Cardona, prototipo di chiesa perfetta

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La chiesa di San Vicente a Cardona

Guardando da lontano, la chiesa di San Vicente di Cardona appare difficile da raggiungere. In realtà, la basilica è più sfuggente che inaccessibile, e si fatica più a comprenderla appieno che ad arrivarci.

San Vicente sorge al vertice della cittadella fortificata che a sua volta domina l’abitato. Si propone così come un pezzo di medioevo purissimo dentro un contesto militare che invece nel tempo si è via via modificato, ampliato, fatto più moderno. E così, chi ha occhio solo per il pittoresco visita la cittadella con grande soddisfazione: un bel contesto di mura e torri, niente auto che girano, panorami non da poco sulla Catalogna che si stende tutto intorno… e in cima, ciliegina sulla torta, la grande chiesa che ha pure un aspetto quasi quasi militare, e per chi si accontenta ci sta proprio bene, là dov’è, tra muraglie e guardiole, affiancata al palazzo in qualche modo medievale con cui condivide la sommità della cittadella.

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La navata vista dal presbiterio

Chi prova ad andare al di là della prima apparenza, invece, sente il disagio. La chiesa di San Vicente è un capolavoro. Coerente come poche con se stessa, è la perfetta costruzione di una chiesa romanica “nuda”, trasformata in pura architettura. Non c’è un rilievo, non c’è un capitello scolpito; ma la struttura è un vero esercizio di stile, perfettamente realizzato, quasi che ogni pietra della chiesa sia un pezzo numerato collocato là dove dev’essere. L’interno è “chirurgico”: tra due strette navatelle voltate a crociera, si erge un’alta navata voltata a botte, sostenuta da pilastri essenziali, che proseguono su lungo la volta con costoloni rigorosi e forti. Là dove normalmente le chiese romaniche hanno capitelli – dove le linee rette dei pilastri si trasformano in archi – una mirabile semplicissima cornice traccia un segno, quasi la firma di un grafico. Essenziali e perfette, allo stesso modo e nella stessa misura, sono il presbiterio, e l’abside, e la controfacciata con la tribuna che domina la navata.

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La navata

San Vicente – costruita nella prima metà dell’XI secolo, un secolo prima di tanti altri capolavori – è il romanico costruito nella sua realizzazione più essenziale. E’ la rappresentazione, in scala naturale, della chiesa romanica perfetta, e anzi, della chiesa romanica catalana perfetta: chi visita il resto della regione vedrà lo stesso stile in molte altre chiese – Corbera, Frontanya, Sant Llorenç del Munt… – pur se nessuna è così bella come quella di Cardona. E’ un grande modello di se stessa, un esercizio di stile da primo della classe. San Vicente, quindi, non ammicca. Conquista e affascina davvero solo chi si sforza di isolarla dal contesto pittoresco e turistico, e di immaginarla e leggerla come puro gioco di linee, di spinte, di forze ideali. Dentro come all’esterno.

Ma non è facile. Il lussuoso hotel che sta di fronte alla chiesa non aiuta: pluristellato e plurirestaurato, dialoga con San Vicente come fanno due persone che non si conoscono affatto. E la gestione delle visite non aiuta: informatevi preventivamente sugli orari di accesso, tutti strani. E quando infine riuscirete ad entrare, fate un gran sospiro, dimenticate l’albergo e il chiostro ricostruito che stanno fuori. E provate a seguire le linee di un capolavoro, quasi un prototipo: a Cardona si va per questa esperienza, difficile.

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La zona delle absidi

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