Battistero e pieve, amanti ad Arsago

Potente e ruvidamente armonioso, il battistero è il vero cuore romanico di Arsago Seprio. Certo: pieno di fascino è lo spettacolo offerto dall’intero complesso, dove all’edificio battesimale si associa la chiesa di San Vittore, con le sue absidi che richiamano il romanico dell’alta Francia, e con l’inconfondibile campanile che sembra una torcia accesa, sulla cui sommità le campane a cielo aperto fanno come una strana fiamma. Però è il battistero ad affascinare chi cerca gli angoli e le strutture che ancora emanano l’odore acre dell’età romanica.

La basilica e il battistero (foto: Kyllwtr)

E’ bello all’esterno, il battistero, perché con la sua mole, posto vicinissima alla facciata, sembra fare tutt’uno con l’intera basilica, anche se a questa non è collegato, come accadeva ad esempio ad Aquileia e a Torcello, da un portico o comunque da un camminamento coperto. E’ bello perché i suoi conci grossi sono diversi da quelli che furono usati per la chiesa; e però la coerenza tra i due edifici, coevi e realizzati dallo stesso cantiere – gli storici dell’arte dicono che questo avvenne nei primi decenni del XII secolo – si sente tutta proprio nel dialogo tra le due murature: “Identica appare subito la sensibilità architettonica – spiega Sandro Chierici – di chi costruì questo edificio e di chi curò la costruzione della basilica; lo stesso gusto per la massa compatta e potente, la stessa predilezione per la muratura piena e in vista”. E’ bello fuori, poi, il battistero di Arsago Seprio, perché il suo dialogo con la chiesa a cui è affiliato ci ricorda le tante altre chiese battesimali, molte delle quali notevoli proprio per il supplemento di fascino che deriva loro da questo dialogo: si immagina facilmente, infatti, il fermento che doveva avere la comunità viva, intorno a queste chiese, nei secoli del medioevo; e il loro ruolo di punto di riferimento per i fedeli dell’area vasta, incentrato proprio sulla presenza di un battistero, le rende più nobili, speciali tra le altre. Poco importa, in questa visione che ad occhi socchiusi ci porta indietro nel tempo, se il battistero stava, come avviene qui, davanti alla facciata, o piuttosto nella più consueta posizione laterale – come accade a Lomello, a Galliano, ad Agliate, a Vigolo Marchese, per citare alcuni esempi altrettanto importanti -; conta invece che questa particolare costruzione dedicata ai riti del battesimo, caratterizzata dalla pianta centrale, finisce comunque per arricchire il complesso di cui fa parte perché propone un gioco di rimandi e di confronti, in cui alla basilica sviluppata per via longitudinale risponde un edificio che invece si iscrive tutto nel giro di un cerchio, e spesso nel rincorrersi di più forme rotonde.

Sono questi i motivi – e nel gruppo monumentale di Arsago Seprio sono evidenti – per cui forse chi ama il romanico preferisce il battistero, caratterizzato da un confronto e un rapporto inevitabili con la struttura basilicale vicina, alla semplice chiesa che presenti la stessa pianta circolare ma sia isolata e sola, come Almenno San Bartolomeo, come San Lorenzo a Mantova -: in questi edifici a se stanti il romanico un poco si indebolisce, costretto a rinunciare alla tensione che gli è tipica tra rette e curve, tra direzioni di sviluppo differenti; nei battisteri, invece, fortemente segnati dal rapporto con la pieve, tutto torna ad essere complesso com’è complesso il romanico.

