Il centauro e la sirena di Ognissanti: corteggiamento sulle note del violino

Così come non si possono spiegare certi amori, impossibili eppure senza freni, allo stesso modo, dobbiamo sospendere il giudizio davanti a ciò che ci capita di vedere qui a Trani, dove una bellissima sirena e un centauro davvero senza vergogna amoreggiano sulla porta di una chiesa.

Il portico davanti alla basilica

Stanno sotto il portico che protegge l’ingresso della basilica di Ognissanti, e sono scolpiti sul montante destro del portale. Lei, la sirena, posta un po’ più in alto, ha il petto nudo, attorciglia alle volute la sua lunga coda, e intanto regge alto nella destra un bouquet, come fosse uno specchio, come mettendo in competizione la bellezza dei fiori e la propria. Lui, il centauro, torso d’uomo dai fianchi in su, piantato su un corpo di cavallo, le sta subito sotto, guarda verso di lei, ed esibisce il proprio membro eretto, e anzi lo brandisce, tenendolo bene in vista con la mano destra, come fosse un bastone o una spada, mentre la sinistra afferra la coda equina. Più sotto ancora, un aedo nudo con barba e baffi e lunghi capelli suona il violino, e la sua serenata complice accompagna le avances dell’amico centauro e, a suon di musica, ne addolcisce un po’ l’approccio.

Il portale

Anche chi storce il naso davanti a certe rappresentazioni di chiara matrice sessuale, peraltro diffuse nelle decorazioni romaniche, è costretto ad ammettere che queste due figure sono opera di uno scalpello sopraffino. E anche chi diffida dei vari e differenti tentativi di spiegare che senso abbiano queste raffigurazioni oscene nei luoghi sacri, qui a Trani deve prendere atto dell’evidenza: del fatto, cioè, che gli artisti del tempo romanico hanno saputo in alcuni casi realizzare figure allo stesso tempo sconce e splendide. Gli studiosi spiegano che questi dello stipite destro del portale – ci sono anche animali fantastici, un minotauro, e una donna, la lussuria, a cui i serpenti mordono i seni – sono rilievi di altissima qualità, superiore a quella dei rilievi pur simili del montante di sinistra; dicono ancora, gli studiosi, che tutte queste figurine, insieme al bellissimo nastro che le avvolge, rivelano influenze anglo-normanne, e addirittura sembrano ispirarsi agli avori vikinghi.

Noi per certo sappiamo che non è facile trovare sirenette più belle – e corteggiatori più sfrontati – in tutta la Puglia e forse in tutto il medioevo romanico. Così, dopo il primo lieve sconcerto, chiudiamo un occhio sul gesto che compie il centauro, e lasciamo che continui ad insidiare – ad importunare! – la sua musa con l’aiuto dell’amico musicista che gli tiene bordone: ci riportano ad un tempo antico, in cui il mondo era animato di figure mitologiche, alle quali era concesso molto di quanto oggi è tabù; e lo mescolano, questo mondo antico, con le fantasie e gli incubi del tempo medievale, che quanto a sogni e voglie, di certo non fu da meno.

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L’interno della basilica e, sotto, i due capitelli

Nell’assolata Trani, cittadina tra le più belle di Puglia, la chiesa di Ognissanti si incontra mentre si cammina per le vie della città vecchia, verso il mare e verso la cattedrale – famosissima – che proprio contro il mare si staglia ben più ardita, slanciata e orgogliosa. Quella di Ognissanti è invece una basilica di dimensioni ridotte, bella ed equilibrata nel suo interno, che guarda anch’essa al mare con le sue absidi, e che è resa particolarissima dal portico, forse aggiunto posteriormente a riparare i tre portali di dimensioni contenute. La chiesa e il portico, con le decorazioni che rendono vivo soprattutto il portale centrale, datano al XII secolo: forse la basilica fu costruita nella prima metà del secolo, e il portico invece nella seconda; e a questa seconda fase dei lavori sono da ascrivere le raffigurazioni dei due montanti della porta, l’archivolto anch’esso decorato a girali, dentro cui si incontrano anche i simboli degli Evangelisti, e i due capitelli con figure di angeli impettiti.

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9 pensieri su “Il centauro e la sirena di Ognissanti: corteggiamento sulle note del violino

    1. Ahi, Anacleto… Intanto il Duecento sta un po’ al di là dell’ambito di interesse di Before Chartres, che se si dedicasse al XII secolo dovrebbe chiamarsi “After Chartres”. E poi, battute a parte, devo dirti che sull’arte medievale veneta, quella romanica di competenza di questo blog, mi deludono, perché per i miei gusti troppo tecnici, quelli che dovrebbero essere i volumi di riferimento, e cioè quello dedicato al Veneto nella vecchia collana dell’Italia Romanica, con testi di Gianna Suitner, e quello della nuova collana, curato da Fulvio Zuliani. Insomma: no, non sono in grado di darti suggerimenti migliori di quelli che potrai trovare lungo il tuo percorso di studio. Perdonami.

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  1. Andrea Rocci (da Fb):

    Trani è una delle cittadine più belle del meridione, dove sono stato più volte. Però non avevo notato la finezza di questi rilievi e non avevo visto com’era esplicito il gesto del centauro. Molto interessante, grazie.

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  2. Paolo Salvi

    Sono sempre stupefacenti certi rilievi scultorei medievali che si collocano nelle chiese, più spesso all’esterno nelle mensole, dalle chiare raffigurazioni “oscene” secondo i canoni moderni. Qui addirittura compaiono intrecciati tra i girali di uno splendido portale romanico e per questo ci colgono ancor più alla sprovvista.
    Nonostante la fede cieca dei tempi queste immagini sono del tutto naturali e ci costringono a rivedere di molto la nostra visione di quello che doveva essere lo spirito medievale.

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