Asturie: terra delle chiese senz’abside

E’ un viaggio ostico, quello nel romanico delle Asturie: darà piena soddisfazione solo a chi è pronto ad affrontare un tempo lontano e uno stile arcaico – non a caso definito “preromanico” – che però affascina, realtà assolutamente peculiare in cui spiccano poi perle di livello assoluto.

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San Miguel de Lillo

La fiera famiglia del “preromanico asturiano” comprende una serie di chiese strettamente legate da diversi elementi di congiunzione. C’è una collocazione geografica precisa: siamo infatti nelle Asturie, antico nobile regno con capitale Oviedo, nel nord della Spagna, affacciato sul mare, tra Cantabria e Galizia. C’è poi uno tempo preciso, poiché il pre-romanico asturiano si sviluppa, costruendo le sue chiese particolari, nei secoli del Medioevo alto, indicativamente l’VIII e il X; parliamo di un’epoca in cui la Spagna ancora non era uno stato unitario, e molta parte della penisola iberica era dominata dall’Islam, e le Asturie erano – semplificando fino all’osso – una enclave cristiana, il cui primo problema era resistere alle pressioni (e alle scorribande) dei musulmani.

C’è infine uno stile preciso, un linguaggio che unisce le chiese asturiane di questa famiglia, le quali affascinano proprio perché legate da queste inconfondibili modalità costruttive. Schematizzando anche qui fino all’eccesso, tre sono i canoni del preromanico asturiano.

Il primo: la chiesa ha una navata o un’aula longitudinale, come le contemporanee basiliche altomedievali d’Italia o di Francia; ma a questa si aggiungono locali e volumi ulteriori; questo assommarsi di vani – oltre al nartece, altri spazi per usi liturgici peculiari – rendono la pianta più complessa, fatta di rettangoli che si incrociano, tanto che la si potrebbe dire più simile a quella di un palazzo che a quella di una basilica. All’esterno, la chiesa mostra di conseguenza una gradevole complessità di volumi addossati, più alti, più bassi, sempre però lineari e squadrati, e in equilibrio e in piacevole rapporto gli uni con gli altri.

Il secondo canone è l’assenza della linea curva dell’abside. Essa, quando c’è, è interna, e la sua curvatura è quindi visibile dalla navata; ma all’esterno, se c’è, è nascosta da una parete continua. Assenti tiburi e cupole, ma assente soprattutto l’abside, l’architettura preromanica asturiana – di nuovo – è fatta di linee rette incrociate, sopra le quali si inseriscono gli spioventi, anche questi lineari, delle coperture. Solo ai portali e alle finestre è riservato l’uso dell’arco.

E proprio sull’arco va ad incidere la terza “legge” del preromanico asturiano, secondo la quale l’arco utilizzato – per i portali, per i colonnati interni, per le finestre – è spesso quello “a ferro di cavallo”, di derivazione mozarabica.

Poiché non è semplicissimo pianificare “da lontano” un corretto itinerario, chi voglia vedere il meglio del preromanico asturiano può affidarsi al seguente percorso fatto di nove tappe – lasciando il resto – e visitandole nell’ordine.

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San Salvador a Valdedios

La premessa è San Pedro de la Nave, che è distante nello spazio – siamo ancora fuori dai confini delle Asturie – ma costituisce l’inevitabile punto di partenza di questo itinerario nell’arte preromanica dell’alta-Spagna. Si visitino poi tre chiese minori ma suggestive: prima San Salvador de Priesca e Santiago de Gobiendes e ancora, oltrepassata Oviedo, la chiesa di Santianes de Pravia. E’ già poi il tempo di vedere, in Oviedo, il meraviglioso “Santullano”, ossia San Julián de los Prados, ricco di affreschi particolarissimi. In città si salga al Monte Naranco – in realtà un colle nella piena periferia urbana – e si visiti San Miguel de Lillo, mutila, ma interessantissima.

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San Julian de los Prados, il “Santullano”

AsturieItinerarioDa qui in poi tre capolavori assoluti: splendida e particolarissima nella sua storia è l’attigua Santa Maria del Naranco, palazzo reale trasformato in chiesa; vicinissima per stile a quest’ultima, per l’uso della volta a coprire l’interno, è la piccola Santa Cristina de Lena, suggestiva nella sua collocazione isolata, così bella da sembrare addirittura realizzata ex novo per un film fantasy; il viaggio termina con la chiesa di San Salvador de Valdediós, una delle più belle e tarde, esempio già perfettamente sviluppato, posata su un prato verde dentro un più vasto e suggestivo complesso monumentale religioso.

Le Asturie – con Oviedo come capitale antica e insieme moderna – non deludono: ardite, unitarie, particolari, offrono a chi vi giunge preparato un viaggio nel medioevo più “alto”, spigoloso ma coerente e intenso.

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Santa Cristina de Lena

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17 pensieri su “Asturie: terra delle chiese senz’abside

  1. Paolo Salvi

    Ancora una perla! Sei qui che ti trovi a leggere questi tuoi post ricchi di analisi suggestive e avresti voglia di fare le valigie e partire immediatamente per la Asturie, come per la Provenza, per l’Alvernia o la Catalogna francese e spagnola, per la Normandia oppure nel nostro Abruzzo. Alcuni viaggi li ho già fatti e ripetuti, ma la lettura del tuo blog mi fa venire voglia di ritornarci, perché mi sembra sempre di essermi perso qualche cosa. Mi manca ancora tutta la Spagna e prima o poi ci andrò, sempre con i tuoi riferimenti in tasca. Grazie.

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  2. Osiris Pérez Argüelles (da Fb):
    San Salvador de Priesca, Santiago de Gobiendes, Santianes de Pravia, “El Conventín” de San Salvador de Valdediós, Santullano o San Julián de los Prados, San Miguel de Liño, Santa María del Naranco, Santa Cristina de Lena… El arte prerrománico o asturiano tiene unos ejemplos únicos, producto de los particulares orígenes del reino asturiano, fruto de la idiosincrasia pero también del sincretismo arquitectónico y vinculados a la concepción del poder político regio del Asturorum Regnum.

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  3. Giorgio Bertuccio

    Per trenta e passa anni sono andato tutte le estati in vacanza a Ribadesella nelle Asturie, molte di queste chiese le ho visitate più volte. Bellissime.
    È bellissima anche la regione, mare montagne campagna cibo, ma da quando hanno costruito l’autostrada tutto sta cambiando…

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  4. Giovanna D’Andrea (da Fb):
    Visto che nella zona dell’Asturia questo tipologia di chiese si ripete, esistevano per caso motivazioni culturali per non voler apparire quello che si è? Esistevano forme persecutorie??? …anche se non ricordo cose di questo tipo!!! Illuminatemi, grazie!!!

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    1. Direi di no, non ci sono ragioni di camuffamento nell’assenza dell’abside all’esterno delle chiese asturiane. Piuttosto credo che influiscono le modalità di costruzione degli edifici laici. All’interno l’abside comunque è utilizzata.

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