Davide a Jaca, un concerto per l’anima

JacaDavideCapitello5Davide, il grande re d’Israele, suona per la tua anima. Tu puoi guardarlo, mentre circondato dai musici fa cantare la sua cetra, e puoi anche sorridere; ma sei povero, se non comprendi, se non scendi dietro l’apparenza. Sul capitello di Davide, il “Maestro di Jaca” non scolpì un concerto di corte, ma la sinfonia della tua possibile salvezza.

Non faticherai a lasciarti sorprendere dalla grande bellezza di questo pezzo: sulle tre facce del capitello, poggiato al muro sotto la loggia esterna della Cattedrale, ben undici figure circondano Davide, ciascuna con il proprio strumento. Il re siede al centro del lato principale del rilievo, un violino d’altri tempi fra le mani; due musici ai lati del re lo seguono con altri strumenti a corde; ma poi, sulle facce laterali del capitello altre nove figure riempiono lo spazio, e i corpi si intrecciano come il suono degli strumenti a fiato e a corda. Davvero il capitello si trasforma in un palco, e intorno a Davide sembra esibirsi un’intera orchestra.

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Il gruppo del capitello “ridisegnato” da romanicoaragone.com

Ma perché il re Davide suona? E per chi? All’inizio, come racconta il primo Libro di Samuele (16, 14-23), il giovane Davide, prima ancora di sconfiggere Golia, e prima ancora di cingere la corona, suonò per il suo predecessore, il re Saul, il quale, disobbediente, era caduto in disgrazia agli occhi del Dio di Israele. Per questo,

lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore. Allora i servi di Saul gli dissero: «Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti turba. Comandi il signor nostro ai ministri che gli stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra e ti sentirai meglio». Saul rispose ai ministri: «Ebbene cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». Rispose uno dei giovani: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse il Betlemmita: egli sa suonare (…) Davide giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. (…) Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.

Il giovane Davide “suona bene”, e per questo è entrato a palazzo, dove troverà fortuna; ma in verità, la cetra del giovane Davide ha il potere di esorcizzare le ansie e le paure del re; caccia dalla sua anima, quando si presenta, il sovrumano spirito cattivo che lo turba e lo atterrisce.

Per secoli, poi, scolpito sul capitello di Jaca, il giovane Davide ha continuato a suonare, circondato dal suo meraviglioso concerto di musici, come puoi vedere. La corona sulla testa non lascia dubbi: è diventato re, e non si esibisce più per Saul, morto da tempo in battaglia. Per chi suona? Suona per la tua anima, per l’anima di ciascuno di noi; e lo fa per allontanare gli spiriti cattivi e sovrumani che entrano nel cuore di tutti coloro che, come aveva fatto Saul, si allontanano dal Signore.

Ne dubiti? Sorridi? La collocazione del capitello non aiuta. Posto da molto tempo in un angolo della loggia esterna della Cattedrale, fatica a dimostrare la propria funzione salvifica; e puoi ancora pensare che rappresenti un semplice concerto di corte, e un re che si bea con i musici compagni, e una cetra ormai libera dal ruolo di “esorcista”. Ma immaginalo nel luogo preciso per cui è stato scolpito, e cioè il centro del portale, il culmine della colonna che divideva in due il varco d’accesso alla cattedrale. E allora tutto torna: per voi che come Saul siete lontani dal Signore, suona la cetra di Davide; da voi, come dall’animo di Saul, il canto di Davide allontana ogni spirito cattivo e sovrumano; a voi, che entrate nel luogo santo, accogliendovi dal centro dell’ingresso la sinfonia della possibile salvezza dia la pace che venite a cercare, nella Chiesa del Signore.

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I tre lati del capitello originale, ora conservato nel Museo diocesano di Jaca

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Il notevolissimo capitello di “Davide e i suoi musici” si trova a Jaca, nell’Aragona settentrionale, la terra che incontri passando i Pirenei a metà della loro lunga ronda sul confine. Insieme ad altri cinque capitelli, provenienti probabilmente dal chiostro romanico, a lungo ha retto una delle logge esterne della Cattedrale, realizzata nel medioevo avanzato; da qualche anno, il capitello originale è custodito nel Museo diocesano (che lo presenta così), e sotto la loggia è sostituito da una copia fedele.

