La chiesa mozzata di Cerisy-la-Forêt: et voilà il romanico… d’Inghilterra

Potremmo dire che la chiesa tronca di Cerisy-la-Forêt è ancora Normandia, e allo stesso tempo però è già Inghilterra. Per diversi motivi, infatti, quest’abbaziale ribadisce il collegamento strettissimo che, nel tempo rude a cavallo tra l’XI e il XII secolo, ha legato la punta estrema della Francia e la grande isola al di là dello stretto mare: legame storico e politico, segnato dal nome e dalle imprese di Guglielmo il Conquistatore, ma anche legame artistico, in primis nell’ambito dell’architettura sacra.

Normandia e Inghilterra

La storia del burrascoso amore tra le due terre è nota, e proviamo a renderla essenziale: in Normandia, come dice il nome stesso di questa regione, si erano stabiliti i Normanni, provenienti nel medioevo alto dai paesi scandinavi; e queste popolazioni, con i loro governanti, anche se ormai stanziatesi in Francia, non smisero mai di guardare all’Inghilterra come ad un vasto spazio di espansione; cosicché, nell’XI secolo, l’isola, allora terra dei Sassoni, si trovò nella morsa delle pretese di conquista dei Danesi, da nord, e dei Normanni di Francia. L’impresa decisiva fu quella di Guglielmo di Normandia, che viene ricordato come “il Conquistatore” proprio perché nel 1066 – è la vicenda narrata dallo splendido arazzo di Bayeux – attraversò la Manica e sbaragliò sia i Sassoni che i Danesi, diventando il nuovo padrone dell’Inghilterra.

La conquista ebbe ricadute non di poco conto, lo dicevamo, anche sull’architettura: il particolare romanico che si era sviluppato nell’XI secolo in Normandia, fatto di absidi forti ed essenziali, di torri quadre sull’incrocio tra transetto e navata, e soprattutto di un evolutissimo sistema di sostegni e volte – le due grandi chiese di Caen sono l’esempio più noto – venne esportato in Inghilterra dai nuovi dominatori; e qui darà luogo, nel giro di un secolo, al fiorire dell’esperienza romanica locale e finanche del gotico di Ely, di Canterbury, di Welles…

L’abbaziale in una stampa d’epoca

Ebbene, gli esperti dicono che tra tutte le chiese romaniche di Normandia, proprio quella di Cerisy-la-Forêt, dedicata a Saint-Vigor, costituisce la testa di ponte ideale verso l’architettura che si sarebbe sviluppata oltremanica, e ne evidenziano lo sviluppo del capocroce e dell’abside, e soprattutto la partizione perfetta della parete della navata in tre livelli. “Cerisy ha un valore inestimabile per gli archeologi. Costituisce la cerniera evidente – sottolinea Lucien Musset, che ha curato i volumi sulla Normandia di Zodiaque – tra le abbaziali di Caen e le grandi chiese romaniche d’Inghilterra, abbazie e cattedrali, edificate nell’immediato indomani della conquista del 1066″.

Saint-Vigor, la pianta (Wikimedia)

Il visitatore che non abbia spiccata sensibilità archeologica, però, fatica a riconoscere le peculiarità stilistiche nel corpo della nostra povera chiesa di Cerisy-la-Forêt. Gli risultano invece evidenti le gravi alterazioni che l’abbaziale ha subìto nei secoli. La guarderà, e la ricorderà per sempre, come uno dei più crudi esempi – insieme a Cluny III e all’abbazia di Murbach – di grande chiesa mutilata. Lo scempio avvenne a partire dalla Rivoluzione, quando la comunità dei monaci e quella dei cristiani del villaggio, entrambe ridotte in povertà, si divisero letteralmente l’abbaziale: le prime cinque campate furono dapprima separate dal resto dell’abbaziale, e divennero la chiesa della comunità parrocchiale, mentre il resto dell’edificio continuava ad essere usato dai pochi monaci; all’inizio dell’Ottocento, poi, si decise che tutta prima parte del corpo longitudinale, come un arto atrofizzato per la paralisi, doveva essere amputata, cioè smontata e abbattuta insieme alla gran parte degli edifici del monastero non più abitato: restarono le parti che vediamo oggi, cioè tre campate della navata, poi il transetto, e infine il coro.

