Worms, bruna magia in riva al Reno

Più volte aggredito nei secoli – sferzato dai crolli, incendiato dai nemici francesi nel Seicento, e poi anche scoperchiato dai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale – e dunque più volte restaurato in molte sue parti, il Duomo di Worms è comunque una delle più unitarie e fascinose realizzazioni dell’architettura romanica. Costruito ex novo nel XII secolo, a partire dal 1125, su una preesistente chiesa romanica, si presenta oggi non molto differente da come doveva essere nel 1181, quando fu consacrato. Le sue pietre d’arenaria rossa, i decori romantici, le sculture che ne abitano le loggette esterne, gli abbaini che movimentano le guglie delle torri un po’ lo fanno somigliare ad un castello a cui non si riesce a dare un’età; a Worms, così, l’abitudine germanica a tirare tutto a nuovo, anche se messa in atto a più riprese, non riesce ad avere il sopravvento. 

Il Duomo nella città (foto: romantic-cities.com)

Rispetto alle vicine cattedrali di Spira e di Magonza, cioè alle altre due “super chiese” che sono gli esiti più notevoli dell’architettura ecclesiale degli imperatori tedeschi alla fine del tempo romanico, il Duomo di Worms, dedicato a San Pietro, risulta più contenuto nelle dimensioni e nell’altezza, e però le supera entrambe per il perfetto equilibrio delle sue parti e per come la sua mole pittoresca si erge, bruna, nel cuore della città. E delle tre cattedrali imperiali solo quella di Worms possiede – posta in realtà davanti alla facciata – quell'”abside” poligonale traforata che si direbbe addirittura gotica e che invece è coeva dell’intera cattedrale, ed è quindi un ultimo fiore, bellissimo, del tempo romanico sulle rive del Reno.

Il Duomo nella città nel medioevo, secondo una ricostruzione
La terminazione orientale
La terminazione occidentale

Guardiamola ancora, questa costruzione così particolare e allo stesso tempo esemplare. Ha la forma consueta di una gigantesca basilica, con le tre navate che si sviluppano da ovest ad est, e questo orientamento – su cui, lo vedremo, potremmo avere qualche dubbio – è reso evidente dal fatto che, come in tantissime altre basiliche romaniche, le navate sono intersecate, quasi al loro termine, ad oriente, da un possente transetto; poi, come sempre, oltrepassato il transetto la basilica va a sfociare nel presbiterio e nella grande abside, e però all’esterno il muro orientale, quello che contiene e nasconde l’abside, è rettilineo – quanto somiglia a quello dell’abbazia di Murbach! – e quasi si direbbe una facciata. Al contrario, a occidente, là dove la navata comincia, e là dove ci aspetteremo una parete piana e uno o più portali di ingresso, abbiamo appunto quella mirabile abside poligonale di cui dicevamo poc’anzi: sappiamo che non è strano, e che anzi è tipico dell’architettura romanica tedesca vedere un’abside anche “in facciata”, che poi è l’abside dell’imperatore contrapposta a quella del vescovo; ma poiché dall’altra parte, ad oriente, l’abside esternamente non si vede, il Duomo di Worms confonde, ribalta il nostro schema, e un poco ubriaca.

Il westwerk di Worms

Le torri, poi. Ce ne sono quattro, sottili, circolari, perfettamente proporzionate al resto dell’edificio, una ad ogni vertice del rettangolo ideale della pianta, quindi due ad oriente e due ad occidente, quasi eleganti picchetti a segnare lo spazio entro cui si articola tutta la costruzione. Altre due, vasti tiburi più che torri, sorgono, anche queste in bell’equilibrio di forme, lungo il corpo longitudinale della chiesa: una si erge nella posizione canonica dell’incrocio tra navata e transetto, verso oriente, e a questa risponde, simile per forma e dimensioni, l’altra, che si innalza sopra la terminazione occidentale e che completa, sovrastando l’abside poligonale e dialogando con essa, il bellissimo e peculiare westwerk che il Duomo di Worms si è regalato.

Insieme alle “sorelle maggiori” di Magonza e di Spira, la cattedrale romanica di Worms è la risposta del Sacro Romano Impero di Germania, e alla dinastia imperiale salica, alle grandi cattedrali e abbazie del romanico compiuto nella vicina Francia. Pittoresco e romantico come poche altre chiese, però, questo duomo dialoga a distanza, allo stesso tempo, anche con le prime grandi chiese gotiche: le mura scure e le logge articolate, da cui si affacciano statue di animali e mostri, specie ad occidente, richiamano le grigie e traforate e decorate murature di Strasburgo e di Notre Dame a Parigi, già popolate, al termine del XII secolo, di quei doccioni, di quelle sporgenze e di quei gargoyle che saranno il tratto saliente della decorazione architettonica gotica, e non solo in Francia. 

Un’illustrazione d’epoca

Concentrandoci sull’esterno della chiesa abbiamo provato a dirne il fascino particolare. Fascino che, anche se noi qui non fossimo riusciti a dimostrarlo, è certificato dalle cento volte in cui questa cattedrale è stata ritratta in stampe e illustrazioni e cartoline, che la mostrano bellissima e che a loro volta sono rese splendide da un soggetto che può dirsi tra i più ricchi di magia. Va detto infine che anche negli anni più recenti, utilizzando il duomo di Worms con splendido protagonista, sono state realizzate notevoli ricostruzioni, che ci riportano, anche grazie alle moderne tecnologie grafiche e digitali, alla Worms del XII secolo, o comunque del tempo medievale: tra le più interessanti segnaliamo l’ampio e suggestivo documentario televisivo di ZDF che purtroppo non ha traduzione né sottotitoli in italiano, ma che ci accompagna indietro nei secoli, al tempo in cui venne immaginato, progettato e costruito questo splendido tempio; lo stesso documentario ci aiuta ad immaginare, poi, alcune delle tristi vicende attraverso cui il Duomo di Worms dovette passare: lo fece, fortunatamente, senza mai perdersi d’animo, e anzi ricostruendo ogni volta se stesso per giungere fino a noi fiero di sé e della propria maestosa bellezza.

Qui e più sopra, Worms nel 1521 secondo una ricostruzione in worms.de

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2 pensieri su “Worms, bruna magia in riva al Reno

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