Vegliardi e Viventi assenti al Giudizio?

I due studiosi di arte medievale, in disaccordo sulla simbologia dei grandi portali apocalittici del tempo romanico, non riuscivano a trovare un accordo. Decisero così, infine, di sintetizzare la loro disputa con una questione precisa, di stendere la domanda cruciale, a cui avrebbero poi cercato, entrambi, di dare una risposta. E la domanda cruciale, si dissero, è la seguente, se esista o no un portale romanico in cui si vedano insieme sia i ventiquattro Vegliardi dell’Apocalisse, sia i santi e i dannati del Giudizio finale. Si salutarono così, i due studiosi, lasciando aperta la questione che li aveva appassionati e divisi, ma decisi a risolverla con un’attenta verifica.. sul campo. E cominciarono a cercare.

Prima di stendere la domanda cruciale, i due studiosi si erano confrontati a lungo sulle premesse. E su molta parte di queste premesse, prima di sfidarsi con la questione finale, avevano trovato una sostanziale concordanza. Si erano detti d’accordo su un punto di partenza: i timpani romanici che rappresentano la Seconda Venuta del Cristo in Gloria si ispirano sicuramente – quante volte l’ha sottolineato Before Chartres! – alla visione del Libro dell’Apocalisse.

Ma il primo studioso era dell’idea che i vari personaggi di questi grandi portali vengono arruolati senza una regola fissa; ed insomma sosteneva che i diversi protagonisti della visione di Giovanni – il Salvatore in Gloria, l’Agnello, gli angeli con le trombe, i Vegliardi che lodano il Trono, i “Viventi” che compongono il Tetramorfo e infine i giusti accompagnati al Paradiso e i dannati cacciati all’inferno – possono apparire tutti insieme, oppure una volta questi, una volta quelli, in base alle scelte dei committenti. L’altro studioso invece asseriva che no, tutti insieme i vari attori non appaiono mai, perché due, e ben differenti, sono le grandi scene della visione apocalittica raccontata da Giovanni: e solo nella prima (capp. 4-5) appaiono i Viventi e i ventiquattro Vegliardi in adorazione del Signore in trono; mentre solo nella seconda, molti capitoli più avanti, il Libro dell’Apocalisse racconta il Giudizio Finale, che prevede, davanti al Salvatore, la presenza dei defunti, giudicati come rei o dichiarati beati. E così come i due momenti dell’Ultimo Giorno sono separati nel testo di Giovanni – rimarcava il secondo studioso – anche i portali medievali riportano o questa o quella scena: o l’adorazione da parte di Vegliardi e Viventi, o il Giudizio finale con santi e dannati. “Adorazione” e “Giudizio finale”, asseriva quindi il secondo studioso, sono due temi diversi e non vengono mai mischiati tra loro dai teologi e dagli artisti medievali.

Per il primo studioso, quindi, i quattro grandi portali romanici di Autun, di Baulieu-sur-Dordogne, di Conques e di Moissac raccontavano lo stesso evento, cioè la “Seconda Venuta” del Salvatore, e differivano semplicemente per sottolineature di volta in volta diverse: più accentuato il tema del Giudizio sugli uomini nei portali di Autun e di Conques, “pieni” di beati e di dannati; più in evidenza invece, nei timpani di Moissac e Beaulieu, la gloria del Salvatore che torna. Per il secondo studioso invece alla base delle differenze tra i quattro grandi portali c’è una scelta di fondo: a Moissac l’artista avrebbe deciso di rappresentare la prima visione dell’Apocalisse – l'”adorazione dell’Eterno”, il Salvatore tra i Viventi e i Vegliardi -; al contrario, gli scultori di Autun, Conques e Beaulieu avrebbero scelto di rappresentare l’altra grande visione apocalittica, quella cioè del Giudizio finale che divide buoni e cattivi, beati e dannati.

