I dodici chiostri più belli, a memoria

Test per l’appassionato di medioevo in relax, cioè per me: tracciare – a memoria! – la mappa dei chiostri romanici più affascinanti, più preziosi, quelli in cui ti perdi a guardare i dettagli, i volti, le figure mostruose, e ti fermi ad ogni passo per tentare di interpretare una scena, per poi immortalarla con uno scatto; farne un elenco; ordinarli, nel limite del possibile, per importanza… ma senza alzarsi dalla scrivania per recuperare libri e cartine, e senza l’ausilio del web. Disegnando un itinerario – non per forza completo ma comprendente tutti quei chiostri che non si possono non visitare una volta nella vita – e disegnarlo solo a partire dai ricordi di viaggio e di studio.

Potete provarci – prendetevi anche voi mezz’ora – e tornare a confrontare la vostra mappa con la mia. Se invece siete proprio pigri, potete procedere nella lettura, e vedere qui di seguito come, in relax, ho svolto il mio compito in classe.

Partiamo, ovviamente, dall’Italia. Nel Bel Paese, i chiostri con capitelli istoriati – cioè scolpiti a narrare episodi, non semplici raffigurazioni grafiche o figurative – sono pochissimi, e ciò sorprende, vista la ricchezza artistica del nostro Paese. Ne ricordo solo due: il chiostro di Sant’Orso, ad Aosta, con i suoi capitelli rustici e neri, e quello del Duomo di Monreale in Sicilia, grande, infinito, solare, ricchissimo di arte e figure dall’anima classica. Poi ci sono, anche in Italia, altri chiostri con capitelli interessanti, ovviamente: il chiostro di Prato, con i magnifici capitelli del Cabestany, che però sono poco più di una coppia (e una copia!); quello di Benevento, con i suoi capitelli “a stampella”; quello di Cefalù, i cui rilievi però sono molto deteriorati, quello di Brindisi, che è piccolo e… Ma, infine, per quanto riguarda l’Italia segno sulla mappa due soli asterischi, uno ad AOSTA e uno a MONREALE.

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Il chiostro di Sant’Orso ad Aosta

Passiamo in Francia. In terra d’Oltralpe la mia mappa comprenderà alla fine tre grandi chiostri, a cui se ne aggiungerà uno, minore ma indimenticabile. I tre maggiori sono il chiostro di Arles, escludendo la galleria duecentesca, già gotica; quello di Moissac, tripudio di capitelli decorati con fogliame e volute, oltre che con storie di ispirazione religiosa; quello di Saint-Michel di Cuxa, ai piedi dei Pirenei, privato di molti pezzi, ma ancora fondamentale. Per la sua bellezza primitiva merita di entrare nella mia lista il chiostro, piccolo ma imperdibile, di Lavaudieu, che piacerà assai agli appassionati di sirene e di mostri. Restano fuori, per la qualità inferiore dei capitelli, chiostri ben noti, come quelli di Elne, di Conques e di Le Puy; ma va bene così: questi quattro sono quelli che non possono non far innamorare. Quattro, quindi, le stelline francesi nella mappa: ARLES, MOISSAC, CUXA e LAVAUDIEU.

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Un capitello a Silos

In Spagna i chiostri romanici sono molti, e molti sono splendidi, anche se il chiostro più bello di Spagna, e forse di tutto il romanico, cioè quello di Silos, non possiede capitelli istoriati: mostri, sfingi, animali… ma niente “episodi” sui capitelli; in compenso, sui pilastri d’angolo, grandi pannelli scolpiti raccontano storie meravigliose… Dal grande al piccolo: a L’Estany, in Catalogna, c’è un chiostro raccolto meraviglioso i cui capitelli “primitivi” presentano giochi di grafica, un cavaliere, dei danzatori… A questi primi due chiostri di Spagna, diversissimi tra loro, vanno aggiunti il chiostro di Tudela, ricchissimo di capitelli “narranti”, e quello particolarissimo, senza coperture come un tempio antico, di San Juan de la Peña non lontano da Huesca. Merita di stare tra i più belli, per la ricchezza di storie narrate, anche il chiostro della Cattedrale di Girona, con i suoi rilievi sofferenti; e ancora non può non entrare in questa lista un chiostro mitico, divenuto oggetto di letteratura, cioè quello si Sant Cugat del Valles. Mi sovvengono molti altri chiostri – quelli di Elne, Urgell, Barcellona, Ripoll, Santillana del Mar, Soria, Estella, Alquezar… – alcuni famosissimi altri meno; per vari e differenti motivi, però, non li sento irrinunciabili, anche se meritano senza dubbio una visita. Sei gli asterischi, quindi, in Spagna: SILOS, L’ESTANY, TUDELASAN JUAN DE LA PENA, GIRONA e SANT CUGAT DEL VALLES.

In totale – proprio non ricordo altri chiostri romanici importanti in altre regioni d’Europa – sulla mia mappa stanno dodici stelline. E’ stata disegnata per gioco a memoria: ora apro un po’ di libri e verifico se è attendibile.

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Il chiostro di Lavaudieu

P.S.: Molti i commenti alla mia lista di chiostri romanici, e molti i suggerimenti, alcuni riportati qui di seguito. Alla fine, libri, siti ed amici mi hanno indotto ad una modifica alla lista originaria, che comprendeva quattordici chiostri, mentre ora è ridotta dodici: ne ho tolti un paio, a cui a memoria avevo attribuito troppa importanza.