Il “matroneo” (foto: Rodella/Jaca Book)

All’interno, dicevamo, il battistero di Arsago Seprio è spettacolare. In primo luogo è grande: dentro si comprende bene come il battistero – questo come altri – abbia una sua dimensione imponente, e si nota che, pur se contenuto nella pianta centrale, è spesso più alto della stessa vicina pieve. In secondo luogo, l’interno del battistero della chiesa di San Vittore mostra un’articolazione di volumi perfetta, dentro la quale, pur se rinfrescato dai recenti restauri, un doppio giro di arcate sovrapposte crea un bellissimo “matroneo”, e regge poi, in alto, il concavo volume vuoto della cupola, traforato da un giro di finestrelle dalle forme differenti. Tutti gli elementi delle murature, le colonne, i capitelli sbozzati, gli archi, le cornici, i semplici decori mostrano una arcaica eleganza. Si sente pulsare forte il gusto romanico per il rincorrersi degli archi e delle linee, per il contrasto tra il pieno e il vuoto. Si respira il rifiuto della simmetria perfetta e silente, al posto della quale si impone nel tempo romanico, proprio come qui ad Arsago Seprio, la ricerca della soluzione nuova dentro il modello antico, dell’originalità espressiva che è valore indispensabile pur nella riproposizione di uno schema definito e più volte realizzato.

Uno scorcio dell’interno in una bella foto di Francesco Sala, dalla Pagina Fb Itinerari artistici del Medioevo

La terra alta tra Milano e i Laghi è una delle culle, se non la vera culla, dell’architettura romanica. Da qui i “maestri comacini” portarono i segreti della loro laboriosa abilità costruttiva un po’ dovunque in Europa. Un itinerario in dieci tappe racconta le loro realizzazioni più preziose – da Arsago Seprio ad Almenno San Bartolomeo, da Gravedona a Galliano a Civate – e lo spirito, i colori, i materiali, i modi e i vezzi che hanno lasciato nelle loro terre d’origine: DIECI PERLE romaniche TRA MILANO E I LAGHI

6 pensieri su “Battistero e pieve, amanti ad Arsago

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Carlo Crisanti (da Fb):
    Non condivido il fatto che le chiese a pianta centrale siano meno interessanti dei battisteri. Mi pare al contrario che ci siano alcuni esempi – che sono citati nello stesso articolo – che sono notevoli realizzazioni dell’architettura romanica. E mi pare che siano belli proprio nella loro solitudine.

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  2. Paolo Salvi ha detto:

    Stupendo edificio quello di Arsago Seprio, che affascina anche per il dualismo con la chiesa tipicamente d’impianto basilicale, come in diversi esempi padani.
    Forse è proprio questo poter godere di due forme dialoganti che rende particolarmente piacevole visitare questi luoghi, Arsago Seprio, Lomello, Agliate, Lenno ecc… ma devo dire che anche la rarità, oserei dire l’unicità, di alcune chiese a pianta centrale ha un suo notevole fascino e gli esempi che ricordi, ai quali aggiungo il “mio” Duomo Vecchio di Brescia (sono stato battezzato proprio lì 57 anni fa) avvalorano questa mia ipotesi.
    Devo peraltro aggiungere, altra nota personale, faccio ammenda pubblicamente, che ad Arsago Seprio ancora non sono stato, e me ne dolgo sommamente.

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  3. Giulio Giuliani ha detto:

    Rosello Biondi (da Fb):
    Per andare fuori tema, devo dirvi che ad agosto scorso a Cascia di Reggello, nella Pieve di S. Pietro, abbiamo incontrato un signore, perfetto sconosciuto, che ci ha parlato per mezzora dei richiami massonici e templari nascosti nelle decorazioni, il numero di finestre, le colonne, i percorsi del sole. Con una semplicità affascinante.
    Non era una guida. Discorsi da approfondire.
    Grazie, e continuate a cercare questi gioielli persi.
    Ogni vostro articolo è sempre un piacere.

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  4. Giulio Giuliani ha detto:

    Aldo Valentini (da Fb):
    Veramente affascinante più di tanti altri, stupendo sia l’interno che l’esterno. Anche quando non avevo ancora questa passione, passandogli vicino per lavoro mi attraeva magneticamente. Chissà forse e stato questo battistero ha svilupparmi maieuticamente questo interesse.

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