Come detto, dopo lunghe discussioni i due studiosi si accordarono sulla domanda cruciale, rispondendo alla quale avrebbero risolto la questione in favore dell’una o dell’altra tesi: “Esiste, è stato scolpito un portale romanico in cui si vedano insieme sia i ventiquattro Vegliardi dell’Apocalisse, sia i santi e i dannati del Giudizio finale?”. E mentre il primo studioso, sicuro che gli artisti romanici abbiano preso dell’Apocalisse questo o quel tema, liberi di mescolarli, si preparava ad una ricerca che gli pareva anche semplice, il secondo insisteva pacifico: “Cerca pure… Trovalo, se c’è, un timpano romanico in cui si vedano i Vegliardi o i Viventi insieme ai santi e i dannati del Giudizio finale: io non ne ricordo nemmeno uno, e non credo che lo troverai”.

ArlesDettaglio

Arles: la processione dei beati verso il Cristo circondato dai Viventi

Ebbene: risulta che fin qui il primo studioso abbia trovato almeno cinque grandi portali in cui “convivono” le due diverse scene dell’adorazione dell’Eterno e del Giudizio Finale: sono quelli di Arles, di Ripoll, di Santiago di Compostela, per restare in ambito romanico, e quelli di Saint-Denis e di Amiens allargando l’indagine al gotico… E ciò nonostante, pur avendo trovato ciò che gli serviva, il primo studioso ha dovuto ammettere che la fusione piena dei due temi – una bella lunetta in cui convivano l’adorazione dell’Eterno e il Giudizio – forse non è stata mai scolpita. E quindi riconosce che la tesi del suo interlocutore non solo è filologicamente rigorosa, ma è anche ben incarnata nei principali portali del tempo romanico… perché là dove il Cristo è soprattutto giudice (Autun, Conques, Beaulieu) intorno al Lui, bisogna ammetterlo, non ci sono né i Viventi, né i Vegliardi; e al contrario, là dove, come a Moissac, i Viventi e i Vegliardi appaiono in primo piano, incarnando la visione “adorante”, effettivamente del Giudizio finale resta solo qualche traccia un po’ nascosta.

La disputa tra i due studiosi resta per ora aperta, e resta spazio per ulteriori verifiche. Comunque si concluda, qualcosa ha insegnato, sia sui portali romanici, sia sul Libro dell’Apocalisse.

P.S.: Un grazie sorridente a Carla Bianco, che con grande tatto ha costretto “il primo studioso” a questi ragionamenti. E che lo ha quasi convinto.

 

C’è un libro, un volumetto che è un magico percorso attraverso i dieci portali maggiori del tempo romanico, e il mutare della loro simbiologia: gli appunti di viaggio di Before Chartres sono anche su carta, e li trovi qui: DIECI grandi PORTALI ROMANICI.

Pubblicato in: Idee

3 pensieri su “Vegliardi e Viventi assenti al Giudizio?

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Mara Darchiashvili (da Fb):
    Those were beautiful, magnificent times, when Europe was a Christian land, when one Christianity dwelled on this civilized continent, and when one common interest joined the most distant provinces of this vast spiritual empire [Erano tempi belli, magnifici, quando l’Europa era terra cristiana, quando un cristianesimo abitava in questo continente civilizzato, e quando un interesse comune si univa alle province più lontane di questo vasto impero spirituale].

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  2. Paolo Salvi ha detto:

    Quest’estate ho avuto la saggia idea di fare una deviazione notturna dalla mia adorata Alvernia, nel basso Cantal, e scendere a Conques, a soli 32 km da dove mi trovavo.
    Una visione notturna meravigliosa quella dell’abbaziale di Conques, dove un abate generoso e appassionato ci mostrava illuminando con colori vividi il portale nella sua originaria conposizione.
    Magnifico il portale, sublime, coinvolgente la narrazione.
    Poi ci ha aperto le porte dell’abbazia e lasciati a fluire dalle navate al coro al mattino ad abbeverarci di magnificenza, mentre lui, generosamente, ci accompagnava suonando maestosamente l’organo.
    Ho ancora i brividi al pensiero di aver sfiorato con un dito il Paradiso.

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