrino la loro attenzione suo capitelli istoriati: “Lo sconosciuto maestro che li ha scolpiti – infatti – combina abilmente gruppi numerosi di figure ponendoli nelle diverse facce del capitello”, e propone nei pezzi più riusciti la storia di Daniele nella fosse dei leoni, una Deposizione, un cavaliere che saluta la sua dama, un Sansone con la corona che prende per le fauci il leone, un arcangelo Michele che lotta col drago, guerrieri che infilzano mostri e altri che fronteggiano draghi. Difficile dire sr i capitelli appartengono tutti alla stessa mano, o comunque ad un unico atelier. Il degrado della pietra non aiuta: le figure, già un poco gonfie e tozze, lo sono ancor di più perché gli agenti atmosferici ne hanno smussato i dettagli e diminuita la forza.



Forse il pezzo più bello di tutti, arioso e sottile come pochi altri, è quello che rappresenta un centauro “mancino” che affronta un drago: l’arco, tenuto nella mano destra, è alzato e proteso, ma la freccia, nella sinistra, ancora non è stata incoccata; poco oltre un altro centauro insegue, tra vegetali attorcigliati, una figura quasi umana che fugge nuda, e anche questo cacciatore per metà uomo e per metà cavallo protende in avanti l’arco – questa volta correttamente impugnato con la sinistra – ma tiene la freccia giù, nell’altra mano, come se esitasse a mirare e colpire.
Risuona, in queste due scene più movimentate e raffinate, la viva bellezza della scultura della Castiglia alta – Santillana del Mar, per la precisione, si trova in Cantabria, poco più a nord – che nei capitelli di Santa Giuliana sembra riuscire ad esprimersi solo qua e là, e solo in parte, e anche per questo il chiostro e i suoi rilievi risultano un poco pesanti e privi di fascino. E forse queste opere, peraltro datate alla metà del XII secolo, si collocano all’inizio del percorso, e rispetto ai capolavori che verranno sono ancora segnati da incertezza e sperimentazione; e allora certi capitelli meglio riusciti, quelli dei centauri fra tutti, possono essere visti proprio come un dardo non ancora scagliato, come un primo annuncio di quella che, avvicinandoci al Duecento, sarà la magistrale e raffinatissima risultanza della scultura nella Castiglia romanica, che si incarna rigogliosa, per fare solo qualche esempio, nelle sculture di Rebolledo de la Torre e dell’abbazia di Piasca, e nei capitelli del portale di Moarves de Ojeda.
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Andrea Gozzi (da Fb):
Luogo pieno di fascino. Bellissima la chiesa e molto particolare. La cittadina è una bolgia, specie d’estate, per via dei turisti.
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Maurizio Puntin (da Fb):
Santillana del Mar? Bellissima zona; ci passai nel 1991, sulla strada per Santiago.
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Affascinante questo chiostro dalle colonne binate alquanto tozze le quali sorreggono capitelli figurati ed istoriati dalle raffigurazioni comunque di un certo pregio. Basti vedere la dama con cavaliere e notare la qualità della fattura dell’equino, una rappresentazione dinamica che prelude forse già al gotico.
Non mi pare che possano nel loro insieme essere definiti di modesta fattura.
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Ho evidenziato, Paolo, come per studiosi sicuramente più competenti di me questi capitelli e questo chiostro siano di grande fascino e di grande interesse. Io che ho tentato una seconda visita per ricredermi, resto dell’idea che il chiostro tutto e i singoli siano stranamente “faticosi”… Mi sbaglierò.
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Carlo Grignani (da Fb):
Ci sono stato…!!
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Anna Cimarelli (da Fb):
Le immagini sono da brivido!
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Eri Manzano (da Fb):
Que belleza de capiteles tan extraordinarios y las imágenes preciosas gracias!
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