Il romanico DOC dell’alta Castiglia

La regione spagnola che va sotto il nome di Castiglia è vastissima: per questo sarebbe impensabile visitarla tutta in pochi giorni e costringerla all’interno di un unico itinerario. Quanto ai nostri specifici interessi, la Castiglia è ricchissima di chiese del tempo romanico: si dice che la città di Zamora, da sola, ne contenga più di venti, mentre è sterminato il catalogo di siti e opere romaniche della zona di Palencia – il “románico palentino” -, e altrettanto interessanti e straripanti sono le terre di León, di Zamora, di Burgos, di Soria…

Le ventidue mete dell’itinerario nella “Castiglia alta”

Fatte queste due premesse, Before Chartres tenta in questo articolo, dopo aver battuto l’intera regione, di delimitare un’area coerente, che sia possibile visitare con soddisfazione in una settimana. Abbiamo scelto come campo base la città di Aguilar de Campóo, per muoverci poi tutto all’intorno; e teniamo come confine a nord l’Atlantico – inserendo quindi nell’itinerario la piccola regione costiera della Cantabria -, a sud la linea ideale che passa per Palencia – lasciando Soria e Silos ad un viaggio che abbia per centro Madrid -, e ad est i territori di Navarra e Aragona, che possono essere visitati con un altro itinerario; ad ovest, infine ci fermeremo a León, lasciando quindi fuori da questo viaggio Oviedo e le Asturie, con il loro patrimonio di monumenti in gran parte preromanici.

Si noti: cerchiamo di elencare, in questo itinerario, le più grandi eccellenze della regione appena delimitata. Anche in questo territorio ristretto, che potremmo definire come “Castiglia alta”, le chiese romaniche sono decine e decine: nulla vieta che si devii ogni volta che la puntuale segnaletica stradale color fucsia indica la presenza di un monumento romanico; e però è necessario fare una selezione e individuare quelli – noi qui ne raduniamo ventidue – che per la loro sorprendente bellezza diventano gli obiettivi irrinunciabili del nostro girovagar per chiese.

Leon, la “facciata” di San Isidoro con i due portali
Frómista, la chiesa di San Martin

In un territorio fatto in gran parte da piane agricole smisurate, o da aree increspate di rilievi anche questi radamente popolati, tre sole, tra le chiese che visiteremo, possono dirsi urbane: le citiamo per prime perché i nuclei  che le ospitano, posti ai limiti estremi del territorio che intendiamo mappare, aiutano ulteriormente a delimitarlo. All’estremo occidente andremo a León, antica capitale: qui la collegiata di Sant’Isidoro si propone con la sua possanza, con i suoi due portali scolpiti e con gli splendidi affreschi del Panteón de los Reyes. La seconda cittadina sta a nord, a pochi passi dell’Atlantico: è Santillana del Mar, e propone la propria collegiata, che è quasi un palazzo, e il chiostro dalle colonne pesanti. A sud ci fermeremo una volta giunti nella piccola cittadina di Frómista: qui la chiesa, dedicata a san Martino, si propone come realizzazione perfetta – anche se frutto di un non indifferente lavoro di ripristino – dell’architettura religiosa romanica, ulteriormente arricchita da una serie di pregevolissimi capitelli.

Moarves de Ojeda, la facciata con il portale e il “fregio”

E prima di addentrarci in un lungo giro per chiese romaniche bellissime, ma da qui in poi isolate in campagna o in altura, o al più circondate da un poco di case, passiamo per Carrión de los Condes e per Moarves de Ojeda per ammirare i due fregi gemelli con il Cristo circondato dagli apostoli e, sotto i due fregi, due notevoli portali, quello di Carrion prezioso nell’archivolto, e quello di Moarves bellissimo nel capitelli.

Poi le chiese. E di nuovo l’avvertenza: il romanico palentino ne offre al visitatore davvero tantissime; dieci sono, negli appunti di Before Chartres, quelle che vanno viste assolutamente, e sono tutte pressocché isolate, deliziosamente isolate.

L’abbaziale di Piasca

Cominciamo dall’abbaziale di Piasca, in quota, sui monti della Cantabria, che è davvero un luogo notevole dal punto di vista naturalistico: qui la scultura romanica ha toccato uno dei suoi vertici con la decorazione dei portali, dei capitelli e delle gronde. A Cervatos, nella bella chiesa dedicata a San Pedro, a sorprendere sono le numerosissime sculture di carattere esplicito che, dall’alto dei canecillos, fan da contraltare alla fine lunetta del portale di ingresso, decorata all’orientale. A Castañeda la grande chiesa presenta una struttura complessa e abbassata, e un interno notevole per le molte decorazioni. Interessantissima per l’equilibrio della costruzione e per la ricchezza dei decori è la chiesa abbaziale di San Pedro de Tejada. Quella di Nuestra Señora del Valle a Rodilla si erge pulita in un incantevole e ombroso contesto ai piedi dei monti, mentre quella di Soto de Bureba, ben più rude, sembra invece un piccolo castello sopra un colle, ed è adornata però dalle fantasmagoriche sculture del portale. Splendide nel loro isolamento, e ugualmente sorprendenti per la particolare decorazione scultorea, sono la piccola chiesa, poco più di un romitaggio, di San Pantaleón de Losa, costruita nel nulla su un possente sperone di roccia, con il suo portale misterioso, e quella, altrettanto minuta, di Santa Cecilia a Vallespinoso, non lontana da Aguilar de Campóo, con il suo bel fregio ai lati del portale di ingresso. Vicinissime tra loro, nella zona nordorientale del nostro itinerario, sono infine le chiese di Santa María a Siones, pregevole in particolar modo per le decorazioni presenti nel presbiterio, e quella di San Lorenzo a Vallejo de Mena, dove a sorprendere sono il portale e le decorazioni nella parte absidale.

