La festa è cortese, ma cela l’orrore

Un pranzo cortese, elegante come pochi tra quelli scolpiti nel tempo romanico. Dietro l’angolo, però, c’è la morte e lo scandalo. Seduti alla mensa imbandita, nobili signori e, addirittura, teste coronate. Serve in tavola una deliziosa fanciulla, dai capelli d’incanto. L’abito, lungo, è finissimamente scolpito; la tovaglia lo sfida, quasi a voler essere ancora più bella.

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Il capitello della cena a corte

Ma sul vassoio che passa di mano, e giunge alla regina seduta in attesa, la portata è macabra: è una testa mozzata, quella del Battista. Il capitello, uno dei pezzi più belli del Museo degli Agostiniani a Tolosa, narra infatti la cena degli orrori in casa di Erode. Il re crudele – non lo vediamo, per ora -, invaghitosi alla follia della bella Salomè, figlia della regina, la invita a danzare: “La figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: ‘Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista’…”.

Ecco allora, nella sua crudezza, la scena che abbiamo davanti: mozzata nelle segrete dove Giovanni era tenuto prigioniero, la testa del Battista giunge nella sale delle feste, portata dal carnefice armato di spada, sulla destra; poggiata su un piatto, come la giovane aveva voluto, viene consegnata a Salomè; e questa a sua volta la consegna alla regina madre, seduta a tavola con il capo ornato dal diadema regale.

Rispondendo splendidamente a quella spada che il carnefice di destra si appoggia sulla spalla, a sinistra un commensale porta una mano al petto, quasi volendosi sottrarre all’orrore; un altro volge lo sguardo altrove, non reggendo la vista del macabro vassoio. La scena cortese è smascherata, il lieto banchetto si rivela una crudele mattanza. Non servirebbe neppure guardare sul lato di destra, dove il capitello mostra l’antefatto, cioè la decapitazione del Battista.

E a sinistra? A sinistra si insinua lo scandalo: il re Erode carezza, con un gesto di estrema dolcezza, la giovane Salomè, che non è sua eppure ormai l’ha stregato. Ancora una scena di una purezza infinita, eppure velata dalla lascivia, infausta e già pagata con l’orrore.

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Il capitello nel contesto particolare del Museo degli Agostiniani

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C’è anche questo pezzo notevolissimo nel volumetto sui capitelli romanici che Before Chartres propone, finalmente “in carta”, ai suoi lettori più fedeli. E ce ne sono altri undici – anzi, per la verità ce ne sono altri tredici – che hanno anche la pretesa di essere altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI.

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Un’altra rassegna di capolavori: altri venti capitelli, tra i più belli scolpiti nel tempo romanico, sono raccolti in questo volumetto. Before Chartres li guarda e li racconta con la consueta curiosa attenzione, e con quell’entusiasmo che, di fronte a pezzi così eccezionali, è inevitabile: CAPITELLI ROMANICI, altri VENTI CAPOLAVORI.

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Le storie della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

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6 pensieri su “La festa è cortese, ma cela l’orrore

  1. Servando Sernancelle (da Fb):
    Maravilloso gesto de Herodes, a la izquierda de la imagen, cogiendo la barbilla de Salomé. Tal vez lo miramos a través de toda la tradición posterior, pero veo toda la mezcla de ternura, lascivia y baboseo en esa caricia y esa mirada…

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  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Quando sono stato nel 1991 a Tolosa, città stupenda del Midi francese, malauguratamente non ho visitato questo museo. A parte l’allestimento un poco raccapricciante che ci hai altrove proposto i pezzi sono di pregio elevatissimo.

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