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Vuoi scoprire la Catalogna romanica nelle sue suggestioni più profonde? Ecco un itinerario organizzato su una settimana, che è diventato un volumetto, e che contiene tutti gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA CATALOGNA romanica IN UNA SETTIMANA.

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Dodici tra i più interessanti capitelli del tempo romanico – da quelli di Sant’Antimo e di Mozac a quelli di Retortillo e di Clermont-Ferrand –, riletti con gli occhi di Before Chartres, sono stati raccolti tutti insieme nel volumetto pubblicato per i lettori più fedeli. Vedere per credere: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI.

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Un’altra rassegna di capolavori: altri venti capitelli, tra i più belli scolpiti nel tempo romanico, sono raccolti in questo volumetto. Before Chartres li guarda e li racconta con la consueta curiosa attenzione, e con quell’entusiasmo che, di fronte a pezzi così eccezionali, è inevitabile: CAPITELLI ROMANICI, altri VENTI CAPOLAVORI.

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19 pensieri su “I dodici chiostri più belli, a memoria

  1. Potrei segnalare il chiostro di San Pedro el Viejo (Huesca), dove i capitelli presentano programmi iconografici completi del vecchio e nuovo testamento. Ci sono alcuni capitelli, forse un caso unico, che narrano la leggenda di San Silvestro, ossia la storia che inventò la chiesa per giustificare la ‘donatio Constantini’, essendosi poi revelato un documento falso.

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    1. Già, San Pedro del Viejo… che è un po’ un caso a sé. Sai certamente che il chiostro è stato definito “una bella opera romanica del diciannovesimo secolo”. Molti dei capitelli sono repliche moderne, più o meno fedeli, degli originali trasferiti in museo… Non credo che riuscirò ad aggiungere una stellina. Giudizio sospeso. 🙂

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    1. Grazie, Stefano. Mi sentirei di dire che nel chiostro di Bamberga siamo ormai quasi fuori dal romanico. Sia per la struttura del chiostro – in Germania tutto ha un altra impostazione – sia per i rilievi… se non per alcuni pezzi però molto rovinati. Peraltro, va detto che anche ad Arles, o a Tudela, siamo lontani dalla sana vigorosa fantastica verve romanica… quindi ci può stare anche Bamberga, via. 🙂

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        1. Anche il chiostro di Aix sta al limite 🙂 … con la sua aria quasi da chiostro ricamato… Sovicille: intanto complimenti per le foto, che documentano il bellissimo chiostro di Santa Mustiola (credo siano ben pochi i chiostri con gallerie a tre piani). Però anche qui c’è molta eleganza e (a parer mio!) poco “romanica”. 🙂 Poi ognuno mette le stelline là dove ritiene, ovviamente.

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  2. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    All’estero dei citati ho visto solo quelli francesi di Arles, Elne (vicino a Perpignano) e Saint-Michel-de-Cuxa sui Pirenei.
    Aosta e Monreale sono tra i più belli d’Italia, non v’è dubbio. Certo che quello del Duomo di Prato coi capitelli del maestro di Cabestany, quello citato di Cefalù e quello di Benevento sono sublimi.
    Eppure di chiostri straordinari in Italia ce ne sono diversi, anche se spesso sono di passaggio tra il romanico ed il gotico.

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        1. E con San Giorgio in Valpolicella andiamo già più d’accordo 🙂 Perché oltre ad essere bello – anche se “mezzo” – ha proprio il sapore del romanico. Suggestivo e insieme rude ed elegante. 🙂 Pochi dei capitelli, però sono scolpiti…

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  3. Avatar di Paolo Salvi Paolo Salvi

    Come già detto sicuramente Monreale e Aosta sono due tra i più bei chiostri romanici d’Italia e del mondo. Certo potrebbero essercene altri che meritano ampia considerazione, Sovicille, San Giorgio in Valpolicella, Cefalù, e altri ancora infatti li hai citati.
    Molto belli ce ne sono duecenteschi e per questo definiti tardi o già goticizzanti per spirito e conformazione (Piona, San Francesco a Brescia, Sant’Andrea a Vercelli).
    Poichè amo anche l’architettura cistercense e gotica, non faccio molte distinzioni tra un chiostro e l’altro in merito all’apprezzamento.
    Arles, Moissac, Cuxa (malauguratamente metà è stata venduta in America), Elne e Lavaudieu, sono indubbiamente splendidi e particolari.
    Solo Moissac ancora manca al mio obiettivo. Spero per poco.
    Aggiungerei quello visto quest’anno con quello di Lavaudieu, l’eccellente di Le-Puy-en-Velay, di cui mi sfugge il motivo della tua esclusione.
    Come ben sai quelli spagnoli, catalani soprattutto non li ho mai visti, se non su libri ed in fotografie, per cui mi astengo da esprimere giudizi.
    Quelli da te citati sono indubbiamente eccezionali.

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  4. Avatar di Roberto Brogi Roberto Brogi

    Egr. Dr. Giuliani Le propongo di visitare il Chiostro dell’Abbazia di Torri nel comune di Sovicille in provincia di Siena. (sarò felice di accompagnarla, si può dire che io vi abiti dentro !!)

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