Così, mentre gli studiosi colti riescono ancora a “ricordare” com’era lunga Cerisy-la-Forêt – magari anche grazie al confronto con la non lontana Saint-Martin a Boscherville – e riconoscono in essa un modello per le chiese lunghissime dell’Inghilterra romanica e gotica, noi vediamo invece una chiesa mozzata, che forse ci affascina proprio per la sua mole tozza, e ci ricorda sì l’Inghilterra, ma quella semmai dell’Ottocento, delle grandi abitazioni nobiliari di campagna, delle lente partite a croquet e delle cacce alla volpe.

Uno scorcio dell’interno (foto: manche-tourism.com)

Ancora: mentre gli studiosi, capaci di astrazione, individuano nell’interno originario diSaint-Vigor, così come lo sanno ricostruire, uno tra i più efficaci sistemi architettonici del romanico normanno, e quello appunto che verrà poi esportato in Inghilterra, è inevitabile che uno sguardo meno tecnico noti invece, e non gradisca, le pesanti modifiche che nel tempo la chiesa ha evidentemente patito: l’assenza della volta in pietra sulla navata, persa nei secoli; quei pilastri rotondi che reggono la crociera, aggiunta successiva e fastidiosa; le volte a raggiera sopra l’abside, che non sono di certo romaniche. Di nuovo, però, anche queste alterazioni, come pure i contrafforti aggiunti nei secoli moderni al giro della grande abside, e come le finestre ricostruite “in stile inglese” in tutto il capocroce, rendono particolarissima, e molto british, l’abbaziale di Cerisy anche per il visitatore meno preparato.

Il paesaggio, il verde, il contesto agricolo, le mucche al pascolo nei dintorni completano l’opera. E così anche ai nostri occhi, che la osservano con minor puntiglio di quello messo in campo dagli archeologi, Cerisy-la-Forêt davvero si propone come un pittoresco e fascinoso angolo d’Inghilterra in terra normanna, come un’enclave in cui il vento ha un profumo differente, come l’ideale stazione di partenza per il treno che da qui ci porti poi al di là del mare, seguendo il percorso tracciato, in quel 1066, dalle truppe del Conquistatore.

L’abbazia da sud-est (foto: lamanchelibre.it)

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6 pensieri su “La chiesa mozzata di Cerisy-la-Forêt: et voilà il romanico… d’Inghilterra

  1. Giovanni R L Caputo (da Fb):

    Si osservi comunque che le abbazie erano gia’ in declino PRIMA della Rivoluzione Francese con il sistema delle commende. In alcuni casi vi erano in contemporanea sia un abate commendatario, che godeva della rendita del monastero ma non ci viveva, sia un vero abate per la comunità di monaci residenti: tale abate era chiamato “abate claustrale” per distinguerlo dal commendatario. Certo, la bolla pontificia Superna di papa Gregorio XIII, e la Costituzione Pastoralis di papa Innocenzo X diminuirono di molto gli abusi, ma non li abolirono del tutto. Essi continuarono, specialmente in Francia, causando il declino morale dei conventi.

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  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Nonostante le tante alterazioni e la perdita delle prime cinque campate delle navate, mantiene intatta la sua affascinante aura con la sua possente volumetria immersa in un verdeggiante paesaggio bucolico.
    La Normandia è una regione meravigliosa, soprattutto per gli appassionati del romanico, che devono aggiungere questa tappa oltre alle più celebrate e splendide Caen, Bayeux e Jumieges.

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