Il capitello di Davide fu scolpito, però, per il portale principale della chiesa, dove aveva la funzione di sostenere, al centro dell’ingresso, la lunetta decorata: il racconto e la dimostrazione di questa tesi sono magistralmente documentati nel sito www.romanicoaragones.com, che propone anche una completa disamina dell’iconografia del capitello (e da cui Before Chartres ha estrapolato concetti e immagini, per questo articolo).

Jaca conserva altri capitelli di grandissimo valore artistico, attribuiti per convenzione al “Maestro di Jaca”: un altro dei sei sotto la loggia rappresenta Sisto II in dialogo con san Lorenzo; e molto belli sono quelli che rappresentano Balaam e la sua asina, il sacrificio di Isacco, Mosè e Aronne, l’assassinio di Abele da parte di Caino. Si tratta di opere “alte”, datate al finire dell’XI secolo, di grande valore plastico e collegabili, per le reminiscenze romane, alla produzione scultorea di Leon e di Tolosa.

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La “loggia” esterna con i capitelli (foto: PMRMaeyaert)

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C’è anche questo pezzo notevolissimo, nel volumetto sui capitelli romanici che Before Chartres propone, finalmente “in carta”, ai suoi lettori più fedeli. E ce ne sono altri undici – anzi, per la verità ce ne sono altri tredici – che hanno la pretesa di essere altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI

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Le storie della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

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11 pensieri su “Davide a Jaca, un concerto per l’anima

  1. Paola Ceccacci Piazza (da Fb):
    Nei capitelli i “compagnons du devoir” raccontavano con grande maestria, gusto, abilità e divertimento” storie bibliche e del Vangelo infilandoci a volte delle storie della loro vita e anche burle verso i loro compagnons o verso qualcuno da sbeffeggiare…

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  2. Rita Rot (da Fb):
    Non avrei mai potuto apprezzare questo meraviglioso capitello senza il tuo “racconto” (tuo o vostro, non so mai come rivolgermi a Before Chartres)… Grazie ad esso imparo brani della Bibbia che sinceramente non ho mai letto! GRAZIE!!!!!!❤

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  3. Rosi Lesto (da Fb):
    “Al centro del portale e divideva in due parti l’ingresso della chiesa” come nella cattedrale di Santiago di Compostela? (Una altissima colonna divide in due parti il portale di accesso alla navata della chiesa). Qual era il lato da cui si entrava (Nel tempo romanico) in chiesa? Davide è rivolto a destra. Forse si entrava da sinistra? E uscendo da destra la salvezza era compiuta. O Davide accoglieva l’ingresso a dx. Grazie per le risposte. Avrei voluto vedere una foto dell’interno (Il capitello dialoga con l’interno della chiesa: cadenze ritmiche e musicali della pietra delle architetture che la compongono; orientamento ai solstizi o agli equinozi della cattedrale, piccole sculture sparse al suo interno, etc).

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    1. Poni interessantissime questioni, Rosi, che possiamo provare ad approfondire con l’aiuto di chi ha competenza. Io per prima cosa ti suggerisco di leggere le pagine di romanicoaragones.com, il bellissimo sito da cui Before Chartres si lascia guidare quando si parla delle meraviglie romaniche di Aragona: trovi il link nell’articolo qui sopra.

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  4. Arianna Borghese (da Fb):
    Splendido!!! Sto salvando per ricavarne un fascicolo. Per quanto queste immagini ce le abbia già da perlomeno un paio di libri… Esaustiva la storia, racchiusa in quello che di solito si trova in piu’ libri. Proprio bello!!!

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  5. Lo strumento usato da re Davide non è una cetra, ma un rebab, strumento ad arco arabo tenuto, come è l’uso orientale, sulle ginocchia. Da quello strumento derivò la ribeca, che in area cristiana passò dalle ginocchia alla spalla del suonatore, divenendo così l’antenato diretto del violino.

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