San Pedro de Tejada
Il capitello di Erode ad Aguilar de Campóo

Due chiese in apparenza prive di interesse, quella di Colmenares e quella di Calahorra, vanno però visitate perché custodiscono le più belle pile battesimali di tutta la Castiglia. In cerca di capitelli di grandissimo valore andremo a Rebolledo de la Torre, dove incontreremo l’avaro e la sua morte, e dove tutto il portico della chiesa si propone come interessantissimo esempio delle tante chiese romaniche castigliane affiancate da un porticato; saliremo poi nella chiesa tarda di Santa Cecilia ad Aguilar de Campóo per vedere il bellissimo pezzo dedicato ad Erode e alla strage degli Innocenti; a San Juan de Ortega potremo vedere il bellissimo capitello della Natività, che si illumina del sorriso di Maria/Monna Lisa; e infine nella chiesa di Retortillo potremo ammirare i due capitelli della guerra e della pace; ma dovremo avere molta fortuna, perché la chiesa è quasi sempre chiusa.

A proposito di chiese inaccessibili – e questa è la sfida finale che può portare a ventidue le tappe del nostro itinerario – i “cercatori di romanico” davvero in gamba riusciranno a visitare anche la chiesa abbaziale di San Quirce de Hontoria: decorata all’esterno e all’interno da sculture dallo stile rude e popolare, è custodita da privati in uno spazio non liberamente accessibile.

Il fonte battesimale di Colmenares
Il capitello “dell’avaro” a Rebolledo

Una piccola nota finale, che ci giustifica ulteriormente per il fatto di aver compiuto scelte anche drastiche: la Castiglia alta, lo dicevamo, è terra densissimamente popolata da chiese romaniche, moltissime delle quali sorgono isolate o al centro di un villaggio rurale. Il romanico diffuso di queste terre, quindi, non sempre presenta opere di primissimo livello: al contrario, l’architettura e la scultura in queste chiese sono spessissimo popolari, in molti casi fortemente segnate dal degrado del tempo e dal susseguirsi di interventi successivi; ancora, molte delle realizzazioni che vanno sotto la dizione di romanico “palentino”, o “castigliano”, sono realizzate parecchio avanti nel XII secolo: accade quindi che qui l’architettura e ancor più la scultura risentano in molti casi dell’avanzare dell’iconoclastia cistercense, e subiscano l’influenza del gotico che al di là dei Pirenei all’alba del Duecento è già imperante. Scegliere è quindi opportuno, ed è opportuno preparare bene il viaggio – ricordando, tra l’altro, che generalmente le chiese sono chiuse il lunedì, e nei pomeriggi, tra le 14.00 e le 17.00 -; ed è buona cosa proporsi di vedere le realizzazioni romaniche più riuscite, resistendo alle sirene delle guide e dei siti del turismo locale, ed evitando il rischio di un’abbuffata di pietre medievali che potrebbe risultare, alla fine, quasi stucchevole.

P.S.: Before Chartres predica bene ma, ovviamente, poiché è di natura bulimico, nel suo viaggio in Castiglia è andato su è giù per tutta la regione – da Bilbao a Zamora, da Avila a Soria a Oviedo… senza limitarsi alla zona circoscritta in questo itinerario; e in più, disobbediente ai consigli saggi, si è fermato ad ogni cartello fucsia, per vedere tutto quello che poteva. Pubblicherà, senza dubbio alcuno, anche gli appunti presi visitando le chiese “minori” di questa regione strepitosa, ciascuna delle quali ha lasciato un bellissimo ricordo e… decine di fotografie.

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Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? C’è un itinerario che, organizzato su una settimana, tocca i luoghi e le realizzazioni più affascinanti: è diventato un volumetto, che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

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All’Alvernia, regione antica della Francia centrale, è dedicato uno splendido volumetto. Raccoglie tutti insieme i numerosi articoli che il blog Before Chartres ha dedicato ad una terra magica, ricca di grandi architetture absidali e di bellissimi capitelli, e si intitola LE NOVE PERLE (e le altre meraviglie) DELL’ALVERNIA ROMANICA.

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L’eredità longobarda, il fascino del mondo greco bizantino, l’Islam e la dominazione normanna si fondono in Puglia, nel medioevo, fino a dar vita al fiorire delle meravigliose cattedrali romaniche. Before Chartres ti accompagna in un viaggio da Monte Sant’Angelo ad Otranto, per comprendere e gustare questa regione spettacolare e i suoi capolavoriLE CATTEDRALI e gli altri gioielli DELLA PUGLIA ROMANICA.

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6 pensieri su “Il romanico DOC dell’alta Castiglia

  1. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Una preziosissima antologia del meglio del romanico della Castiglia del Nord e del Leon che sono certamente un’ottima base per un itinerario in quelle regioni, con i riferimenti dei volumi della Zodiaque (Castiglia, Leon) e della Jaca Book (Castiglia del Nord).

    Hai scelto i capisaldi necessari ad un tour di una sola settimana, come tuo solito, e sono tutti davvero affascinanti, assolutamente “imperdibili”.

    Ora devo solo decidere quando e cosa aggiungere al tuo itinerario, considerato che avrò almeno due settimane.

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