Lena: la chiesa antica ora star del web

Per uno strano incantesimo tecnologico, una piccola cappella del IX secolo è forse oggi la chiesa più visitata di tutto il medioevo. All’interno di Santa Cristina de Lena, che pure i manuali di storia dell’arte normalmente ignorano, sono entrati quattro milioni e mezzo di visitatori… a cavallo di un drone. Spopola infatti nel web e nei social il video realizzato e proposto da Turismo Asturias, che permette di entrare, come in volo, dentro l’aula meravigliosa della chiesetta, e di visitarne l’interno in ogni angolo, come farebbe una mosca curiosa.

Santa Cristina de Lena, resa famosa così, in modalità digitale, è diventata un’icona. Per quattro milioni e mezzo di persone che in questo modo l’hanno visitata, è una meraviglia lontana. Poiché pochi l’avevano già vista di persona e pochissimi già la conoscevano, a molti quel video avrà lasciato dentro il dubbio di trovarsi addirittura a volare dentro una meravigliosa costruzione realizzata al computer. Ad aumentare lo spaesamento è la stessa chiesa: essa infatti è così bella, così perfetta, così coerente e unitaria, così armonicamente costruita e così magicamente medievale… che nemmeno un trailer dai migliori fantasy avrebbe saputo disegnare per noi un luogo di culto altomedievale più pieno di fascino e di suggestione.

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L’ingresso e la facciata, con il vestibolo

Per uscire dall’ambiguità, da questo circolo vizioso che dà lustro alla piccola cappella ma insieme la allontana in un mondo quasi irreale, occorre andare a Vega del Rey, sul rio Lena – siamo nelle Asturie, a meno di un’ora di distanza dalla capitale Oviedo – e salire la collina per l’erto sentiero che conduce a questo gioiello dell’architettura preromanica. C’è il tempo, mentre si sale a piedi, per resettare l’immagine “favolosa” che ci ha fornito la visita virtuale, e per predisporsi ad apprezzarla dal vero, come concreta e particolarissima realizzazione di un secolo preciso e di un preciso contesto artistico e architettonico.

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Uno scorcio dell’interno

Con la sua aula rettangolare voltata in pietra, a cui si aggiungono sui quattro lati altri volumi a loro volta rettangolari, con il vestibolo tipico di questa regione, con la parte orientale terminante con un’abside squadrata, con il suo apparato murario in blocchi forti e levigati, con le linee rette e gli spigoli all’esterno e i giochi di archeggiature negli interni, Santa Cristina si colloca perfettamente dentro il più vasto percorso del preromanico asturiano, che nei secoli precedenti al Mille lascia intorno ad Oviedo una ricca e particolarissima produzione. E in questo percorso del preromanico asturiano (che Before Chartres ha riassunto in un altro articolo) Santa Cristina è sicuramente una delle gemme più preziose. L’interno è strepitoso, per il calore della pietra, la precisa e fluida distinzione degli spazi, la suggestione del chiaroscuro, i saliscendi affascinanti; ed è reso inconfondibile da quella particolarissima iconostasi in pietra “a schiena di cammello”, che insieme alla curva della volta addolcisce, in Santa Cristina, il gioco lineare degli incroci tipico dello stile della regione.

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L’interno con l’iconostasi

 

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La pianta

In questo contesto e in questo percorso, la chiesa di Vega del Rey, che fu probabilmente un luogo di culto al servizio di un monastero locale, dialoga però direttamente con un altro splendido edificio, altrettanto particolare, e cioè con Santa Maria del Naranco. Pur nelle dimensioni molto più ridotte, Santa Cristina ripropone la stessa volta in pietra segnata in settori da costoloni paralleli, che sono sostenuti sulle pareti da pilastri, capitelli e medaglioni quasi identici a quelli della chiesa-palazzo del Monte Naranco. Così simile è l’attenzione e la gestione degli snodi strutturali, e così stretto è il parallelo tra Santa Cristina e Santa Maria del Naranco – entrambi gli edifici furono costruiti nel IX secolo, e Santa Cristina si data con precisione alla metà del secolo stesso – che molti commentatori ipotizzano che ad edificarli entrambi siano stati lo stesso architetto e la stessa squadra di costruttori. Dapprima, secondo alcuni, questo capomastro di genio avrebbe realizzato la piccola chiesa sulla collina; e subito dopo, proprio per la genialità dimostrata in quest’opera originale e vigorosa, sarebbe stato chiamato a Oviedo da re Ramiro I, per realizzare il suo palazzo di caccia, poi divenuto chiesa, sul monte Naranco.

Come la grande Santa Maria, che ancora domina la capitale asturiana, anche Santa Cristina è indimenticabile. E mentre la prima oggi contrappone le sue linee quasi classiche al moderno skyline della città, così sulla collina di Vega del Rey anche la piccola cappella di Santa Cristina intesse un proprio rapporto, complesso assai, con la modernità fatta di droni e di video virali. Obiettivo: diventare sì sempre più famosa nel mondo, come un’icona dei secoli più affascinanti, ma senza trasformarsi in un sogno di quelli che nascono e si spengono nel web, con milioni di visitatori digitali che però si contentano di un filmato girato col drone, o realizzato con la tecnologia virtuale in 3D.

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La parte absidale

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La chiesa di Santa Cristina è piena di fascino anche per la sua collocazione isolata. Ma il tempo romanico è ricco di chiese collocate, come questa, ai confini del cielo. Belle come Santa Cristina, e come Santa Cristina inerpicate in cima ai monti, o comunque lontane, difficilmente raggiungibili, altre dodici splendide chiese stanno nel volumetto che Before Chartres ha dedicato – finalmente “in carta” – ai più spettacolari nidi d’aquila del romanico. Lo trovi qui: DODICI CHIESE isolate DEL TEMPO ROMANICO

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11 pensieri su “Lena: la chiesa antica ora star del web

  1. Marco

    Un piccolo commento tecnico: da quello che vedo il video non è realizzato con un drone, ma è una ricostruzione 3D fatta in fotogrammetria. Anche il movimento della camera è un po’ innaturale.

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    1. Credo che il problema non sia tanto ottenere i permessi per delle riprese “private”, ma piuttosto convincere le autorità competenti a finanziare e fare proprio un progetto di promozione fatto utilizzando le più recenti tecnologie. Mi pare che in Italia si dia per scontato che comunque i turisti arrivano, che comunque i visitatori verranno… mentre altrove devono un po’ sforzarsi di inventare il modo per promuovere il patrimonio artistico locale, anche con scelte coraggiose. Sbaglio?

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      1. Andrea Rui (da Fb):
        Ho un canale YouTube dove racconto la storia di Milano, tutto volontariato, quando ho cercato la collaborazione di Enti Pubblici o sponsor è stato un disastro. Una volta mi chiedevano spaccati di chiese e palazzi, oggi non interessano a nessuno. Purtroppo è la realtà…

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